Provincia di Chieti, Di Giuseppantonio interviene all’Assemblea delle Province del centrosud

enrico_di_giuseppantonioChieti. “Così com’è impostata la riforma delle Province è palesemente incostituzionale, antidemocratica e priva di elementi dai quali si evinca un risparmio considerevole in termini di spesa pubblica del Paese e non farà altro che innalzare a livello esponenziale i disservizi e i costi della funzione pubblica. Si affronti il tema del riordino del sistema delle amministrazioni periferiche senza perdite di tempo, il Parlamento resti aperto anche tutti i giorni poiché chi vi siede ha indennità sufficienti per dedicare molto tempo ai problemi dei cittadini. Senza interventi rapidi e concreti si rischia di mandare in tilt la gestione dei territori e di eludere ancora una volta il problema del debito pubblico”.

E’ quanto ha affermato il presidente della Provincia di Chieti nonché vicepresidente nazionale dell’Unione delle Province d’Italia, Enrico Di Giuseppantonio, nel corso del suo intervento all’Assemblea delle Province del Mezzogiorno, in corso a Napoli e convocata dall’Upi per rispondere con forza alla spirale di disinformazione che ruota attorno alle Province e per esprimere la più netta contrarietà al Disegno di Legge Delrio sulla riforma delle Province.
“Se stiamo portando avanti questa che il presidente Upi Saitta chiama operazione verità – ha affermato il presidente Di Giuseppantonio – è perché non possiamo sopportare di essere indicati come la causa dello spreco nel Paese: le Province rappresentano l’1,53% della spesa pubblica del Paese, con una spesa corrente complessiva diminuita dell’11% negli ultimi cinque anni. Dunque è assolutamente scorretto, anche dal punto di vista istituzionale, attribuire alle Province la responsabilità dell’attuale empasse della Pubblica Amministrazione”.
Poi un riferimento all’Abruzzo e alla Provincia di Chieti: “la mia regione conta 305 Comuni, di cui 250 hanno una popolazione inferiore a 5mila abitanti, mentre la provincia di Chieti conta oltre 2mila chilometri di strade, 47 edifici scolastici superiori, tra cui alcuni situati in piccoli borghi dell’entroterra, e quasi 18mila studenti. Noi amministratori della cosa pubblica abbiamo il diritto di sapere come difendere e tutelare i diritti di tutti i cittadini. Sicuramente una riforma delle autonomie locali – ha proseguito il presidente Di Giuseppantonio – appare oggi improcrastinabile, vitale per rilanciare una volta per tutte il Sistema Paese: un riordino, quindi, nell’ottica di una concreta razionalizzazione dei costi ma senza scippare alle Province il loro ruolo costituzionale. Ci si concentri invece su tutti gli enti strumentali, reale fonte di indebitamento della Pubblica Amministrazione assieme ai costi della politica, che operano nell’ambito di funzioni già attribuite agli Enti Locali, tra cui ovviamente le Province.
“Se le cose non cambiano davvero – ha concluso il presidente Di Giuseppantonio – ci troveremo di fronte a un caos istituzionale che non ha precedenti nella storia del nostro Paese, in cui il cittadino non avrà più un referente chiaro cui rivolgere le proprie istanze, con gravi danni sociali, economici, culturali in un’Italia già fin troppo martoriata”.

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