San Nicolò, il ricordo dell’appuntato Antonio Fazzini

Il 24 aprile 1968, nella frazione Mozzano di Ascoli Piceno, l’appuntato dei Carabinieri Antonio Fazzini immolò generosamente la propria vita nel tentativo di salvare quella di un uomo che era stato folgorato da una scarica elettrica, lasciando la moglie e due figlie di quattro e dieci anni.

Per tale eroico gesto fu decorato di Medaglia d’Oro al Valor Civile, con la seguente motivazione: “In servizio d’ordine e sicurezza in una centrale idroelettrica, non esitava a lanciarsi, con generoso sprezzo del pericolo, in soccorso di un tecnico vittima di improvvisa folgorazione nel disperato tentativo di strapparlo a sicura morte. Nel nobile e altruistico intento, colpito a sua volta dalla violentissima scarica, sacrificava la vita ai più alti ideali di umana solidarietà”.

Oggi, nel cimitero di San Nicolò a Tordino, i carabinieri hanno solennemente commemorato l’evento in vista del 54° anniversario della ricorrenza. Nel corso della cerimonia il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Teramo, il Colonnello Emanuele Pipola, unitamente alle signore Palma e Miria, figlie dell’eroico militare, alla sorella Ilde e ad altri familiari e al Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, ha deposto una composizione floreale sulla tomba, alla presenza di altri familiari e di una rappresentanza di Carabinieriin servizio e in congedo. L’evento si è concluso con un momento di preghiera del CappellanoMilitare della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise”, don Claudio Recchiuti.

 

La gloriosa storia della Benemerita è costellata di innumerevoli figure eroiche, come quella dell’appuntato Fazzini. Le loro gesta sono di esempio per i Carabinieri di oggi e di domani, e ricordano a tutti i militari che l’adempimento del dovere può spingersi fino all’estremo sacrificio.

L’appuntato Antonio Fazzini era nato a Teramo il 17 gennaio del 1926 e quando accadde il fatto era in forza alla stazione carabinieri di Maltignano e aveva il compito, con altri commilitoni, di vigilare sugli impianti di una centrale idroelettrica e garantirne la sicurezza, per evitare atti di sabotaggio e assicurare la libertà del lavoro, poiché da alcunigiorni erano in atto dei disordini.

Alle ore 19 di quel 24 aprile, mentre un ingegnere dell’ENEL, Carlo BERNARDINI, stavatentando di riparare un guasto che si era verificato nella sala interruttori, fu colpito da una scarica elettrica a cui seguì un incendio. L’appuntato FAZZINI si trovava nei pressi e, nel tentativo di salvare l’ingegnere BERNARDINI, entrò nel locale già avvolto dalle fiamme,tentando invano di trarlo in salvo e immolando la propria vita.

Il prossimo 30 aprile, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno organizzerà inquel capoluogo un’altra cerimonia commemorativa in un cippo posato in memoria del militare, che sarà inaugurato nell’occasione.

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