Internet è gratis. O forse no.

Quanto ci costano i siti web che utilizziamo e tutti i servizi che i colossi del web ci mettono a disposizione? O meglio, qual’è la moneta con la quale ripaghiamo google, facebook e instagram per l’utilizzo dei loro servizi?

L’iscrizione alle principali piattaforme on line non richiede alcun pagamento in denaro. Quello che cediamo in cambio dei servizi che riceviamo è l’utilizzo inconsapevole (e spesso indiscriminato) dei nostri dati personali.

I nostri dati hanno un valore su cui si basa la quasi totalità del modello di business dei colossi digitali. Questi, infatti, vendono spazi pubblicitari agli inserzionisti grazie alla loro capacità di indirizzare minuziosamente i messaggi verso utenti e gruppi di utenti dei quali conoscono abitudini, scelte, preferenze, desideri. Non a caso sulla homepage di Facebook la scritta “è gratis e lo sarà per sempre” è stata da poco sostituita con “è veloce e semplice”.

Chi di noi prima di installare un app sul proprio smartphone ha letto le lunghissime condizioni e i termini di utilizzo prima del pulsante “accetto”, sa già che condizione necessaria per l’utilizzo del servizio è la cessione dei dati personali al fornitore il quale si riserva di cederli a terzi. Per tutti gli altri, e sono la maggior parte, occorre maturare la consapevolezza che i nostri dati personali oltre a rappresentare un piccolo pezzo della nostra vita che cediamo a terzi, hanno anche un valore economico che può arrivare a centinaia di euro. Si trovano in rete, infatti, siti internet che promettono lauti guadagni in cambio della cessione dei propri dati a fini di lucro (weople, wibson ecc..).

Avv. Luca Iadecola

Esperto privacy, dpo

 

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