Teramo, mamme in rivolta per l’accesso vietato ai papà in sala parto

“Chiediamo solo di essere ascoltate e di avere rassicurazioni”. Un momento di gioia, come dovrebbe essere quello di dare alla luce un figlio, si sta trasformando in un vero e proprio incubo per una trentina di future mamme che, a causa dei lavori di sistemazione del reparto di Ostreticia all’ospedale di Teramo, chiedono informazioni su quanto dovranno affrontare per far nascere i propri bambini.
Il rifacimento del reparto, infatti, mai ristrutturato finora dalla sua realizzazione, sta provocando notevoli disagi sia alle pazienti, sia ai bimbi del nido, sia a coloro che vi si recano anche solo per delle semplici visite.

Ma la preoccupazione principale delle donne, molte delle quali in attesa del primo figlio, riguarda l’impossibilità di poter contare sulla presenza di un familiare durante uno dei momenti più delicati per mamma e bambino, come è quello della nascita. L’inagibilità delle sale parto, infatti, ha costretto a spostare nelle sale operatorie le pazienti sia per il parto naturale che per quello cesareo, non consentendo così alle partorienti di avere vicino un proprio caro.

Una condizione ingiusta, protestano le mamme che, solo a pochi giorni dalla nascita dei loro figli, hanno appreso del divieto di accesso dei papà nelle sale parto, dovendo quindi partorire esclusivamente gli addetti ai lavori, senza il sostegno di un marito o un familiare vicino.

Nonostante le richieste di chiarimento, per le mamme, che matedì scorso si sono recate nella direzione sanitaria per avere rassicurazioni in propostito, la sola notizia ricevuta è stata che il primario sta cercando delle soluzioni alternative, per l’individuazione di un accesso sterile alle sale operatorie anche per i papà.
Un ulteriore motivo di ansia, inoltre, riguarda l’incertezza di poter effettuare il parto indolore, assicurato all’inizio e ora non più certo per la mancanza di anestesisti, che sta dirottando molte mamme, in un vero e proprio pellegrinaggio, verso l’ospedale di sant’Omero, visto che quello di Atri è in via di chiusura.

“Il miglioramento del reparto fa piacere a tutte”, dicono le trenta mamme, “ma ci si augura di avere il meno disagio possibile, viste le delicate condizioni del momento che stiamo vivendo”.

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