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Pescara di grand class: 1-0 alla Sampdoria

PESCARA (4-3-3) – Anania, Zanon, Romagnoli, Capuano, Balzano, Togni, Verratti, Kone, Insigne, Immobile, Sansovini.Panchina: Pinsoglio, Brosco, Bocchetti, Maniero, Nicco, Soddimo, Giacomelli. Allenatore: Zdenek Zeman.

SAMPDORIA (4-3-3) – Da Costa, Castellini, Rossini, Volta, Rispoli, Soriano, Palombo (62′ Obiang), Dessena (72′ Koman), Bertani, Piovaccari, Foggia. Panchina: Fiorillo, Costa, Laczko, Koman, Obiang, Padalino, Fornaroli. Allenatore: Giuseppe Iachini.

Arbitro: Emilio Ostinelli di Como (Stallone-Longo)

Reti: Sansovini 22’st

Ammoniti: Palombo, Verratti, Romagnoli, Volta, Obiang

 

E’ un gran bel Pescara quello in scena all’Adriatico per il posticipo della 20° giornata, ultima gara della serie B 2011. Forse meno disperatamente alla ricerca del goal, ma ordinatissimo e tirato a lucido per una partita di alta classe. Passano solo 9 minuti per la traversa colpita da Sansovini direttamente dalla battuta del secondo calcio d’angolo della gara, apertasi ad altissimo ritmo: Da Costa e Castellini si fanno sorprende sul palo lontano, ma la fortuna li salva. Risponde Piovaccari, che di potenza conclude sulla sponda di Bertani dal limite dell’area, ma Anania è piazzato sulla traiettoria centrale. I brividi tornano a scorrere sulla schiena di Da Costa al 20’, quando Insigne e Immobile impostano i fraseggio direttamente nella sua area; la difesa si rifugia sul fondo, e ancora una volta il corner è diretto sul secondo palo, dove spicca imperioso Moussa Kone che però, di testa, la mette di poco alta, mandando comunque in bambola la difesa doriana. Impegno costante per la retroguardia di Iachini, con Insigne che al 23’ lascia partire l’interno destro a girare insidioso alla sinistra del portiere, ma è la regia offensiva di Zeman a mostrarsi la vera spina nel fianco blucerchiato. Il Pescara ci prova anche su calcio piazzato: è insidiosissima la punizione dal limite di Togni, che al 26’ fa il pelo alla traversa con Da Costa messo fuori causa dall’ostacolo visivo della folta barriera. Sussulto prepotente di Insigne al 28’, che penetra dalla sinistra, seminando difensori a mazzi, ma strozza troppo il destro ad un passo dal palo e la manda sul fondo: ennesimo infarto per l’estremo portiere brasiliano.  Serataccia per Castellini che al 34’ sbuccia un retropassaggio e innesca la sortita di Sansovini, Da Costa deve spingersi fino alla riga bianca per rinviare, si complica anch’esso la vita colpendo pieno il capitano pescarese che, lesto, raccoglie e tenta il pallonetto, Da Costa respinge e poi impatta con Sansovini che finisce a terra, ma Ostinelli giudica tutto volontario. Il finale della prima frazione, però,  recita il rischio della beffa per la squadra di Zeman: al 43’ Castellini scende sulla sinistra e crossa innocuamente, Romagnoli fa il suo dovere e intercetta, ma la sfera schizza sull’ esterno del piede del difensore e si indirizza verso la traversa, Anania vola ma per sua fortuna la palla si alza. Sarebbe stato il goal della Sampdoria sull’unica, pur involontaria, conclusione pericolosa.

 

Quella della ripresa, invece, è una Sampdoria più coraggiosa sulla scena: un paio di punizioni ravvicinate e una mischia in area piccola sugli esiti di un calcio d’angolo fanno sentire, prima del quarto d’ora, gli stessi brividi del collega brasiliano.  E lui, per non perdere l’abitudine, al 16’st rischia di respingere sui piedi di Kone la conclusione violenta e improvvisa di Togni dalla distanza, per poi trovarsi pochi secondi dopo di nuovo gli adriatici alle calcagna sulla botta di Insigne che controlla in due tempi davanti agli scarpini di Immobile. Inevitabile, dunque, il vantaggio biancazzurro: al 22’st Verratti strappa in tackle, specialità della casa, la palla alla difesa che cercava di ripartire, verticalizzazione rasoterra per il taglio perfetto di Sansovini sul limite che si insinua tra le maglie difensive, scarta anche Da Costa e la deposita in rete. Esplode l’Adriatico mentre il capitano esulta tuffandosi di pancia sul manto verde. Così la partita si rimette al canovaccio del primo tempo, seppur Zeman detta maggior ordine a discapito della solita votazione all’attacco forsennato: sbavature quasi nulle e gioco di grand class. L’eleganza del suo Pescara è tutta nella sventagliata di Immobile al 38’st, partita prima del centrocampo fino a pescare con precisione estrema Insigne sui trenta metri, solo contro Da Costa che gli si fionda contro fino all’uscita dall’area, l’attaccante campano alza la palombella che, però, sorvola traversa e porta vuota rinunciando al raddoppio. A due dal termine si palesa l’immancabile errore arbitrale, con Kone che cavalca a sigillare una prestazione maestosa, verticalizza per Immobile, precisamente sulla linea della difesa, che riceve e prosegue solitario puntando Da Costa, ma Ostinelli fischia il fuorigioco segnalato dall’assistente Stallone. Poi, però, può prendersela solo con se stesso il biondo attaccante dal cartellino juventino, divorandosi due occasioni tanto grosse quanto espressione di un talento superiore: prima mette a sedere Da Costa ma, sbilanciato, la mette fuori dalla porta sguarnita, poi si beve Obiang in percussione ma si fa ipnotizzare dal portiere doriano. Sarebbe stato il punto esclamativo su una gara maiuscola, dominata ampiamente per novanta minuti. Il Pescara chiude il 2011 al quarto posto, a 5 sole lunghezze dal Torino capolista e a due dal Verona in seconda piazza. Gli spumanti a Capodanno saranno di marca boema.

 

Daniele Galli


 

Daniele Galli