Pescara, un’altra casa trasformata in prigione. La denuncia del M5S

“Un’altra casa trasformata in prigione dall’incuria e dall’inefficienza della Regione Abruzzo. Siamo a Pescara, nelle case Gescal di via Valle di San Mauro”. A raccontare la storia di due anziane è ancora una volta il consigliere regionale Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari.

Gelsomina, 89 anni e Carmina, 78, lo hanno chiamato dopo aver letto la storia analoga di una donna di Montesilvano, rilanciata sempre da Pettinari. Le due anziane “vivono ormai chiuse nel loro appartamento Ater da anni a causa della mancanza dell’ascensore”. “Un’altra storia terribile – osserva il consigliere – che si consuma nelle case di edilizia pubblica di proprietà della Regione e che sembra però non interessare a nessuno. Il palazzo in cui vivono queste donne al quarto piano è fatiscente, con numerosi infiltrazioni d’acqua nell’androne delle scale. Il cortile condominiale è pieno di buche che rendono difficoltoso sia il passaggio di auto che di persone. I canali di scolo, realizzati non più di un anno fa, sono già deteriorati poiché probabilmente eseguiti con lavori sommari. Insomma un vero e proprio inferno”.

“È inaccettabile – incalza Pettinari – che si debba assistere a queste situazioni in una città come Pescara. La Regione Abruzzo continua a non stanziare fondi necessari per la reale risoluzione della problematica. Il presidente ha sempre strizzato l’occhio alle grandi opere, molte inutili o non prioritarie, e delle periferie si ricorda solo in campagna elettorale con stanziamenti inutili per cifre che non risolveranno mai il problema realmente”.

“Gli emendamenti che ho presentato al bilancio di previsione 2018 per stanziare risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria nonché per la realizzazione degli ascensori nella case popolari – aggiunge – sono stati tutti bocciati dalla maggioranza di governo regionale a guida Pd. Sono profondamente amareggiato da questo modo di comportarsi nei confronti di chi ha bisogno, dei disabili, degli ultimi e indifesi della nostra società”.

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