L’Italia è uno dei paesi demograficamente meno giovani d’Europa. Nella nostra nazione la percentuale delle persone oltre i 65 anni cresce in maniera esponenziale a causa della bassa natalità e all’incremento dell’aspettativa di vita.
“L’invecchiamento della popolazione – ha sottolineato Bracco – è un fatto incontestabile che impone allo Stato italiano, e non solo, di adottare politiche sociali finalizzate a dare una risposta ai bisogni e alle necessità di questa crescente fetta di popolazione”.
Fino a questo momento le risposte date dallo Stato si sono concretizzate essenzialmente in erogazioni monetarie (quali pensioni, indennità di accompagnamento ecc.) che non sono, da sole, più sufficienti a fornire risposte soddisfacenti alla poliedricità del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione.
“Si avverte pertanto la necessità di soluzioni innovative – precisa il consigliere di Sinistra Italiana – che vadano oltre la semplice erogazione di una pensione che tra l’altro, in periodi di crisi economica come quelli attuali, riesce sempre più raramente a garantire una vita dignitosa”.
“Tra le soluzioni emerse negli ultimi anni – pone in evidenza Bracco – abbiamo il fenomeno del cosiddetto ‘cohousing’. Si tratta di una forma di convivenza nuova in cui anziani soli, che non possono contare sull’assistenza di familiari e che usufruiscono di una pensione di poche centinaia di euro al mese, si uniscono con altre persone anche di età diverse per dividere le spese e farsi compagnia”.
Tale fenomeno, nato negli Stati Uniti negli anni ’60, si è rapidamente diffuso in Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Canada, Giappone e Germania.
“In Italia il fenomeno del cohousing – aggiunge Bracco – è ancora poco diffuso, ma sta rapidamente prendendo piede sotto la spinta dei mutamenti demografici che hanno visto la crescita di nuclei familiari composti da un’unica persona, magari sola e anziana, come ad esempio il progetto Abitare solidale, promosso dalle associazioni Auser e Artemisia a Firenze, Bagno a Ripoli e Scandicci”.
Esistono pertanto varie forme di ‘cohousing’ e possono svolgere la funzione di “organizzazione intermediaria” esclusivamente quelle associazioni di volontariato regolarmente iscritte nel Registro previsto dalla legge regionale n. 37 del 12.08.1993, “a titolo completamente gratuito ed è vietata qualsiasi forma di compenso data dal soggetto ospitante o dal soggetto ospitato all’organizzazione intermediaria”.
Le più diffuse sono essenzialmente due: nel primo caso una persona anziana rimasta sola con una grande casa decide di affittarne le stanze, ospitando persone della stessa età, ma anche giovani coppie, lavoratori e studenti fuori sede, famiglie di immigrati o ragazze madri.
“La seconda tipologia è invece più complessa. Si tratta di veri e propri Condomini sociali – spiega il consigliere regionale – ovvero di strutture dedicate alle persone anziane composte da mini appartamenti e molti spazi in comune per le più svariate attività”.
In conclusione per Leandro Bracco il progetto di legge propone di “aiutare le persone anziane abruzzesi a trovare un inquilino o più inquilini fidati con cui dividere le spese, farsi compagnia e affrontare le difficoltà della vita quotidiana con il sostegno materiale e morale, incentivando il diffondersi.