Reggina: Zandrini, Freddi, Emerson, Angella (18’st Cosenza), Barillà, D’Alessandro (35’st Melara), Viola (13’st Rizzo), Rizzato, Ragusa, Bonazzoli. In panchina: Belardi, Ceravolo, Viola, De Rose. Allenatore: Angelo Gregucci
Reti: 25’ Bonazzoli, 22’st Ragusa
E’ la brutta copia di zemanlandia il Pescara che scende in campo all’Adriatico per il recupero della 26° giornata. Squillano le trombe nel prepartita per la convocazione in Under 21 di Marco Verratti (dopo Capuano e Insigne), ma il folletto di Manoppello oggi non è in campo perchè squalificato; peserà in modo determinante l’assenza della sua vena ispirativa per il tridente delle meraviglie, che torna a comporsi con Immobile, Sansovini e il ritorno di Insigne. Mai come stasera la squadra di Zeman si è mostrata tanto vulnerabile al gioco avversario e disattenta anche nei fraseggi più elementari. Il risultato è la seconda sconfitta interna in stagione, che stacca sempre più i biancazzurri dalla vetta conquistata con tanta gloria.
La sfortuna, e gli stopper dai piedi a martello, inseguono Matti Nielsen. Dopo l’intervento spezza caviglie del crotonese Loviso che lo ha tenuto fuori uso due settimane, è Emerson che lo ferma più che fallosamente dopo nemmeno un minuto: al 4’ Zeman deve già usare un cambio, inserendo Kone per il danese dolorante. La squadra di Greguggi è subito attiva, dunque, anche nel reparto avanzato, con Ragusa e Viola a tentare la conclusione secca e improvvisa, ma il primo trova Anania, l’altro alza troppo la traiettoria. Un quarto d’ora per svegliarsi serve a Ciro Immobile, servito in area da Cascione, il bomber cerca la deviazione in scivolata ma non ci arriva e il portiere amaranto blocca. Un minuto, non pago, si fionda sul lancio profondo verso destra e brucia Castiglia sul limite fino a concludere con il destro secco sul primo palo, ma Zandrini riesce a coprire lo stretto spiraglio. La Reggina non molla, nonostante il ritmo crescente dei biancazzurri: Bonazzoli guadagna un ottimo fallo e cerca lo schema su punizione dal limite, costringendo Anania a deviare in corner provvidenzialmente: sugli sviluppi Freddi si libera a centro area e gira testa colpendo la traversa di potenza, Anania interviene ma rimane fuori causa e nulla può sul tap in di Bonazzolli, lasciato colpevolmente solo sottoporta, che al 25’ trova il vantaggio ribadendo in rete con la fronte. La reazione degli zemaniani sta nel solito destro ad incrociare di Insigne, che cerca il pareggio dal vertice sinistro al 29’, ma il giro della palla si alza troppo. Ai calabresi sembra un sogno da proteggere con unghie e denti, i biancazzurri vengono messi sotto dalla strabordante grinta amaranto, che non lesina interventi ruvidi e riesce a trasformare l’oliata manovra pescarese in una sequela inguardabile di passaggi sbagliati e sbavature macroscopiche. Il pressing a tutto campo porta Viola, al 37’, ad impegnare nuovamente Anania in due tempi con il radente dalla lunetta, dopo un triplice e non riuscito tentativo della retroguardia di liberare l’area. Insigne cerca la soluzione personale al 40’, sfregando la lampada e chiamando in causa tutto il genio a sua disposizione, con una progressione che semina uomini dalla mediana fino al limite e poi spara la palla sotto la traversa, ma trova Zandrini ancora reattivo ad opporsi con la mano di richiamo. Faticosamente il Pescara arriva a distendersi in chiusura della prima frazione: al primo dei tre di recuperi assegnati Kone stacca a centro area sul traversone di Cascione dalla sinistra e schiaccia di testa verso il palo destro, ma si avvita troppo e la sfera finisce larga sul fondo. L’ultimo atto, però, tocca agli amaranto: corsa forsennata di Barillà interrotta dall’intervento dubbio di Romagnoli, Tozzi lo giudica corretto ma gli ospiti chiedono a gran voce il fallo che nega una chiara occasione da rete; protesta che fa il paio per la dubbia chiamata di offside su Insigne, al 40’, lanciato sul filo da una perla di Immobile. Al giro di boa, a sorpresa, è la Reggina ad essere meritatamente avanti su un Pescara poco riconoscibile.
Incredibile l’errore di Immobile al 5’ della ripresa: lo scambio stretto tra Balzano e Sansovini servono l’attaccante scuola Juve a mezzo metro dalla linea di porta, lui supera anche Zandrini ma accarezza soltanto con l’interno sinistro e la traiettoria abbandona la via di un goal praticamente già fatto, permettendo il recupero dell’estremo difensore ospite. Al quarto d’ora Zeman prova la carta Caprari, che Sansovini: meno prolifico del solito il capitano del Delfino. Serata d’ombra anche per Zanon, che al 18’st si fa sfuggire Ragusa che trotta per trenta metri e rientra, aspetta l’uscita di Anania e cerca di superarlo col tocco sotto, allargando però troppo con il destro e sciupa l’occasione ghiotta per il raddoppio. Altro episodio dubbio per le decisioni di Tozzi, che al 20’ non assegna il fallo da rigore su Immobile che finisce a terra in area ostacolato da Cosenza: c’è solo l’ammonizione per le proteste del goleador biancazzurro. La scena si ripete al 22’st: Immobile scappa sulla destra a Freddi e penetra in area dove sulla chiusura con il corpo di Emerson finisce a terra; ancora proteste per la richiesta del penalty ma l’arbitro è inamovibile. La palla resta viva e sul rovescio di fronte la difesa pescarese va in bambola tra le proteste e il piazzamento altissimo, Ragusa raccoglie il rapido lancio e scappa dalla mediana solitario verso Anania, il portiere rimane in piedi fino al limite ma cede alla finta di corpo di Ragusa che si allarga sulla destra e centra il raddoppio con il diagonale destro. 0-2. Zeman toglie immediatamente Immobile, ormai facile preda del nervosismo e col giallo già sulle spalle, e mentre entra Soddimo l’attaccante napoletano scappa direttamente negli spogliatoi senza passare dalla panchina. Ennesima macchia sulla conduzione di gara dell’arbitro: D’Alessandro colpisce con il gomito sul cross che spiove in area al 32’st, ma viene giudicato non volontario scatenando le ire dell’Adriatico, mentre i pescaresi in campo non riescono nemmeno più a protestare. Una dopo l’altra: al 33’ st Insigne danza fuori area a suon di dribbling e gli amaranto lo falciano, Tozzi non fischia clamorosamente, scatenando il fallo di reazione di Cascione e le proteste della panchina, con tanto di espulsione di uno degli assistenti di Zeman. Resta solo insigne in campo per il Pescara, e sono tutti a cercare lui: sfortunato al 37’st a trovare solo il fondo dopo il dribbling a rientrare dal fianco sinistro. 38’st, la serpentina di Insigne va a ripetizione, stavolta dal limite mettendo a sedere Cosenza per poi cercare il palo opposto con l’interno destro: fuori di poco. Tardiva e monocanale la vera risposta degli uomini di Zeman, e la Reggina può chiudersi a riccio davanti a Zandrini senza rischiare ormai il bottino pieno: Kone al 42’st prova ad espugnare l’arrocco con una girata violenta di destro dalla lunetta, ma Zandrini deve solo fare scudo sulla traiettoria centrale. A due minuti dal 90’ si fa male anche Caprari, che cade male sul polso destro ed è costretto a lasciare i suoi in dieci. Proprio allo scadere Balzano mette una pezza sull’ennesimo svarione, intercettando l’assist generoso di Bonazzoli per Ragusa in area: ci arriva di un soffio a mettere sul fondo impedendo ad Anania il confronto disperato con l’autore del raddoppio calabro. Ben sei i minuti di recupero, che però non possono concedere il miracolo al santuario boemo, che rompe una sacrale striscia realizzativa che durava da 30 partite: se a Zemanlandia togli il goal…
Daniele Galli