Servizi per la prima infanzia, D’Alessandro (Idv): Esclusi 400 giovani dal mercato del lavoro

asilo-nidoLa Giunta regionale ha approvato a fine anno un “disciplinare sperimentale” con il quale si fissano i criteri per l’accreditamento dei servizi educativi destinati alla prima infanzia.

“La procedura adottata dalla Giunta regionale”, dichiara il vice Capogruppo regionale dell’IdV, Cesare D’Alessandro, “è illegittima intanto nella forma, perché la competenza regolamentare appartiene (per Statuto) al Consiglio, ma soprattutto nel merito penalizza i tantissimi giovani, probabilmente in maggioranza donne, che perdono così ogni speranza di poter lavorare come assistenti per la prima infanzia”.

Secondo D’Alessandro, “la Giunta, di fatto, con il proprio ‘disciplinare’ estromette dal mercato del lavoro oltre 400 giovani, i quali, fidandosi della Regione, hanno impegnato il proprio tempo, i propri soldi, le proprie intelligenze, per seguire i corsi professionali finalizzati a conseguire il titolo di educatore per la prima infanzia. E inoltre, perde anche un’ottima occasione per avviare finalmente un percorso che possa, a medio termine, portare a una certa riduzione delle rette per gli asili nido. Perché l’Assessore Gatti (art. 6 del disciplinare) consente l’inquadramento a chi, nelle strutture private, ha svolto per almeno due anni il compito di educatore, pur non avendo il relativo titolo di studio? Perché la stessa possibilità non viene offerta a chi, fidandosi della Regione, ha seguito gli appositi corsi professionali? Più in generale, è urgente un ulteriore e analitico approfondimento circa la cattiva e illegittima pratica, insorta negli ultimi tempi, di adottare con provvedimento di Giunta quelli che sono veri e propri regolamenti, quindi demandati alla competenza del Consiglio regionale. A tal proposito, chiederò di effettuare una ricognizione di tutti gli atti approvati dalla Giunta Chiodi in forma di ‘disciplinari’ e ‘decreti di attuazione’, valutando anche il comportamento di quei dirigenti che si sono prestati a violare le norme statutarie della Regione”.

 

La replica dell’assessore regionale Paolo Gatti. “Le parole di D’Alessandro escludono che egli abbia la minima competenza in materia. La disciplina dell’accreditamento è un vanto per la nostra Regione ed è stata predisposta non da me, ma dal Nucleo di coordinamento pedagogico regionale, che racchiude al suo interno tutte le migliori esperienze abruzzesi in materia di nidi. Il Nucleo si è avvalso della prestigiosa collaborazione, ovviamente gratuita, dei migliori esperti nazionali, tra cui alcuni provenienti dalla regione Emilia Romagna. In materia di nidi e di servizi ai bambini da zero a tre anni, la qualità deve vincere su tutto, soprattutto sulla superficialità e demagogia di chi vorrebbe far lavorare in questi delicati ambiti persone rispettabili ma che non hanno i requisiti previsti dalla legge”.

 

La contro-replica di Cesare D’Alessandro. E’ probabile che l’Assessore Gatti, scottato dal pessimo giudizio che gli abruzzesi riservano alla Giunta di cui fa parte, tanto da porla all’ultimo posto in Italia, sia talmente risentito da non collegare la lingua col cervello. Invece di rispondere nel merito delle questioni sollevate sul “disciplinare” dei servizi per la prima infanzia, mi offende sul piano personale e professionale dandomi dell’incompetente. Non fosse altro che per aver trascorso gran parte della mia esistenza ad educare ragazzi, dovrei rispondergli a tono e magari dirgli, io educatore di ragazzi, che lui, nella sua vita di avvocato, è poco meno di un azzeccagarbugli; ma non lo faccio e riformulo le mie domande nel merito, alle quali mi auguro vorrà dare una risposta che finora non c’è stata: é vero o non è vero che la competenza esclusiva ad approvare il regolamento per i servizi educativi all’infanzia è del Consiglio regionale? E’ vero o non vero che secondo quanto previsto nel disciplinare approvato dalla Giunta regionale (art. 6, secondo comma) chi ha prestato lavoro presso le strutture private, per due anni anche non continuativi, si vede riconoscere il profilo di educatore per l’infanzia anche senza il titolo del diploma di laurea? E’ vero o non è vero che la Regione, negli ultimi quattro anni – guarda caso, proprio quand’era assessore Gatti – ha organizzato corsi professionali finalizzati alla formazione di educatori per la prima infanzia, spendendo un mucchio di soldi pubblici e facendone spendere altrettanti ai giovani? E’ vero o non è vero che a circa 400 di questi giovani, illusi dalla Regione, adesso non rimane più alcuna chance di lavoro nel settore in quanto il disciplinare non riconosce i loro requisiti? Riguardo la presunta “qualità” che Gatti evoca a parole senza darne conto nei fatti, gli ricordo che la qualità di un servizio è data dal grado di soddisfacimento degli utenti e non già, come fa lui, autocertificata a priori dallo stesso proponente di un atto assunto in forma illegittima e per ciò stesso possibile oggetto di eventuali ricorsi e controversie.

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