Pozzo Donata al largo di Martinsicuro: ecco le ragioni del ricorso al Presidente della Repubblica VIDEO

Martinsicuro. Tra i ricorrenti c’è il fondato motivo di poter riuscire a stoppare la realizzazione di un nuovo pozzo estrattivo, progettato dall’Eni, al limite delle dodici miglia marine, al confine tra Martinsicuro e San Benedetto del Tronto.

 

Però il percorso non sarà rapidissimo e oltre al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (che proceduralmente parlando è un ricorso al Consiglio di Stato) in ballo c’è anche un altro passaggio, altrettanto importante: l’approvazione da parte del Mise e  del Ministero dell’Ambiente del PiTesai (piano per la transizione energetica sostenibile per le aree idonee), che va fatto entro il prossimo 30 settembre e che riguarda, carte alla mano, anche il pozzo Donata dell’Eni, che è al centro del contenzioso.

 

Il ricorso, oltre 20 pagine redatte dall’avvocato Paolo Colasante con la consulenza del costituzionalista Enzo Di Salvatore è stato illustrato oggi, nella sala consiliare del Comune di Martinsicuro. A dare forza e sostanza al ricorso, che si oppone in primis al parere positivo del Ministro della Transizione ecologica, Massimo Cingolani, alla richiesta dell’Eni, ci sono 4 comuni costieri (Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto e Pineto) e la Provincia di Teramo. I vari attori (erano presenti i sindaci di Alba Adriatica e Pineto, Antonietta Casciotti e Robert Verrocchio; gli assessori Marco Cappellacci di Martinsicuro e Arianna del Sordo di Tortoreto e il consigliere provinciale Lanfranco Cardinale), hanno ribadito il no ad una nuova trivellazione in mare per tutta una serie di ragioni legate all’ambiente, alla tutela delle caratteristiche del litorale e l’incompatibilità tra le attività estrattive.

 

 

Gli aspetti del ricorso. Nell’opposizione presentata da Comuni e Provincia (la Regione non si è opposta), attraverso tale procedura visto che i termini del ricorso al Tar erano decorsi, si pongono in evidenza almeno tre aspetti, che sono stati evidenziati nel suo intervento dal prof. Enzo Di Salvatore. Secondo i ricorrenti, infatti, si profila un elemento di illegittimità costituzione sul via libera all’autorizzazione per il pozzo Donata nell’ambito di delle procedure di sospensione di nuove trivellazioni in attesa dell’adozione del piano di transizione energetica sostenibile. In sede di adozione del piano, non è consentita, infatti, la presentazione di nuove istanze per concessioni.

Divieto di prospezione entro le 12 miglia. Nelle carte dell’Eni, come ha fatto notare Enzo Di salvatore, infatti, l’impianto prevede una collocazione in parte entro le 12 miglia della costa, che è vietato dalla norme vigenti in materia. In pratica è la stessa società ad auto-certificare l’invasione di quella che è una fascia di tutela per tali attività.

Omessa richiesta di parere della Regione Abruzzo. Il provvedimento, si legge ancora nel ricorso, è stato adottato in paese violazione alle norme che richiedono l’acquisizione del parere delle Regioni interessate. Il Ministero, infatti, ha chiesto il parere alle Marche ma non all’Abruzzo, al quale non viene fatto alcun cenno. “Il fatto che non sia stato acquisito un parere specifico per la Regione Abruzzo (le Marche lo hanno rilasciato, ndr), secondo i ricorrenti inficia il procedimento e lo vizia per violazione di legge.

Su tutto questo si attende ora un pronunciamento di natura amministrativa, che però non sarà rapidissimo.

 

 

 

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