Ha innescato delle polemiche aspre quanto fatto dall’esecutivo Meloni in materia di lotta contro il tumore al seno. Proteste vibranti da parte delle opposizioni.
Tumore al seno, questa è una delle malattie più dure da contrastare. Sono tantissime le donne che purtroppo hanno a che fare con la cosa, visto che le stime in Italia riferiscono di 55mila casi di malattia all’anno. In tutto il mondo invece sono due milioni le donne che si ammalano di tumore al seno con cadenza annuale, presentando nuovi casi. Riguardo alla popolazione femminile, il tumore al seno è ritenuto la prima causa di morte in ambito oncologico.
Ed il tumore al seno è anche quello generalmente più diffuso tra le donne. La ricerca ha compiuto dei progressi molto importanti, per fortuna. Ci sono nuove strumentazioni, nuovi modi di procedere con la diagnosi e con il trattamento della malattia ed un accorciamento dei tempi rispetto al passato nel necessario percorso terapico da intraprendere.
Si sopravvive anche di più: dopo 5 anni dalla diagnosi, per l’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) quasi il 90% delle donne è in vita. Anche per gli stadi più avanzati di tumore al seno le chance si sopravvivenza sono più alte che in passato. Si può arrivare anche al 70%. La cura prevede radioterapia e chemioterapia, ed anche delle terapie ben specifiche. La ricerca è concentrata pure sul trovare dei modi per impedire che, una volta che si guarisce, la malattia possa ripresentarsi. Ma c’è una brutta notizia, che arriva direttamente dal governo Meloni.
Infatti il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fermato l’emendamento per il quale era previsto lo stanziamento di fondi per 6 milioni di euro all’anno proprio al preciso scopo di favorire la ricerca contro il tumore al seno. Questi soldi sarebbero serviti per rinforzare le politiche di prevenzione del tumore al seno. Ma la Commissione Bilancio del Senato ha opposto un parere negativo, dopo avere consultato lo stato delle liste di attesa in ambito medico e sanitario.
Quali sono i motivi di questo rifiuto nel destinare fondi importanti in sostegno della ricerca contro il tumore al seno? Semplicemente, il Ministero dell’Economia ritiene tale copertura non soddisfacente allo scopo. Scopo che consiste nel fare in modo che aumentino i controlli annui in ambito mammografico svolti tra le donne dai 45 anni in poi. Questa fascia della popolazione femminile, più nello specifico quella compresa tra i 45 ed i 50 anni e tra i 70 ed i 74 anni, è esclusa dai piani standard previsti dal Servizio Sanitario Nazionale.
Leggi anche: Scoperta una diagnosi precoce immediata per una forma molto comune di cancro, come avviene
Questi sei milioni avrebbero dovuto essere erogati a partire da quest’anno e fino al 2027, per un totale di 18 mln. Poi avrebbero dovuto seguire delle valutazioni ulteriori in merito a se proseguire oppure no. Sarebbero stati dei soldi utili per metterci una pezza in regioni nelle quali il SSN non dà copertura alle donne prima dei 50 anni e dopo i 69.
Anche altri fondi annui da 5 milioni di euro, in questo caso per la prevenzione di malattie agli occhi, non è passato per lo stesso motivo. Dare strumenti per rinforzare la prevenzione è un qualcosa che permette di individuare ogni tipo di malattia potenzialmente grave con grosso anticipo.
Leggi anche: Allarme dei medici, “una donna su 8 avrà il cancro”: il motivo spaventoso
E rende più facile contrastarla. Inutile dire che molti esponenti delle opposizioni hanno criticato questa scelta, soprattutto in virtù del fatto che invece si parla di più di 30 miliardi di euro previsti per il riarmo, dato il panorama politico mondiale particolarmente ostile nei confronti dell’Europa.