“Brucchi e Di Giosia”, si legge in una nota, “non hanno reso noto quanti ultraottantenni sono stati già vaccinati a domicilio, ma il passaparola corre veloce e in tutta la provincia emerge la stessa apprensione e la stessa attesa. Pare che, tranne coloro che usufruiscono del servizio ADI, tutti gli altri aspettano da due mesi di essere chiamati.
Sappiamo benissimo che la situazione è difficile, le dosi sono poche, la vaccinazione domiciliare è necessariamente lenta e l’intera procedura richiede almeno mezz’ora per ogni domicilio. Ma non scriviamo questa denuncia 2 settimane dopo l’inizio della vaccinazione agli ultraottantenni, sono passati invece ben 2 mesi ed è inaccettabile.
Da parte di politici regionali e direttori scelti dalla politica regionale ci saremmo aspettati maggiore trasparenza, più informazioni e più dati riguardo alla situazione della campagna vaccinale e alla pianificazione da loro messa in atto.
Invece continuiamo a ricevere solo risposte approssimative, come: “Stiamo per iniziare…”, “Siamo pronti a partire…”, “Ci stiamo organizzando…”, “Piano piano arriviamo…”
Eppure parliamo di persone che hanno più di ottant’anni, gravemente malati o con problemi di disabilità, i più fragili tra i più fragili. L’ASL dovrebbe dare loro massima priorità per evitare che il virus possa colpire coloro che statisticamente sono più a rischio e invece gli ultraottantenni sembrano completamente dimenticati in un momento in cui continuano a salire soprattutto i vaccinati appartenenti alla categoria “Altro” (circa 70.000 abruzzesi) e si sta passando alla vaccinazione del prossimo scaglione d’età.
Chiediamo a Brucchi e Di Giosia di rendere pubblico il piano di vaccinazione agli ultraottantenni non deambulanti. Quante squadre hanno allestito per la vaccinazione domiciliare? Quanti giorni richiede il piano in base alle risorse allocate per vaccinare tutti gli ultraottantenni non deambulanti? Dopo due mesi, il piano è ancora sulla buona strada o in ritardo?
Non è forse ora di coinvolgere i medici di base?”