Casa di riposo di Civitella del Tronto. Canzio: ecco come stanno le cose

Teramo. Roberto Canzio, commissario della Asp1 fa chiarezza. In una nota chiarisce i termini della vicenda legata alla casa di riposo Alessandrini di Civitella del Tronto, anche alla luce di quello che è stato l’ultimo incontro, in ordine di tempo, che si è tenuto in prefettura convocato dall’assessore regionale Pietro Quaresimale.

La nota

“Contrariamente a quando esternato dalla KCS non è infatti caduto alcun fulmine a ciel sereno perchè l’Asp1 non ha mai revocato il servizio che la cooperativa gestisce nella struttura di Civitella attraverso un contratto di affitto di un ramo di azienda a partire dal 1 dicembre 2020 e non attraverso un apposito bando di gara europeo. Come abbiamo avuto già modo di chiarire in un incontro pubblico svolto in Prefettura, non è stata infatti mai formalizzata alcuna revoca ma si è provveduto solo a comunicare l’avvio di una procedura di rettifica – attraverso lo strumento previsto dell’ autotutela – della data di scadenza dell’atto di proroga, in quanto il “contratto” di affitto del ramo d’azienda in
questione scadrà il 30 novembre 2023.

 

E’ necessario chiarire anche la vicenda dei presunti mancati pagamenti, da parte dell’Asp1, delle fatture emesse da KCS. Infatti, fin dall’inizio del mio insediamento in qualità di Commissario è stato accertato che il debito accumulato negli anni dall’Asp1 di Teramo ammontava a circa dodici milioni di euro e non a sei milioni, così come riportato nell’ultimo bilancio approvato nel 2018. Così come va ricordato che l’Asp 1 produceva una “perdita” sul bilancio corrente di circa due milioni di euro l’anno, per cui l’unica soluzione possibile era quella di effettuare dei piani di rientro a medio e lungo termine con i vari fornitori. Va chiarito anche come siano stati effettuati circa otto milioni di euro di accordi transattivi da parte della struttura Commissariale con i vari fornitori, tra l’altro a fronte di zero interessi facendo così risparmiare all’Ente circa settecentocinquantamila euro solo sugli interessi eventualmente dovuti.

Le uniche due aziende che non hanno accettato tali transazioni, per motivi diversi, sono state la PAP e la KCS che hanno deciso, avendone il diritto, di intraprendere altre strade. Nello specifico,
proprio la KCS ha notificato a gennaio del 2022 un primo decreto ingiuntivo – prontamente opposto dalla struttura commissariale – che ha visto KCS soccombere, oltre che condannata al pagamento delle spese legali. Un provvedimento, questo, al quale tra l’altro la stessa Cooperativa non ha neppure ritenuto di opporsi. Non soddisfatta, nonostante la disponibilità dimostrata da parte del sottoscritto a che si trovasse una soluzione, la stessa KCS ha notificato un secondo decreto ingiuntivo che sarà discusso ad ottobre 2023.

Quindi, se la situazione risulta “bloccata”, lo si deve all’atteggiamento assunto dalla KCS in risposta alla prima sentenza emessa favorevole all’Asp1. In conclusione, in merito alle continue minacce da parte della cooperativa KCS di non pagare gli stipendi ai soci lavoratori va chiarito, come abbiamo già fatto nell’ultima riunione in Prefettura alla presenza dei rappresentanti dei soci lavoratori, che se per il futuro la KCS non dovesse effettuare il pagamento degli stipendi lo farà direttamente l’Asp1.

E va anche evidenziato come, solo dopo questa nostra presa di posizione, la KCS abbia deciso di procedere al pagamento dell’ultima mensilità, così come confermato nell’ ultima nota della stessa cooperativa e pubblicata sui vari siti di informazione lo scorso 16 giugno.

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