Manoppello: il Comune cerca appartamenti da destinare al progetto SPRAR

A conclusione di un lavoro iniziato nel mese di ottobre scorso con la nascita della Commissione Consiliare Migranti, con a capo la consigliera Barbara Toppi, lo scorso 16 aprile il Comune di Manoppello ha presentato un progetto al Ministero dell’Interno per aderire alla rete SPRAR, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

 

“La decisione”, spiega il presidente della Commissione, “si fonda soprattutto sulla necessità di non ritrovarsi a subire decisioni calate dall’alto, come è già accaduto, lasciando che privati e Prefettura abbiano il controllo dei flussi migratori sul territorio. Manoppello, infatti, ospita già sul territorio circa 80 migranti, alloggiati in due CAS, i centri di accoglienza straordinari gestiti dalla Prefettura che, nella sua piena autonomia decisionale, riparte il numero dei migranti da ospitare senza tener conto della densità abitativa. Si tratta, dunque, di una forma di accoglienza di esclusiva competenza della Prefettura e non partecipata all’ente comunale”.

“I CAS non sono mai la soluzione ideale per un territorio, innanzitutto perché dovrebbero essere deputati solo alla prima accoglienza e quindi gli ospiti vi dovrebbero restare un massimo di sessanta giorni, ma finiscono invece per passarci un anno. I luoghi di accoglienza sono scelti dalle cooperative che si aggiudicano le gare d’appalto indette dalla Prefettura, il che spesso crea un’eccessiva concentrazione di persone e non consente spesso di lavorare sull’integrazione. Basti pensare che il cibo arriva dall’esterno, non ci sono cucine, non c’è possibilità di formazione o di lavoro, non si riescono a realizzare veri progetti di integrazione socio economica”.

“Con il progetto SPRAR, invece, il Comune diventa protagonista dell’accoglienza, accedendo direttamente a fondi statali ed individuando i soggetti collaboratori, secondo norma di legge. Nella rete virtuosa dello SPRAR, inoltre, sono accolti solo migranti richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria già con un buon livello di integrazione, di conoscenza della lingua e della cultura italiana (seconda accoglienza). Con lo SPRAR, quindi, si avvia un reale percorso di integrazione, ma soprattutto di autonomia della persona, non si tratta di riempire strutture chiuse o alberghi dismessi, i luoghi di accoglienza sono scelti dal Comune. I migranti che entrano nella rete SPRAR possono fare la spesa e cucinarsi, possono partecipare a corsi di formazione o a progetti di inserimento sociale e lavorativo. Si tratta di un percorso che offre delle garanzie ed è sottoposto a controllo”.

“L’adesione alla rete nazionale SPRAR, inoltre, fa scattare la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che esenterà il territorio manoppellese dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza e quindi porterà alla chiusura dei centri accoglienza attualmente presenti a Manoppello. Il progetto presentato dal Comune di Manoppello riguarderà esclusivamente l’accoglienza di nuclei familiari, per un totale di 23 persone, che saranno ospitati in 5/6 abitazioni private site nei centri abitati dello Scalo e del Centro Storico”.

“La coprogettazione e la gestione dell’accoglienza sarà affidata all’ATI formata da Arci-Caritas-Samidad e Polis, selezionata attraverso un bando pubblico. Il progetto durerà 3 anni ed il contributo statale richiesto dal Comune di Manoppello è di oltre un milione di euro, a cui si aggiungerà un ulteriore 5% che sarà finanziato dall’ATI”.

Per poter realizzare il progetto, però, è necessaria la collaborazione dei cittadini, privati e operatori economici, disposti a cedere in affitto appartamenti per ospitare i migranti.

 

“Si è preferito questo modello di accoglienza in primis perché garantisce standard elevati di accoglienza, evitando la ghettizzazione, ma anche perché è un modo per coinvolgere e sensibilizzare maggiormente la cittadinanza, garantendo loro contemporanemente la certezza di un reddito dall’affitto. Il canone di locazione, infatti, è interamente coperto con risorse pubbliche, e pertanto certe, per un intero triennio. L’affitto arriverà puntuale e negli alloggi saranno accolti solo rifugiati o richiedenti asilo con il relativo nucleo familiare, in seconda accoglienza”.

“Ogni appartamento sarà seguito da un referente, che collaborerà con gli inquilini e con i proprietari, garantendo il corretto uso dell’immobile e facilitando le relazioni di vicinato. Oltre alla certezza di un reddito dall’affitto, ai proprietari sarà garantita ogni cura nella manutenzione”.

Per illustrare il progetto a tutta la cittadinanza e soprattutto a quelli interessati a diventare parte attiva del programma, giovedì 3 maggio, alle ore 20:30, presso la Sala Wojtyla a Manoppello Scalo si terrà un incontro pubblico, organizzato dalla Presidente della Commissione Migranti Barbara Toppi e dal Sindaco Giorgio De Luca.

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