Interventi post-alluvione nel teramano: la formula del Pd

Pd_DalessandroDiLucaRuffiniPescara. Percorrere l’esempio del Veneto e delle Marche: ottenere lo stato d’emergenza immediatamente per le zone del teramano colpite dall’alluvione. È questa la richiesta che il gruppo regionale del Pd si prepara ad avanzare domani, in apertura della seduta del Consiglio.

Sono state illustrate oggi in conferenza stampa le richieste che il gruppo regionale del Pd presenterà domani al Consiglio, riportate in un documento dall’emblematico titolo, “Risoluzione Urgente”. Il concetto è già chiaro: agire con i tempi dell’immediatezza e in modo risoluto. Sono il capogruppo Camillo D’Alessandro e i consiglieri di marca teramana Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca a parlare di “regionalizzazione del dramma” e di “rimodulazione dei fondi”.

In sostanza si chiede di “estendere la tragica situazione post-alluvione ad un problema di carattere regionale”, sulle orme di quanto accaduto dopo il sisma aquilano, “per non lasciare le zone del teramano nella solitudine”. Inoltre di “rimodulare fondi quali Fas, Fesr e altri programmi comunitari, per intervenire tempestivamente nelle zone colpite”.

Tutto ciò seguendo, verso la richiesta dello stato di emergenza, le orme del Veneto “che lo scorso novembre in 72 ore riuscì ad ottenere l’emergenza, grazie all’intervento di filiera del governatore Zaia con Berlusconi e Bossi” o come l’altra vittima della più recente alluvione, “la Regione Marche, che già mercoledì avrà un colloquio con i vertici di Stato”.

Il grido d’allarme viene lanciato soprattutto per coprire le spalle, e le tasche, dei sindaci e dei Comuni colpiti, che stanno operando per ripristinare la più possibile normalità usufruendo di quella che l’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianfranco Giuliante, ha chiamato “Somma-urgenza”, fondi che verranno ristorati agli stessi Comuni in un secondo momento: “Ma non si può agire senza certezza: se un Comune spende 2 milioni di euro per rimuovere il fango e per ripristinare strade e infrastrutture, senza che la Regione dia la certezza di copertura finanziaria, rischia il fallimento”, ha spiegato Robert Verrocchio, segretario provinciale Pd per Teramo, “Per questo chiediamo che venga autorizzata la deroga al Patto di stabilità, concedendo formalmente ai Comuni di accendere dei debiti fuori bilancio”.

La situazione presenta, ormai, criticità in ambito economico, ambientale e sanitario. Intere zone della Val vibrata risultano isolate dal capoluogo per l’interruzione delle reti viarie (solo per la ricostruzione delle strade il Pd stima siano necessari 20 milioni di euro), depuratori spazzati totalmente o in graduale blocco man mano che il fango nelle tubature continua a seccarsi, fogne al collasso: si rischia così, oltre al collasso sanitario, un crack del settore turistico, che andrebbe a sommarsi con quello già subito con l’inondazione di numerosissime attività artigianali, ricettive e industriali. “Così come la Regione ha fatto in passato per situazioni importanti ma meno drammatiche, come il rinascimento o il dragaggio del porto di Pescara, agisca dapprima con forze proprie, e poi si rivolga allo Stato per la dichiarazione di emergenza”, conclude Di Luca.

Le proposte nel dettaglio. Il Pd chiede alla Giunta regionale, oltre a spingere la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla dichiarazione dello stato di Emergenza per la provincia di Teramo, di

–          Derogare i sindaci dal Patto di stabilità per gli impegni finanziari di somma urgenza con un’apposita ordinanza di Protezione Civile

–          Riconoscere agli Enti locali le somme sostenute durante la fase emergenziale

–          Rimodulare 40 milioni di fondi regionali per il Piano triennale delle opere idrauliche 2011-2013, assegnandoli prioritariamente alla ricostruzione a al consolidamento dei ponti, delle frane e al ripristino idrogeologico delle parti danneggiate nel territorio teramano

–          Anticipare i fondi Fas, come fatto per il dragaggio dei porti, per rendere nuovamente efficienti le reti idriche, fognarie e i depuratori; ripristinare il territorio riducendo il rischio di frane e alluvioni

–          Rimodulare i programmi comunitari Fesr, Fse e Psr per sostenere i settori economici (industria, artigianato, commercio, agricoltura) danneggiati dall’alluvione

–          Autorizzare la Provincia di Teramo all’utilizzo delle economie derivanti dai ribassi d’asta relativi ai lotti S.Anna-S.Onofrio e S.Onofrio-Floriano della Pedemontana Abruzzo-Marche, in corso di realizzazione, per gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza dei ponti sulle Strade provinciali 8 e 17, essenziali per il collegamento della Val Vibrata con Teramo e le principali vie di comunicazione

–          Individuare un apposito finanziamento per intervenire sul fiume Tordino in corrispondenza del tratto costeggiante la Teramo-Mare ceduto, nuovamente, a causa dell’ingrossamento del corso delle acque.

 

Giuliante: pronta richiesta di emergenza. “ Nelle prossime ore verrà dichiarato lo stato di calamità naturale, e il primo passo sarà quello di sottoporre la richiesta al Consiglio dei Ministri, tramite una lettera di intenti predisposta dagli uffici regionali”. L’assessore regionale alla Protezione Civile Gianfranco Giuliante ha fatto oggi il punto della situazione a Pescara con il presidente Gianni Chiodi: “Il lavoro che la Regione aveva preventivamente messo in atto per la richiesta immediata ai Comuni di un report sulle situazioni di maggiore difficoltà e di danno è ormai all’epilogo. Ora siamo in condizione di avere un quadro generale della situazione che ci permette di poter passare alla seconda fase. Auspico che nel giro di pochi giorni possa arrivare la risposta del Consiglio dei Ministri sulla nostra richiesta”.

Sulla stima dei danni causati dall’alluvione, l’assessore Giuliante spiega: “Siamo nell’ordine di decine di milioni di euro, anche se una stima precisa non possiamo ancora farla, considerando che alcune situazioni devono essere ulteriormente approfondite e definite. In tal senso la Protezione Civile ha però dichiarato in modo puntuale che per tutte quelle che erano le emergenze in atto, si poteva lavorare in somma di urgenza, con il successivo rimborso delle spese, previa documentazione, e così è stato fatto, soprattutto per quelle situazioni che meritavano una immediatezza di intervento”.

Daniele Galli

Impostazioni privacy