Rigopiano deve tornare a splendere: la lettera

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un cliente dell’Hotel Rigopiano ma sopratutto di un residente che ama l’Abruzzo e la zona di Farindola, che lancia la speranza di un nuovo futuro per le zone colpite dal maltempo e della valanga.

La speranza è stata l’ultima a morire. Mai come ora potrei capire meglio questo proverbio secolare. Ho sperato, addirittura sognato che qualcun altro potesse salvarsi, potesse uscire da quelle macerie gridando l’ho fatta’. Spesso ho cercato di immaginare cosa si possa provare in una situazione simile, cosa si possa pensare mentre si aspetta che qualcuno arrivi a salvarci la vita, ma non ci sono riuscito. Vivere un’esperienza simile segna per sempre, con un colore marchiato che a stento andrà via. Ho sperato tanto per Marinella, una ragazza gentile e a modo. Quando sono stato ospite dell’albergo mi ha trattato con una tale magnanimità che lo ricordo ancora. Presto sarei tornato, il buono per la Spa è dentro il mio cassetto. Ed ho pensato proprio a lei, che avrei rivisto subito dopo essere sceso dall’ascensore, prima di iniziare il percorso benessere che illustrava a meraviglia. Ho sperato tanto anche per Roberto. L’impegno e la passione con cui ha curato ogni minimo dettaglio di quella struttura sono stati minuziosi, propri di chi era finalmente riuscito a mettere su un’attività all’avanguardia, meta di turisti provenienti da molte parti del mondo. Ho sperato per tutti. Sono contento per coloro i quali potranno riabbracciare le loro famiglie. Mi stringo invece a chi non potrà farlo o a chi potrà farlo solo parzialmente. Il dolore è straziante, ma Rigopiano deve tornare a splendere. Per tutti loro, per le persone che per staccare un po’ da questa vita frenetica e caotica ci hanno rimesso la pelle. È tutto troppo ingiusto, la rabbia corrode dentro. Ma ce la faremo, dobbiamo. Un servizio che ho visto stasera mi ha ricordato che la nostra non è una regione, ma un paradiso terrestre. Ciò che ci circonda fa invidia e non merita l’attenzione di molti, soprattutto di quelli che anche in un’occasione del genere non hanno fatto altro che criticare e disprezzare. Allora noi facciamo così: aspettiamo che questi signori del business ci facciano tornare alla nostra umile quotidianità e insieme andremo avanti per chi queste zone le ha valorizzate davvero, per chi, servendo vino o facendo massaggi, ha dato un contributo importante nel suo piccolo.

Lorenzo L.

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