“Pensavamo di essere su “Scherzi a parte”, ma purtroppo non è un programma satirico, è la triste realtà teramana. Dopo un anno dall’acquisto a prezzo carissimo delle quote private della società Teramo Ambiente, cioè a dire ad un anno da quando la Te.Am. è divenuta tutta pubblica e non può più giustificare inefficienze e ritardi con la motivazione della presenza di un socio privato, la città di Teramo è ancora nella categoria delle ultime realtà italiane con un servizio di rara inefficienza sia per la raccolta dei rifiuti, sia per la gestione dell’igiene urbana, sia soprattutto per la gestione del verde pubblico”.
A dirlo i consiglieri Osvaldo Di Teodoro, Giovanni Luzii e Ivan Verzilli di “Cittadini in Comune”.
“Il 7 giugno 2022, con l’estate inoltrata, apprendiamo che la Te.Am. abbia “avviato l’attesissimo sfalcio dell’erba tra frazioni e centro cittadino”. Il 7 giugno. Tre mesi dopo il naturale periodo di avvio delle operazioni annuali di pulizia di strade, incroci, rotonde e parchi pubblici. Un ritardo ingiustificabile e vergognoso che non ammette attenuanti. Leggiamo che l’assessore comunale al ramo, Valdo di Bonaventura, “ammette l’enorme ritardo nel servizio del verde pubblico da quando la TeAm è diventata tutta pubblica”, confessando placidamente che “stiamo pagando uno scotto altissimo, i cittadini si lamentano giustamente e ho ricevuto tante proteste a livello personale per via di questo ritardo”. Per molto meno in anni trascorsi ci si dimetteva o si chiedevano le dimissioni, ma erano tempi in cui la dignità era una categoria politica. Ciò che oggi ci indigna di più, in ulteriore aggiunta al riconosciuto disastro politico-gestionale, è il dover leggere nero su bianco ciò che non si dovrebbe mai leggere: “rispetto ai 300mila euro che, l’anno scorso ad esempio, il settore di Di Bonaventura ha investito per lo sfalcio dell’erba, quest’anno a TeAm sono stati assegnati dal Comune ben 600mila euro. Di questa cifra, fa sapere l’assessore, quota parte verrà girata alle due ditte interpellate dalla stessa “in house” per occuparsi repentinamente dello sfalcio dell’erba ai bordi delle strade comunali e degli incroci”. Con raccapriccio apprendiamo che, in totale spregio alla vigente normativa, si sia concesso un affidamento diretto cosiddetto “in house” alla Te.Am., nonostante fosse economicamente svantaggiosissimo e nonostante la Te.Am. con possegga mezzi e persone per svolgere il servizio di sfalcio e di gestione del verde pubblico, in quanto è lo stesso Assessore ad asserire che la medesima Te.Am. ha dovuto ricorrere a due ditte subappaltatrici”.
E ancora: “Ricordiamo a noi stessi e agli ingenui amministratori del Comune di Teramo che non è con l’ignoranza e le illegittimità che si governa la cosa pubblica. A tale riguardo ci permettiamo di segnalare che, da ultimo tre settimane fa, l’ANAC ha ribadito che “prima di affidare in-house un servizio disponibile sul mercato in regime di concorrenza, la Stazione appaltante deve svolgere “un’indagine puntuale” per accertare se vi siano altri operatori privati che operano nello stesso settore in grado di fornire il servizio richiesto, magari a condizioni migliori”. È ciò che sottolinea l’Atto del Presidente ANAC del 18 maggio 2022 (https://upel.va.it/2022/06/03/anac-prima-di-affidarsi-a-proprie-societa-in-house-occorre-verificare-se-convenga-invece-rivolgersi-a-privati/), nel quale un importante Comune milanese viene richiamato a una rigorosa applicazione delle disposizioni del Codice dei contratti pubblici in materia di programmazione degli acquisti e delle procedure di gara: “L’Autorità evidenzia innanzitutto “una carenza istruttoria” (…) non è stata svolta un’indagine puntuale, anche tramite consultazioni preliminari di mercato o ricorso ad esperti esterni, per accertare la presenza di altri operatori privati operanti nello stesso settore in grado di fornire il servizio richiesto, sia in termini di tipologia che di durata, e a condizioni economiche diverse da quelle proposte dalla propria società in-house. Secondo Anac, inoltre, la modalità di affidamento pluriennale, arrivata dopo un affidamento provvisorio di un anno, è in contrasto con il codice dei contratti poiché l’amministrazione ha, di fatto, disposto un affidamento diretto sopra soglia non giustificato, dando un vantaggio competitivo alla società affidataria. Non è, infatti, corretto predisporre l’appalto secondo i risultati conseguiti e l’esperienza maturata dalla società affidataria, durante il primo affidamento provvisorio di un anno: così facendo, rileva Anac, si realizza un affidamento “su misura” calcolato sulla proposta presentata da un solo offerente e non anche da altri operatori. Quanto, infine, alla mancanza di convenzioni Consip Anac obietta che il Comune avrebbe potuto optare per le convenzioni esistenti e, invece di accorpare tutto in un unico servizio, avrebbe potuto procedere con lo scorporo delle prestazioni richieste tramite suddivisione in lotti, in modo da garantire il rispetto della concorrenza nonché la partecipazione delle piccole e medie imprese. Anac ricorda, infine, che è proprio il Codice appalti a esprimere un principio di preferenza per la suddivisione degli appalti in lotti al fine di favorire la partecipazione di piccole e medie imprese”.
E infine, “Per tali motivi annunciamo la presentazione di un’interrogazione urgente per comprendere sulla base di quali motivazioni si sia proceduto all’affidamento in house del servizio di sfalcio e gestione del verde pubblico, per quali motivi la Te.Am. abbia dovuto fare ricorso a ditte esterne subappaltatrici, per quali motivi nel 2022 si spenda il doppio di quanto si è speso nel 2021 e, da ultimo, per quali motivi si sia verificato un ritardo di tre mesi per l’avvio del servizio in parola, nonostante siano già quattro anni che questa disastrosa amministrazione governa la città di Teramo”.