Chieti. Grazie al pareggio di ieri tra Chelsea e Tottenham il Leicester allenato da Claudio Ranieri ha vinto il suo primo titolo nazionale, in Premier League, in 132 anni di storia.
Una favola, un sogno, un’impresa nella quale forse non credevano e non speravano neppure i diretti protagonisti e che invece si è trasformata in una splendida realtà grazie a un allenatore italiano, nato a Roma 64 anni fa. Abbiamo raggiunto pochi minuti fa al telefono il giornalista Stanislao Liberatore, storico Segretario Generale del Premio Nazionale “Giuseppe Prisco” alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva, manifestazione fiore all’occhiello della Città di Chieti che lo scorso 18 aprile ha chiuso i battenti della XIV edizione. Abbiamo aperto il nostro microfono a Stanislao, che qualche anno fa ha avuto l’onore e il piacere di conoscere e intervistare Ranieri.
“È vero, ho avuto il piacere di conoscere e intervistare Claudio Ranieri il 5 maggio del 2008 – ha detto con tono orgoglioso il giornalista teatino – in occasione della consegna, al Teatro Marrucino di Chieti, della scultura ‘verso il gol’ allora realizzata per la nostra iniziativa dal M° Pietro Cascella. Ho un ricordo molto nitido di quel pomeriggio e di quella sesta edizione in particolare; era ancora in vita il Generale di Corpo d’Armata, nella Riserva, dell’Arma dei Carabinieri Corinto Zocchi, ideatore dell’iniziativa intitolata al compianto ex vice presidente dell’Inter e in Ranieri, in quella stagione alla guida della Juventus e da noi premiato nella categoria Allenatori, ho subito percepito la sua grande disponibilità, la sua cortesia, il suo stile educato ed elegante, quel suo modo di essere che oggi prende il nome di “ranierismo” fatto, appunto, di fede, passione, intelligenza, concretezza e garbo. Ricordo, poi, che noi tutti fummo particolarmente colpiti in positivo proprio dal gesto, quasi inaspettato di Claudio Ranieri, di portare con sé la maglia numero 10 di Alex Del Piero e di regalarla al piccolo Samuele Diodato, un bimbo di Chieti all’epoca di appena 9 anni costretto a muoversi su una sedia a rotelle praticamente fin dalla nascita, essendo affetto da tetraparesi spastica. Un gesto di grande attenzione e di grande solidarietà sportiva e umana oltre che un vero esempio di civiltà per le nuove generazioni”.
Francesco Rapino