Il sindaco di Teramo e presidente Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, chiede più rapidità nel processare i tamponi vista la crescente richiesta soprattutto dopo la riapertura delle scuole.
“I lunghi tempi di effettuazione degli esami prima e quelli necessari per ottenere i relativi risultati poi, lasciano aperta una finestra temporale che causa danni enormi alle famiglie, oltre che alle stesse ragazze e agli stessi ragazzi – dichiara il sindaco – E’ evidente che tale situazione comporti, oltre al primario rischio per i diretti interessati, tutta una serie di conseguenze inerenti l’attività didattica e la sicurezza generale: genitori costretti a lasciare i luoghi di lavoro per correre nelle scuole, incertezza per gli operatori e i compagni di scuola, famiglie in isolamento fiduciario in attesa delle verifiche. Non è tollerabile”.
Alla ASL, cui il sindaco D’Alberto ribadisce la completa disponibilità alla collaborazione, “si chiede di adoperarsi con la massima solerzia per scongiurare il perpetrarsi dello stato dei fatti e mettere in campo le azioni più appropriate, al fine di rendere più rapide ed efficaci le operazioni connesse alla rilevazione delle condizioni di salute degli studenti”.
Lo stesso sindaco D’Alberto annuncia che nella riunione del Comitato Ristretto dei Sindaci che si terrà mercoledì prossimo, verrà chiesto che la questione diventi una priorità: linee guida chiare per tutto il sistema sanitario territoriale, in modo che pediatri e medici di base sappiano che protocolli adottare, e corsia preferenziale per tutti i ragazzi e le ragazze per i quali è richiesto il tampone. “Non possiamo permetterci il rischio di vedere la nostra comunità ripiombare nei mesi peggiori dell’inizio dell’anno: la scuola è la priorità, quale baluardo da salvaguardare per la ripartenza”.
Ed è su questa linea che si inserisce l’esortazione alla Regione Abruzzo perché finalmente assuma un ruolo centrale nella vicenda del Covid19, ponendosi come cabina di regia di tutte le attività cui sono chiamati Comuni, Asl e altre istituzioni od organismi. “La Regione tarda ad assumere la regia e il coordinamento che stiamo chiedendo da tempo, in una fase in cui i nostri concittadini hanno il diritto di sentire una voce forte e autorevole da parte delle istituzioni. Si assuma invece le sue responsabilità, senza indugio, come d’altronde stanno facendo altre Regioni. Sindaci e ASL non possono più essere lasciati soli, senza un coordinamento che funga da punto di riferimento per le decisioni. E’ necessario che tutta la macchina sanitaria ed amministrativa, insomma quella decisionale, venga messa a sistema, per garantire una efficacia non episodica e nemmeno ipotetica, delle azioni. La Regione, sulla base dei numeri che emergono quotidianamente, deve dare indicazioni, indirizzi e direttive uniformi. L’uniformità è fondamentale: non si possono lasciare i Sindaci ad adottare misure limitate al territorio, perché la misura limitata non ha efficacia e capacità di risposta adeguate alla situazione che stiamo vivendo a livello generale”.
Nella stessa ottica si profila la inderogabilità di un’alta vigilanza per la Casa di Riposo De Benedictis. “Dobbiamo evitare in ogni modo che si sviluppi un focolaio, come purtroppo accaduto in troppe altre zone nel Paese – sostiene il D’Alberto – Per questo è necessario dare una stretta molto forte ai controlli e mettere in moto azioni di prevenzione in tempi rapidi. Mi appello agli organi competenti perché diano il via immediato alle verifiche anche su tutto il personale. La vigilanza deve essere incondizionata”.