L’Aquila. ‘Pochi giorni prima delle elezioni amministrative c’è stato un Sindaco uscente (Picinisco, FR) che, al contrario di tanti altri candidati alla rielezione, ha avuto il coraggio di portare in Consiglio comunale la proposta di un’Area Wilderness a tutela di una parte del proprio territorio comunale e per cautelarsi contro un’ipotesi di ampliamento di un Parco Nazionale. Onore al merito: Marco Scappaticci è stato rieletto.
Al contrario, la Sindaca uscente di Lampedusa aveva appoggiato e forse preteso l’istituzione del solito inutile e, soprattutto, non meritorio, Parco Nazionale (finora rimasto sulla carta dal punto di vista politico-finanziario, ma presente come una spada di Damocle sulla testa dei cittadini: decreto del giugno 2016 ma in pendenza di attuazione). Disonore al demerito: Giusi Nicolini non è stata rieletta‘.
Lo evidenzia in una nota Franco Zunino, Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness.
‘Due esempi, magari casuali, ma che dovrebbero far riflettere tutti i Partiti politici ed i loro personaggi, specie quelli sempre sensibili all’idea di istituire enti inutili o di dichiararsi paladini in difesa degli animali credendo così di difendere La Natura e di dimostrarsi ecologisti. Esempio che dovrebbero far capire che anche il mondo rurale è un bacino di voti; che magari non è confrontabile con quelli urbani delle grandi città che del mondo rurale hanno dimenticato tutto sebbene ne usufruiscano quotidianamente sui loro deschi, ma è un bacino di voti che a volte può fare la differenza.
Il piccolo Comune di Picinisco, che dal 1923 subisce il Parco Nazionale d’Abruzzo, ha deciso di opporsi ad un ventilato “ampliamento mascherato” dietro l’astrusa (per il popolo locale) denominazione di Area contigua (che le autorità regionali e ministeriali potrebbero volergli imporre contro la loro volontà amministrativa), lo scorso maggio ha deliberato prima la sua volontà di non fare parte di questa fantomatica “Area contigua” che la legge sui Parchi Nazionali, sia quella esistente sia quella in discussione al Parlamento, vorrebbe costringere i Comuni a dotarsi; ciò facendo mettendo le mani avanti per un eventuale ricorso avanti la Corte Costituzionale ed il Consiglio di Stato (in più di un caso hanno sentenziato che senza l’assenso dei Comuni non si possano istituire aree protette governative).
Successivamente, anche per dimostrare la volontà di salvaguardare i proprio territori di alto valore ambientale, Picinisco ha deliberato la designazione di un’Area Wilderness di oltre 1.000 ettari, estesa dai confini del Parco Nazionale a comprendere la parte di territorio selvaggio che ancora non ne fa parte e che ricade nell’ambito di un’Azienda Faunistico Venatoria dove i cacciatori locali possono praticare la loro attività come prevede la legge e come lo Stato garantisce agli utenti che versano una tassa a questo scopo.
Il piccolo Comune di Lampedusa invece, che già subisce gli impattanti problemi dei continui sbarchi di emigranti dall’Africa, sperava di godere di finanziamenti pubblici e di “cadreghe” (leggasi posti di potere), accogliendo la proposta dei soliti “parchisti” (perlopiù anticaccia e fautori di un turismo sempre più invadente, perché porterebbe soldi a prescindere dai danni che arreca a fauna e ambiente), e del Ministro dell’Ambiente, aveva dato il consenso ad un nuovo, ennesimo (ed inutile!) Parco Nazionale.
Il decreto era stato approvato nel giugno del 2016: ma non era mai stato attuato (forse proprio nel timore che la gente si rendesse conto del suo aspetto negativo in vista delle imminenti elezioni!). Evidentemente i cittadini di Lampedusa hanno comunque intravisto la trappola, prevedendo e ben sapendo che LORO, e non il municipio, ne avrebbero pagato lo scotto (anche perché già pagano quello di essere, sempre d’autorità, “Patrimonio dell’Umanità”). E così la tanto esaltata Sindaca ecologista, pacifista e terzomondista (così l’hanno definita i media) non è più tale! Ora si dice che aspetti un posto in qualche Partito.
La Natura non la si protegge sulla testa dei cittadini che ne sono proprietari da sempre, ma con il loro consenso e con il legittimo rimborso reale (non a chiacchiere o con promesse di sviluppo!) per le eventuali rinunce che devono fare per soddisfare le altrettanto legittime esigenze culturali della Nazione e di tutto il popolo. Così avviene nelle Nazioni a democrazia compiuta. Imparino, i politici tutti!, conclude Zunino.