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Colpo di stato in Turchia. Proclamata la legge marziale

Carri armati nelle strade di Istanbul e Ankara, l’esercito turco si ribella contro il presidente Erdogan e dichiara: “abbiamo preso il potere”. Erdogan: “la pagheranno”.

È scattato intorno alle 22.00 il golpe che si sta svolgendo in questo momento in Turchia. Le prime indiscrezioni provenienti dalla Turchia parlavano di caccia F16 in volo su Ankara e di carri armati posti a bloccare i ponti che permettono di attraversare il Bosforo e quindi di collegare la parte europea di Istanbul con quella asiatica.

A quanto pare i militari hanno preso il controllo anche dell’aeroporto internazionale di Istanbul dove stati cancellati tutti i voli, sia in partenza che in arrivo, nonché della televisione di stato che ha interrotto le trasmissioni. Tramite il proprio sito istituzionale, lo stato maggiore dell’esercito turco ha dichiarato: “Abbiamo preso il potere in Turchia per proteggere la democrazia e ristabilire i diritti civili” mentre il premier Erdogan, che nel frattempo si è rifugiato in un luogo segreto, ha invitato i cittadini turchi a scendere in piazza contro i golpisti. Voci non confermate parlerebbero anche di una fuga di Erdogan all’estero, in particolare sembrerebbe che il presidente turco avrebbe chiesto asilo in Germania ma le autorità tedesche avrebbero impedito al suo aereo di atterrare.

Secondo le ultime notizie che giungono da Istanbul, i golpisti hanno proclamato la legge marziale e il coprifuoco in tutta la Turchia, mentre la Cnn parla di una esplosione nella sede della tv di stato e di una sparatoria ad Istanbul, in piazza Taxim.

Al momento è molto alto il rischio che il golpe diventi sempre più cruento, in particolare si temono scontri tra reparti dell’esercito, fedeli ai golpisti e reparti della polizia che almeno per il momento sembra essere rimasta fedele al premier Erdogan.

Gli sviluppi della situazione turca sono seguiti con apprensione dalle cancellerie di tutto il mondo occidentale, dato che la Turchia è uno dei paesi membri della Nato ed inoltre rappresenta, in questo particolare momento storico, un fondamentale baluardo dell’alleanza atlantica nella sempre più instabile area del medio oriente.