Sindrome del tramonto quali sono le caratteristiche peculiari di questo disturbo. Come intervenire per limitare le conseguenze.
La ricerca medica continua nel suo progresso individuando disturbi e sintomi che fino a poco tempo fa erano rubricati come semplici malesseri. In particolare gli studi neurologici, soprattutto in rapporto all’ambiente esterno e alle conseguenze che le variazioni di elementi come luce, buio, rumore possono avere sui cicli di sonno e di veglia, sull’umore e in genere sullo stato emotivo, sono in continua evoluzione.
Da tenere presente che spesso nuovi sindromi e disturbi sono associati a malattie preesistenti, complicando ulteriormente il quadro clinico. Nel caso di questa sindrome emerge come il consueto e giornaliero movimento solare e la connessa diminuzione della luce abbiano effetti particolari su alcuni soggetti. Ma vediamo i dettagli del disturbo.
Per alcune persone già alle prese con malattie come l’Alzheimer o altre forme di demenza senile, le variazioni della luce solare e in particolare la sua diminuzione determinano un gruppo di sintomi e comportamenti, definiti dai ricercatori statunitensi sindrome del tramonto.
Questa sindrome inizia con il calare del sole e continua durante le ore serali e notturne. Determina problemi con la memoria, la personalità, l’umore generando stati emotivi come ansia, preoccupazione, tristezza, irrequietezza, instabilità. Inoltre i soggetti colpiti mostrano grande difficoltà ad addormentarsi e a restare addormentati.
Queste problematiche sono connesse al deterioramento dell’orologio biologico del cervello, connesso alla presenza di malattie degenerative delle cellule e connessioni del sistema neurovegetativo. Il malfunzionamento di questo sistema provoca effetti deleteri sul ciclo circadiano (veglia – sonno), importante nella regolazione dei comportamenti.
L’esaurimento mentale e fisico, gli ambienti nuovi e confusi, l’abbassamento delle luci nelle ore serali contribuiscono a peggiorare le condizioni di chi soffre di questo disturbo. Ma come intervenire per migliorare questo stato? Il primo obiettivo è migliorare la qualità del sonno, introducendo routine comportamentali e suddivisione delle attività diurne. Lo strumento è l’aumento del numero di ore di luce solare.
Piuttosto che intervenire con farmaci, che possono avere degli effetti collaterali gravi su alcuni soggetti, i medici consigliano di utilizzare rimedi farmacologici più blandi come la melatonina, introducendo dell’attività fisica nelle ore pomeridiane. Importante quindi ridurre le fonti di stress e tensione emotiva nelle ore che precedono il tramonto e condurre attività rilassanti la sera.
Dunque l’esposizione alla luce solare, come l’attività fisica quotidiana (è sufficiente una passeggiata pomeridiana) unite alla riduzione di caffeina nella giornata, all’assunzione di pasti leggeri la sera, all’eliminazione di bevande alcoliche possono contribuire a ridurre gradualmente questa sindrome e a ricreare il giusto ciclo veglia-sonno, in persone anziane già alle prese con gravi malattie neurologiche.