Teramo%2C+Rifondazione+Comunista+dice+No+al+Referendum%3A+%26%238216%3Bnon+tagliamo+la+democrazia%26%238217%3B
abruzzocityrumorsit
/politica/politica-teramo/teramo-rifondazione-comunista-dice-no-al-referendum-non-tagliamo-la-democrazia.html/amp/

Teramo, Rifondazione Comunista dice No al Referendum: ‘non tagliamo la democrazia’

Teramo. Nella mattinata di oggi, sabato 12 settembre, il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea, ha organizzato un presidio in Largo San Matteo a Teramo, con un volantinaggio durante il mercato settimanale, a sostegno del “NO” al prossimo Referendum Costituzionale del 20-21 settembre.

I militanti di Rifondazione, con il Segretario cittadino Mirko De Berardinis, sono scesi in piazza nel rispetto delle norme di distanziamento e sicurezza, allestendo uno striscione con su scritto: “Tagliamo le spese militari e i privilegi, non il parlamento e la rappresentanza, difendiamo la democrazia e la Costituzione, votiamo NO al referendum”. Nel corso dell’iniziativa sono state illustrate alla cittadinanza le ragioni del “NO” del PRC-SE al quesito referendario.

“Rifondazione Comunista è una forza politica extraparlamentare (altro che casta!), che vive di autofinanziamento, perciò non abbiamo “poltrone” o interessi economici da tutelare”, scrivono in una nota. “Ma affrontiamo convintamente questa battaglia referendaria per difendere la Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e lottiamo ogni giorno per una reale attuazione dei principi di equità e giustizia sociale, racchiusi nella nostra Carta Costituzionale, non per smantellarla come stanno facendo. Occorre battersi per un reale taglio dei privilegi dei Parlamentari come gli stipendi e le indennità, che nessuna forza politica presente in Parlamento vuole attuare, al di là delle chiacchiere propagandistiche. Il nostro compagno Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione Comunista, nel 2006 presentò con il collega Francesco Caruso, nel corso della nostra brevissima esperienza parlamentare, una proposta di legge di Rifondazione per dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Va detto che ci fu una levata di scudi da parte di centrodestra e centrosinistra che affossarono la proposta in commissione”.

“Votare NO significa opporsi all’ennesimo attacco nei confronti della Costituzione, che farebbe diventare il nostro Paese l’ultimo in Europa su 28 Stati per rappresentanza, con un taglio lineare ingiusto e scriteriato. La nostra Regione, l’Abruzzo, passerà dagli attuali 7 Senatori a 3. Perciò una delle 4 Province resterà senza un proprio rappresentante in Senato e quindi saremo ancora più deboli senza un punto di riferimento che possa raccogliere le istanze del territorio ed intervenire a livello Statale. Con questa riforma pochissimi nominati decideranno per tutti noi; vorremmo invece essere rappresentati meglio e non meno. Il disegno è sempre lo stesso, da decenni. Nella storia d’Italia chi tagliò il numero dei parlamentari fu Benito Mussolini. Poi era previsto nel Piano della Loggia P2 di Licio Gelli. Di recente hanno tentato di farlo Berlusconi e Renzi e oggi tocca ai 5 stelle: il superamento progressivo della rappresentanza popolare, per aprire al presidenzialismo. Con questa contro riforma il risparmio irrisorio per le casse dello Stato sarà di 57 milioni di euro l’anno, ovvero 1 euro a testa per ogni cittadino italiano, l’equivalente di un caffè. Ma davvero il M5S e il PD vogliono tagliare le spese inutili dello Stato a beneficio della contabilità pubblica? Bene, allora tagliate le spese militari! L’Italia spende ogni giorno 72 MILIONI DI EURO per spese militari, per l’acquisto e la produzione di nuovi armamenti: ben 26 miliardi di euro l’anno. Anche il Governo Conte ha confermato l’acquisto di numerosi aerei da bombardamento F-35. Uno solo di questi strumenti di guerra e morte, costa a noi cittadini 100 MILIONI di euro! Basta con la demagogia, il qualunquismo e il populismo di coloro che voteranno “Si” ovvero M5S, PD, Salvini e Meloni. Rifondazione Comunista invita tutte/i a votare NO per difendere la democrazia e la Costituzione”