Vasto. La Pro-Vasto lascia il calcio professionistico. Entro oggi, termine fissato per presentare il ricorso alla Covisoc (che aveva indicato le società inadempienti) nessun rappresentante della società biancorossa è andato a Roma per adeguare la documentazione fornire la fideiussione di 200mila euro.
Per la società del presidente Mimmo Crisci, che poi in una nota diffusa sul sito della Pro-Vasto, ha spiegato la ragioni della scelta di non perfezionare l’iscrizione. Il problema, infatti, non era solo quello legato alla fideiussione, ma una serie di debiti pregressi, che il presidente non era in grado di coprire da solo. I biancorossi, ora, a meno di clamorose cambi di regole in corsa, dovranno ripartire nuovamente dai dilettanti. “Il calcio è una droga ed io ho deciso di disintossicarmi – sono le prime parole disperate di Mimmo Crisci – a salvaguardia del benessere delle mie aziende, della mia famiglia e dei miei dipendenti. Il mio consulente da diverse settimane mi intima a lasciare a queste condizioni per evitare d’intraprendere, probabilmente, una strada di non ritorno. Confidavo in qualche aiuto, confidavo soprattutto nell’ottenere il credito di 200.000 euro, ma ho avuto solo le 25.000 del Comune e a quel punto mi sono trovato smarrito. Da solo di fronte ad una situazione insanabile. Ho tirato fuori 150.000 euro per le liberatorie dei calciatori e 30.000 per l’iscrizione tre settimane fa. Avrei dovuto staccare un altro assegno di 185.000 euro per le liberatorie contributive più la fidejussione, che ho provveduto a fare da tempo per un totale di 566mila euro. Tra due settimane saremmo dovuti andare in ritiro e fino a dicembre la Lega non eroga contributi. Il comitato Insieme si può ha registrato una settantina di adesioni, ma di liquidi sono stati versati si e no diecimila euro…Non si può fare calcio da soli o almeno io non posso più farlo da solo. Mi dispiace da morire per i tifosi, la maggior parte dei quali in queste ore mi ha manifestato una solidarietà commovente e non smetterò mai di ringraziarli, ma tant’è, solo un miracolo potrà cambiare le cose…”.