Pescara. E’ stata trasmessa alle autorità romene, dal Dipartimento per gli affari giudici della presidenza del Consiglio dei ministri, la richiesta, emessa dal gip del Tribunale di Pescara, per la consegna temporanea di Nelu Ciuraru, uno degli indagati per la morte di Anna Carlini, 33enne rinvenuta priva di vita nell’agosto del 2017 nel tunnel della stazione di Pescara.
Per Ciuraru, attualmente latitante, il pm Rosangela Di Stefano ha chiesto il rinvio a giudizio, con le accuse di violenza sessuale e omissione di soccorso aggravata dalla morte della persona. Insieme a Ciuraru rischia il processo, unicamente per omissione di soccorso, anche Robert Cioragariu, latitante come Ciuraru. Si riducono, quindi, le accuse, inizialmente incentrate sul concorso in omicidio volontario.
“La richiesta di consegna temporanea è stata emessa in seguito al nostro interessamento e ai contatti avviati anche con il ministro Salvini – ha detto questa mattina, in conferenza stampa a Pescara, l’avvocato Carlo Corradi, che assiste i familiari della vittima -. Ciuraru è infatti detenuto in Romania per altri reati, nonostante il mandato d’arresto europeo emesso dal gip del Tribunale di Pescara e il provvedimento di consegna alle autorità italiane emesso dalla Corte d’Appello di Timisoara”.
“L’imputato è stato arrestato il 2 novembre scorso durante un controllo – ha proseguito Corradi – ma a quanto pare potrà essere consegnato alle autorità italiane solo all’esito dei due procedimenti penali per i quali deve essere giudicato in Romania”. Il legale ha rimarcato che “in ogni caso c’è la massima attenzione, anche a livello politico e si spera di riuscire a muovere le acque, anche in considerazione del fatto che il reato commesso in Italia è molto più grave”.
“Anna oggi è morta due volte – ha aggiunto la sorella della vittima, Isabella Martello, in riferimento alla riqualificazione del reato di omicidio volontario in omissione di soccorso aggravata dalla morte della persona – Noi chiediamo giustizia, perché Anna è stata portata lì sotto, è stata fatta bere, abusata e lasciata morire e questo è omicidio. Anche chi ha visto – ha aggiunto Martello – e non ha mosso un dito per salvarla deve pagare”.