Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Tonelli, Albiol, Strinic (86′ Maggio); Zielinski (64’ Allan), Jorginho, Hamsik; Callejon, Insigne (79’ Giaccherini), Mertens. In panchina: Rafael, Sepe, Pavoletti, Maksimovic, Diawara, Rog, Gabbiadini, Lasicki. Allenatore: Maurizio Sarri
Pescara (3-4-3): Bizzarri; Crescenzi, Coda, Zuparic; Verre (70’ Mitrita), Bruno (63’ Fornasier), Cristante, Memushaj; Caprari, Gilardino (70’ Cerri), Benali. In panchina: Fiorillo, Stendardo, Maloku, Delli Carri, Muric, Pompetti, Pettinari, Manaj. Allenatore: Massimo Oddo
Reti: 46’ Tonelli, 49’ Hamsik, 85’ Mertens, 93′ Caprari
Arbitro: Claudio Gavillucci di Latina (Marrazzo-De Meo/Costanzo/Massa-Abisso)
Ammoniti: Coda, Tonelli, Benali, Bizarri
Pagherebbe oro Massimo Oddo per poter stappare un nuovo pareggio al Napoli, come alla prima di stagione all’Adriatico, ma il Pescara va al San Paolo con una lunga lista di infortunati per iniziare il girone di ritorno a caccia della salvezza. Esordio biancazzurro per Gilardino, in coppia offensiva con Caprari, ma salta all’ultimo momento quello di Stendardo, rimpiazzato in difesa da Zuparic, affiancato da Coda; a proteggerli più avanti c’è Bruno. Ben più corazzato l’undici di Sarri: l’ex Insigne nel tridente con Mertens e Callejon guidano il Napoli nella caccia ai tre punti per seguire la vetta della classifica, con Jorginho interditore e Albiol guardiano per Reina.
I primi tre minuti di match sono tutti del Pescara, che preme in aria avversaria a tutto gas con Benali e Verre, ma basta che il Napoli prenda palla perché Insigne arrivi alla botta dal limite, e per Bizzarri sono subito miracoli da sfoggiare, causa deviazione sulla traiettoria. Scena che si ripete all’8, sempre sul fraseggio mancino dei partenopei: Hamsik al radente dai 16 metri, il portiere argentino devia a fil di palo. In scioltezza, gli azzurri si presentano a ripetizione in area Pescara grazie agli arcobaleni di Hamsik e Insigne, Callejon arriva puntuale all’aggancio sulla destra al 15’ ma esagera con la conclusione in scivolata e sciupa l’occasione del vantaggio. Oddo, però, aumenta la densità difensiva e diventa sempre più difficile per lo schema di Sarri mettere palloni buoni dalle parti di Bizzarri, grazie a una prestazione finalmente ordinata della retroguardia pescarese. I delfini non risparmiano nemmeno vigoria in mezzo al campo, costringendo i campani ad allungarsi sempre più: comunque efficace la profonda verticalizzazione di Insigne al 35’ per Callejon, Bizzarri, però, è un lampo ad anticipare lo spagnolo con un’uscita avventurosa ma proficua. Gli abruzzesi riescono a tornare in attacco solo al 42’, Verre pressa e si procura una punizione, Caprari s’incarica di batterla dai 20 metri, ma spara in curva palla e prima occasione biancazzurra per il primo tempo, che si conclude a reti inviolate.
Allo stesso modo, ma a parti invertite, si apre il primo tempo, ed è letale per il Pescara: parabola su punizione di Jorginho, nessuno marca Tonelli che stacca in cielo e schiaccia di testa la palla alle spalle di Bizzarri. 1-0. La reazione degli adriatici non si fa attendere ma è un harakiri: Verre danza sulla linea di fondo, Gilardino arriva a rimorchio e finisce giù, reclamando il rigore; i biancazzurri si fermano inutilmente a protestare per il fallo di Tonelli mentre Callejon arriva indisturbato a tirare in porta, trovando un muro in Bizzarri ma è Zielinski a recuperare la sfera e a pescare diagonalmente l’inserimenti di Hamsik che, con un morbido piatto sinistro, insacca sottoporta il 2-0. Delfino sotto shock, dopo la buona prima frazione, il Napoli prende sempre più piede e Hisay, all’11’st, irrompe nuovamente in area lanciato da Tonelli, murato però dalla difesa. Oddo non molla e cerca il cambio di atteggiamento con Fornasier al posto di Bruno al 18’st: poco dopo arriva la prima palla buona a Gilardino, seppur su un retropassaggio errato della difesa, ma l’ex Empoli affretta il tiro e sbaglia tutto. Gli uomini di Sarri cercano la rete definitiva al 24’st con una manovra che porta Insigne al destro dalla lunetta, traiettoria secca e Bizzarri smanaccia sopra la traversa. Il trainer pescarese se la gioca tutta col doppio cambio a venti minuti dal termine: Mitrita per Verre e Cerri per Gilardino, ma i napoletani restano in cattedra: Callejon e Hamskik, al 28’st, seminano il panico da posizione ravvicinata, rintuzzati da Bizzarri e Fornasier. Ci prova, allora, Mertens da fuori un minuto dopo, trovando la deviazione in corner; il successivo servizio dalla bandierina arriva a Jorginho che spara un missile al volo, Bizzarri supera sé stesso mandando il pallone sulla traversa con le unghie, a ribadire torna Mertens ma la manda fuori di testa. Al 33’st ci si mette anche Insigne, danzando sulla sinistra, a sfondare per far fare anche gli straordinari all’estremo difensore ospite, prima di lasciare il posto a Giaccherini. Fino alla fine, il Napoli spreme il Pescara come un limone: sull’ennesimo pallone messo a fil di palo da Mertens, Oddo perde le staffe e Gavillucci lo butta fuori. La caparbietà premia il belga al 39’st: ruba palla a Memushaj ad centrocampo, si appoggia sulla detra ad Allan per scappare a chiudere il largo triangolo direttamente sul primo palo, dove riesce finalmente a mettere in rete il 3-0. Tre i minuti di recupero che vedono la possibilità della doppietta di Mertens: Zuparic scivola e gli concede una prateria di 30 metri, la stanchezza gli concede la corsa solo per 10, prima del tiro che termina ampiamente a lato, rinunciando al duello ravvicinato con il portiere. C’è anche il tempo per il penalty in favore del Pescara: Mitrita viene atterrato da Hisay, Caprari dal dischetto trasforma l’inutile 3-1 prima del triplice fischio.
Regge solo un tempo il Pescara, che condanna sé stesso per la solita distrazione difensiva, proprio dopo 45 minuti giocati con un ordine e un’attenzione fuori dall’ordinario: dalla rete di Tonelli in poi si è concretizzata la debacle. Non era una sorpresa quanto il Napoli fosse fuori dalla portata degli abruzzesi, mentre Oddo deve registrare quanto gli innesti di mercato non abbiano giovato minimamente: Gilardino ha fatto più in fase di recupero che nella zona di competenza, mentre Cerri è ancora da testare adeguatamente, ma non rimane troppo tempo per provare nuovi schemi e soluzioni quando si ogni punto è determinante per la salvezza.