Pedaggio asse attrezzato, aumento di 500 euro annui per i viaggiatori. La protesta di Legnini (Pd) e D’Alessandro (IdV)

asse_attrezzatoPescara. “Diversi milioni di euro usciranno ogni anno dalle tasche degli abruzzesi per rimpolpare le casse dello Stato centrale. In barba al federalismo, ecco il primo atto concreto del centrodestra per l’Abruzzo”. È la conclusione a cui giunge Giovanni Legnini, senatore del Pd, dopo l’entrata in vigore del pedaggio sull’asse attrezzato Pescara-Chieti.

Stando, infatti, a quanto affermato dal politico, gli abruzzesi saranno di nuovo i più penalizzati, in quanto costretti a pagare per uscire dall’area Pescara-Chieti, per entrare nel raccordo anulare di Roma e per andare a Fiumicino. Gli abruzzesi pagheranno, dunque, per tre volte. “Un salasso per chiunque viaggi anche per lavoro” precisa ancora Legnini. “Fra asse attrezzato, raccordo anulare e aumento dei pedaggi, per andare a Roma (a prescindere che percorra o meno l’asse attrezzato o il raccordo) un automobilista pagherà 5 euro in più, un autotrasportatore 10-12 euro. E se dovesse andare a Fiumicino, l’aumento sarà fra i 7 e i 14-16 euro”.

Il senatore non risparmia nemmeno Di Stefano, che aveva dichiarato: “Non ci sarà nessun casello sull’asse attrezzato all’altezza del cementificio di Pescara, gravando di oneri chi si sposta da Chieti a Pescara. Su iniziativa del Pdl, stiamo lavorando con la direzione dell’Anas, che ha recepito la nostra obiezione, per cui possiamo dire che non ci sarà nessun costo di percorrenza per il traffico locale e per chi utilizza quest’arteria di comunicazione per motivi di pendolarismo lavorativo senza usufruire dell’autostrada”.

Legnini sottolinea che si tratta di falsità, perché il senatore Di Stefano starebbe parlando di norme transitorie che danno all’Anas il potere di esigere il pedaggio all’uscita ed all’entrata dei caselli fino al 2011, prima cioè dell’istituzione dei nuovi caselli e scritte nel decreto ben prima che il senatore Pdl se ne accorgesse. Il suo intervento è servito solo ad accelerare la decisione di imporre una nuova tassa odiosa».

A conti fatti, spiega il senatore Pd, “il governo Berlusconi aveva fretta di mettere le mani nelle tasche degli abruzzesi tanto da emanare il decreto prima che il provvedimento venisse discusso in Senato. Noi però non ci fermiamo: rafforzeremo la nostra battaglia in aula per cambiare il provvedimento alla radice, e salvare formalmente le strade a carattere urbano come appunto il nostro Asse attrezzato”.

Cesare D’Alessandro, consigliere regionale IdV, si rivolge direttamente a Giandonato Morra, assessore ai Traporti della Regione Abruzzo, perché “non faccia la politica delle tre scimmie, ‘non vedo, non parlo e non sento’, ma si attivi con la necessaria forza ed urgenza per costringere il governo e l’Anas a tornare indietro sui propri passi. Il sindaco di Roma Alemanno ha minacciato di sfondare con la propria automobile i caselli che dovessero sorgere sul raccordo anulare. Non vogliamo che l’assessore Morra si spinga a fare altrettanto – magari utilizzando una delle nuovissime Audi A6 – ma è indispensabile un’azione forte della giunta regionale, che faccia sentire la sua voce fino a Roma, alla quale non faremo mancare il nostro sostegno dall’opposizione”.

Il consigliere ricorda in proposito uno studio della Federconsumatori, che stima che i lavoratori delle aree interne dovranno affrontare un aumento dei costi che va dai 24 ai 48 euro mensili (300-500 euro all’anno), un prelievo insopportabile per le famiglie che già faticano ad arrivare a fine mese.

“Si tratta di un aumento immotivato oltre che indiscriminato” conclude D’Alessandro, “che pesa sulle fasce più deboli della popolazione e che non trova riscontri negli investimenti sulla tratta interessata”.

Di Stefano replica a Legnini. “In merito ai pedaggi Anas, Legnini continua a mistificare la realtà”. Lo ha affermato il senatore Fabrizio Di Stefano in risposta alle dichiarazioni del parlamentare dicentro sinistra sulla ricaduta della manovra finanziaria sui pedaggi autostradali.
“Lui stesso aveva denunciato qualche settimana fa – ha affermato Di Stefano – il rischio che venisse installato un casello sull’Asse Attrezzato, esigendo cosi un pedaggio ai pendolari che utilizzano il tratto viario quotidianamente per lavoro. Oggi che questo pericolo è stato evitato, rilancia una proposta emendativa per evitare anche il rincaro del pedaggio alle barriere dei caselli di Chieti e Pescara, sapendo benissimo che non troverà l’assenso in commissione per evidenti motivi di copertura finanziaria. E a fini strumentali equipara la situazione romana a quella dell’area metropolitana , dove il sindaco Alemanno e il Presidente della Regione Lazio, Polverini stanno portando avanti una battaglia per scongiurare
l’ installazione di appositi caselli sul Gra , esigendo in questo modo un pedaggio ai cittadini che si spostano nelle varie zone di Roma. Prospettiva del tutto evitata in Abruzzo, anche grazie al nostro interessamento. Ma la sua faziosità è tale che addirittura accusa il sottoscritto, unitamente al senatore Pastore, d’aver procurato una nuova tassa agli abruzzesi , attraverso un “autorevole” intervento presso la direzione Anas. Torno a ribadire che chi utilizza l’Asse Attrezzato da Chieti a Pescara e viceversa, per uso pendolaristico lavorativo, non avrà nessun onere. Inoltre il pedaggio aggiuntivo non potrà superare il 25% del costo dell’intera tratta percorsa, per cui chi proverrà dalle zone limitrofe, avrà un aumento assolutamente ridotto, e di molto inferiore ad 1 euro. Ritengo sia un buon risultato raggiunto l’ aver salvaguardato chi utilizza quest’importante arteria stradale quotidianamente per motivi lavorativi. Legnini dovrebbe rendersi conto che con una manovra finanziaria da 25 miliardi di euro in Italia abbiamo di gran lunga evitato ai cittadini ulteriori aggravi, come sta accadendo invece in altri paesi europei come ad esempio la Germania, con una manovra 3 volte superiore alla nostra, o in Francia, con una finanziaria 4 volte più alta del nostro Paese. Non era ipotizzabile che con una crisi economica a livello mondiale paragonabile solo a quella del ’29, nel nostro Paese non ci fossero ripercussioni. Vorrei a questo punto domandare a Legnini, proprio oggi che chiama a raccolta sindaci, Presidenti delle Province, e lo stesso Presidente Chiodi, di spiegarci dov’era quando Pescara, guidata dal centro sinistra, si guadagnava il primato di città più tartassata d’Italia, o di Chieti, che sempre guidata dalla sinistra aveva triplicato le sue imposte. E ancora dov’era quando con il suo schieramento alla guida della Giunta regionale, l’Abruzzo conquistava il triste primato di regione con la maggiore imposizione fiscale d’Italia? Crede che tutti abbiano l’anello al naso? Io sono convinto di no, altrimenti non si spiegherebbe come mai il centro sinistra in Abruzzo, ma soprattutto a Chieti, dove lui stesso opera, da 2 anni a questa parte sta ricevendo una lunga serie di sconfitte”.

 

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