Lucoli, fornai uccisi per esalazioni. Acerbo denuncia impossibilità rientro delle salme

acerboL’Aquila. “E’ doveroso garantire il rimpatrio della salma e le esequie per i due lavoratori indiani morti a Lucoli”. È il parere di Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC, in merito alla vicenda che qualche giorno fa ha visto morire due lavoratori indiani a Lucoli per le esalazioni di monossido di carbonio sprigionatisi da una stufetta utilizzata per il riscaldamento.

Stando, infatti, a quanto dichiarato da Acerbo, non ci sarebbe denaro sufficiente per il rimpatrio della salma e per il funerale dei due lavoratori. Il lavoratore sopravvissuto, invece, sarebbe rimasto senza tetto.

“Le istituzioni hanno il dovere di farsi carico di questa situazione” tuona, dunque, Acerbo. “Altrimenti la solidarietà è una parola da cancella dal vocabolario della lingua italiana”. Per questo motivo, il consigliere ha inviato una lettera ai presidenti del Consiglio e della Giunta regionale per chiedere un immediato intervento. Di seguito il testo integrale:

“Cari amici,

vi scrivo per segnalare una situazione che definire incresciosa è davvero poco.

Nella giornata di ieri sono stato contattato da connazionali delle due sventurate vittime della tragedia di Lucoli. 

Da quanto mi hanno riferito il Comune non avrebbe intenzione e/o disponibilità  economica per coprire le spese per il rimpatrio della salma di Rai Kulwant né per il funerale di Kumar Arun. 

Inoltre mi hanno fatto presente che Kumar Vender Sharma, cognato di una delle vittime e che con loro condivideva l’abitazione, fortunatamente sopravvissuto alla tragedia è al momento privo di un’abitazione ospiato da connazionali in condizioni di precarietà.

Ritengo opportuno un intervento, nelle forme che riterrete più opportune, della Regione Abruzzo per una rapida risoluzione del problema.

La morte causata dalle esalazioni di monossido di carbonio dei due lavoratori indiani ha ricordato per alcune ore all’opinione pubblica nazionale e regionale che centinaia di migliaia di immigrati

lavorano onestamente nel nostro paese in condizioni e per retribuzioni che spesso non consentono neanche una sistemazione abitativa dignitosa e sicura.

Credo che sia dovere delle istituzioni regionali fare sì che almeno da morti questi lavoratori siano trattati con il rispetto a cui ha diritto ogni essere umano.

Penso che la Regione Abruzzo sia nelle condizioni sia di provvedere alle spese relative alle esequie e al rimpatrio o che possa chiedere l’intervento della Sge.

Non credo, inoltre, che sia difficile verificare a Lucoli o in altri comuni vicini un MAP inutilizzato che possa ospitare il lavoratore sopravvissuto”.

 

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