Celano. Uno splendido Setterosa tira fuori la spina dorsale di bronzo e si piazza al terzo posto ai Mondiali di Nuoto e Pallanuoto di Kazan 2015. Per far aderire ali piumate ad un sogno ambizioso, occorre la cera più resistente, e Fabio Conti, il ct della Nazionale di Pallanuoto Femminile italiana, come un moderno Icaro pensante dalla forte personalità, ha condotto le sue ragazze all’inseguimento della vittoria. Un pezzo di storia, questo, tinto anche del colore della Marsica sportiva: Fabio Conti è, di fatti, un adottato celanese.
Un terzo podio tutto guadagnato da un’Italia, a detta dei più, in ottima forma, che ha battuto l’Australia 12-10 dopo i rigori, nella sudatissima finale valida per il terzo posto. Dopo i quattro tempi regolamentari, le due squadre, infatti, avevano chiuso sul 7 a 7. L’avventura russa di Kazan ha svelato il volto campione della Marsica del Nuoto. Fabio Conti, di fatti, è tutt’ora il responsabile del Palasport di Celano, nonché amico di vecchia data dell’Unipol BluStadium, sede acquatica della piscina comunale di Avezzano, diretta dall’atleta e istruttore Massimo De Leonardis, nonché meta di numerose ‘gite’ in collegiale firmate proprio ‘Setterosa’. La brillante medaglia di bronzo nazionale, quindi, si configura anche come un grande onore personale per la città marsicana di Celano, che presto si adopererà per rendere il giusto merito ad una grande figura sportiva, quale il timoniere del vascello femminile dello sport puro in acqua.
«Stanchi, ma contenti: in queste competizioni, basta quel pizzico in meno per arrivare ottavi e quel pizzico in più per arrivare primi; alla fine, abbiamo tenuto testa a tutte le squadre del nostro girone. Ora, solo uno è il mantra da ripetersi giornalmente: testa bassa e occhi fissi, puntati verso l’Europeo, il quale potrebbe configurarsi, per noi, come il trampolino di lancio diretto verso le Olimpiadi», questo il sentimento prevalente. Al seguito delle 13 atlete convocate per i Mondiali di Pallanuoto in terra russa, figura anche il preparatore atletico Simone Cotini, anch’egli originario di Roma, come Conti, e sbarcato in terra russa per amore dello sport. «Questo – ha raccontato – è il primo evento mondiale al quale partecipo come preparatore atletico della squadra assoluta, al fianco di Fabio. Ho vissuto in prima persona gli attimi che ci hanno condotto alla medaglia. Un incarico prestigioso, per me che provengo dal settore giovanile, il quale ha depositato molta soddisfazione in fondo al mio cuore sportivo; in casa dell’Italia, si puntava, com’è ovvio che sia, a vincere la medaglia d’oro, ma non possiamo lamentarci del risultato. Resta, comunque, un sottofondo di amarezza per i rigori accusati in semifinale con l’Olanda. Il lavoro, però, c’è stato, si è visto ed ha anche reso ciò che doveva rendere».
Una partita vissuta minuto per minuto, che ha lasciato nella mente di uno dei vari spettatori privilegiati, poiché intimo della realtà azzurra, quale Simone Cotini, un’immagine forte e isolata da tutto il resto: «La gioia scatenatasi sui volti delle ragazze dopo i rigori: un qualcosa di indimenticabile. Sui volti delle azzurre, si è magicamente dipinta la felicità dopo aver dato tutte loro stesse nel match contro l’Australia». Che significato ha la medaglia di bronzo appena agguantata per lo staff? «Un bel significato, senza dubbio. – risponde Simone – Sono passati 10 lunghi anni da quando il Setterosa ottenne l’ultima medaglia ad un Mondiale di Nuoto. La più grande qualità che possiede la Nazionale di Pallanuoto femminile italiana, a mio avviso, è sicuramente la velocità di gioco: le australiane, inutile negarlo, sono molto più prestanti di noi fisicamente, soprattutto a livello di statura. Ma è anche vero che ciò che il Setterosa ha mostrato e dimostrato in questi Mondiali di Kazan, è solo una piccola parte di ciò che è in grado realmente di fare: non vediamo l’ora di stupire i nostri fan dell’acqua». Una gioia, quella degli azzurri, condivisa anche e soprattutto sui social: laddove, cioè, è esplosa la Setterosa-mania. I festeggiamenti, nel post-match, hanno avuto luogo presso un ristorante italiano della zona. «Abbiamo avuto poco tempo per i ‘fuochi d’artificio’ post-partita – sorride il preparatore atletico – siamo riusciti a dare atto solo ad un velocissimo brindisi con il Presidente e con tutta la Federazione italiana presente a Kazan». Un #7rosa da brividi ha tenuto incollati gli occhi degli italiani allo schermo TV dell’adrenalina. Il Bel Paese si riesce ancora ad amare, per fortuna, grazie ad imprese esemplari come questa. Perché, in fondo, il Setterosa è un po’ come gli spaghetti o il sonetto a rima alternata dugentesco: un affermato simbolo italiano nel mondo.