Inizia così una dura nota del sindacato contro il Comune di Teramo.
“Riteniamo che il Comune di Teramo debba, nell’immediatezza, dotarsi di nuove formule gestionali ed annessi modelli organizzativi contenenti i necessari anticorpi capaci di impedire a chicchessia l’uso personalistico della funzione che è chiamato ad esercitare. Bisognerebbe, cioè, creare le migliori condizioni per impedire l’ingresso di forme di personalizzazione dei ruoli gestionali e qualsivoglia devianza istituzionale connessa a pregiudizi e modelli comportamentali frutto di vecchi retaggi culturali (contenenti in sé i germi dell’autoritarismo), come, ad esempio, quelli desumibili dalla formula di un vecchio adagio popolare “attacca l’asino dove vuole il padrone”. Detto retaggio, laddove ravvisabile, dovrà essere posto al bando e non soltanto in via di principio, ma anche perché nell’Ente Comune non ci sono “asini” da attaccare e né “padroni” da compiacere. Sta di fatto che oggi, a distanza di tre anni, a seguito degli inoculati “virus gestionali”, incominciano ad affiorare in seno al corpo impiegatizio comunale i primi sintomi patologici, di per sé idonei a compromettere i necessari livelli di benessere lavorativo ed organizzativo. A corollario del lamentato caos organizzativo sarà sufficiente fare riferimento alla recente ristrutturazione (attuata con deliberazione della Giunta Comunale n. 418 del 26 ottobre 2022), per effetto della quale veniva smantellata l’avvocatura comunale, mediante alchemiche scissioni dei servizi legali, dei ruoli e delle funzioni esercitate dal personale incardinato: insomma, soluzioni alchemiche al fine di pervenire ad innaturali scissioni di servizi intimamente connessi fra loro e non soltanto in senso istituzionale e funzionale, ma soprattutto per ratione materiae”.
E ancora: “Una siffatta scomposizione, siccome operata ai danni di uno storico (consolidato e strutturato nel tempo, oltre che eccellente) apparato legale, propone diversi punti di domanda, primo fra i quali: si tratta forse di un bellicoso gioco di potere interno all’apparato gestionale? Si tratta forse di un provvedimento punitivo, una sorta di regolamento dei conti, forse perché la struttura legale avrebbe disatteso la citata formula “dell’asino e del padrone”? Cui prodest? Altri servizi “presi di mira” e sottoposti a “speciali cure”, sono quelli della Prevenzione della corruzione e Trasparenza, della Digitalizzazione e transizione al Digitale, Privacy, della Informatizzazione e Statistica, del Protocollo informatico e sito istituzionale, dell’URP, del Gabinetto del Sindaco. Le “innovazioni” venivano anticipate con la deliberazione di Giunta Comunale n. 38 del 17 febbraio 2023, e in parte nell’interpretazione che ne è derivata, circa le rinnovate competenze funzionali delle Aree interessate al processo riformatore. Anche in questo caso la intrapresa azione revisionista ha comportato una disarticolazione degli Uffici e delle funzioni a danno di servizi da somministrarsi alla collettività. Lo sconquasso organizzativo è sotto gli occhi di tutti”.
Per la Uil Fpl, “che di sconquasso si tratti sarà sufficiente considerare che la corrispondenza in entrata che arriva al protocollo, e quindi le PEC (posta elettronica certificata), le fatture, gli atti giudiziari, gli adempimenti urgenti di varia natura, non vengono, in alcuni casi, inoltrati agli uffici competenti, e ciò secondo sillogismi inquietanti a partire da quello riferibile ad una possibile sussistenza della fattispecie di reato denominata “sottrazione di corrispondenza”. Ma, al di là delle possibili congetture, nelle più benevoli delle ipotesi, si verifica che alcuni dipendenti, da mesi, non ricevono la corrispondenza di propria competenza; mentre altri sono destinatari di missive riguardanti procedimenti amministrativi estranei alle rispettive competenze funzionali. Insomma, una vera e propria Babilonia: un guazzabuglio senza precedenti. Non passa giorno senza che pervengano segnalazioni di gravi anomalie e disservizi, che rendono difficoltoso lo svolgimento della regolare attività degli Uffici, ma evidentemente la impavida “Dirigentecrazia” comunale, incurante dei disastri gestionali, imperterrita, inerte e silente, rimane a godersi lo spettacolo: nessuno interviene per porre rimedio ad una situazione che sta degenerando; nessuna iniziativa di tutela nei confronti degli incolpevoli, quanto disperati dipendenti che non sanno più a che Santo votarsi. Anche in questo caso, oltre a riproporre i dubbi espressi per l’avvocatura, in aggiunta, questo sindacato si chiede: come è stato mai possibile ridurre gli uffici Comunali in questo stato? Perché tutti fanno finta di non vedere? Ma, per altro verso, questo sindacato ha dovuto registrare una insolita ed inaspettata iper attività di carattere disciplinare (sono stati promossi ed avviati molti procedimenti disciplinari e tanti altri, in quanto preannunciati, sono in itinere); parimenti si registrano inattesi ed improvvisi spostamenti di personale, oltre a revoche di ferie già concesse. Ora, per riassumere, si è in presenza di atteggiamenti datoriali davvero improvvidi e preoccupanti oltre che gravidi di negatività e sotto diversi profili di dubbia legalità”.
Inoltre, “la deriva gestionale in atto incontra la sua massima espressione dimostrativa ad un fatto mai verificatosi prima nella lunga storia del Comune di Teramo: la mancata approvazione del Rendiconto 2022 entro i termini di Legge, perentoriamente espressi. In questo senso, al netto delle tante considerazioni di merito sottostanti, per quanto ci riguarda, a dimostrazione dell’assunto, appaiono dirimenti le affermazioni rese dal vice sindaco, con delega al Bilancio, in sede di Commissione Consiliare in ordine alle cause che hanno determinato il mancato adempimento assegnando le relative responsabilità agli uffici competenti. Tuttavia ci si domanda: fino a quando sarà possibile tollerare un simile andazzo? Attendiamo che il sindaco, con delega anche al personale, possa e voglia convocare un dedicato incontro con questa O.S. non soltanto per verificare le lagnanze espresse, ma soprattutto, al fine di individuare le azioni positive da intraprendere allo scopo di ripristinare il ripristinabile e di intraprendere le iniziative da assumere per ricondurre il tutto entro gli ambiti della normalità e della ragionevolezza. In ogni caso, questo sindacato, in ragione della serietà degli argomenti trattati e della importanza dei fatti verificatisi, in difetto di positivi riscontri, si riserva di fare ricorso alle prerogative di appartenenza e di adottare tutte le iniziative ritenute necessarie ed opportune, inclusa la proclamazione dello stato di agitazione e relativa richiesta al Prefetto di Teramo per l’avvio delle procedure di raffreddamento del conflitto, così come previsto dalla Legge”, conclude il segretario territoriale Uil Fpl Teramo, Massimiliano Bravo.