La 100 km nel Sahara è la maratona più estrema che esista. Se la maratona di New York mette a dura prova resistenza, gambe e mente, provate a percorrere 100 km nel deserto. Un aquilano ce l’ha fatta e ha raggiunto quasi il podio.
Percorrere cento chilometri di corsa attraverso il deserto non è per tutti: la 100 km nel Sahara è una delle discipline atletiche più estreme che esistano. Gli atleti si sfidano, e soprattutto sfidano se stessi, in una maratona che attraversa tutto il sud della Tunisia, combattendo non solo contro la fatica, ma anche contro le incognite della natura selvaggia, come la forza del vento; e poi ci sono vesciche, disidratazione, febbre e distorsioni articolari che fermerebbero chiunque, ma non chi si è allenato una vita per riuscire ad arrivare in fondo.
La 100 chilometri del Sahara è organizzata da Zitoway, che quest’anno ha raccolto iscritti da Italia, Francia, Argentina, Svizzera, Belgio, Russia e Ucraina. Tra loro c’è Fabrizio Dell’Isola, runner di Atletica Abruzzo L’Aquila, arrivato al traguardo piazzandosi al quarto posto con il tempo di 9 ore 38 minuti e 22 secondi.
“Quattro flebo di fisiologica per arrivare fino in fondo”
Fabrizio Dell’Isola ha fatto la cronaca della sua stessa esperienza nella 100 km nel Sahara, spiegando quanto le cinque tappe su quattro giorni siano state un vero inferno: “Un percorso molto complicato che tra dune alte fino a 100 metri. Cinque tappe impegnative, chiudo la prima di 12 chilometri, in notturna, al terzo posto. La seconda tappa, lunga 21 chilometri da correre sulla montagna del Tembaine, mi mette in forte crisi. Arrivo undicesimo e perdo posizioni in classifica generale. A fine gara, il medico mi somministra quattro flebo di fisiologica, dicendomi di vedermi vicino al collasso: mi rimettono al mondo”.
Il giorno successivo Fabrizio ritrova le gambe e soprattutto la testa per andare avanti nella sua impresa, infatti, dopo la terza tappa di 22 chilometri, l’atleta abruzzese risale al quinto posto in classifica generale. Nella dieci chilometri in notturna, la quarta tappa che si corre nello stesso giorno, spinge fino a piazzarsi al quarto in classifica generale. Nella tappa conclusiva di 35 chilometri amministra il quarto posto in solitaria, guardandosi le spalle.
Davide Gasparini e Manuel Stasia che potevano insidiare il suo quarto posto sono stati tenuti a bada. Ad arrivare primo, nella gara maschile, è stato lo svizzero Robert Maggi, mentre la gara femminile ha visto la conferma al primo posto di Lorena Piastra, come l’anno precedente.