Tassa di soggiorno, l’allarme di Assoturismo: “Situazione da chiarire tra i Comuni del teramano”

Il presidente di Assoturismo Teramo, Gianluca Grimi, ad estate quasi conclusa, si proietta ad ottobre, quando “dovranno essere pronti i nuovi pricing da distribuire ai tour operators e tutto il materiale per la promozione. E, dovranno essere pricing e politiche che tengano conto del ritrovato vigore turistico della Grecia, del nord Africa e della prepotente emersione dell’Albania. Tutti nostri competitors diretti”.

Aspetto ancor più rilevante per Grimi è “che la situazione imposta di soggiorno sia chiara economicamente e programmaticamente. I comuni che quest’anno hanno introdotto l’imposta (Roseto, Giulianova, Silvi) probabilmente seguiti da altri nel breve, con questo atto si sono presi la forte responsabilità di entrare nelle dinamiche turistiche del comprensorio teramano. Perchè il teramano “è un comprensorio territoriale”. Lo sappiamo noi operatori, i turisti, ed i tour operators. Gli unici a non comprenderlo paiono essere i comuni stessi, sempre slegati e mai programmatici a livello territoriale.

Nelle dinamiche di un comprensorio è un’assurdità che i turisti di strutture di pari livello e pari settori debbano essere diversamente tassati a 10 metri di distanza. Se quest’anno gli effetti dell’imposta e la relazione con il cliente è stata interamente assorbita dagli operatori, che ne hanno sopportato il peso senza poter dare nulla in cambio in termini di servizi o altro, non sarà così il prossimo anno. Il 2019 sarà l’anno in cui tutti saranno informati dell’imposta e ne faranno una discriminante oggettiva e concreta in termini di scelta territoriale ed in termini di scelta tra comuni e strutture.

E’ giunto il tempo, indifferibile, che la politica locale si faccia carico della responsabilità che si è presa entrando a gamba tesa nel settore turistico con l’imposta di soggiorno, e che segua i tempi e le necessità dell’economia reale e non quelli politici. I sindaci dei sette comuni costieri si devono parlare, confrontare tra loro e poi con le associazioni regionali di categoria così come sosteniamo da sempre.

L’imposta si dovrà tradurre concretamente in servizi, infrastrutture, maggiore cura del territorio e piani marketing comunali sinergici con quelli territoriali, e gli operatori dovranno essere in grado di relazionare i clienti di tutto questo. Soprattutto, ciò dovrà essere fatto nelle prossime settimane ed “indipendentemente” dalle dinamiche politiche regionali.

L’imposta ha effetti diretti sul territorio e nulla ha a che vedere con la promozione regionale. I comuni non si possono chiamare fuori dal confronto tra loro stessi e con le associazioni. La scelta che è stata fatta di mettere l’imposta li mette sullo stesso piano degli altri grandi comuni turistici nazionali, e così dovranno comportarsi senza alibi alcuno, pena un grave danno all’immagine ed all’economia turistica dell’ossatura portante del turismo abruzzese che è quella teramana”

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