Hanno parlottato a lungo nella sala polifunzionale del Comune di Penna Sant’Andrea, entrambi invitati a presenziare alla presentazione di un nuovo progetto pensato per gli sportivi.
Cosa si sono detti, resterà ovviamente tra il vicepresidente del consiglio regionale, Paolo Gatti, ed il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino. E’ vero però che questa mattina a Penna Sant’Andrea c’erano due tra i papabili candidati sindaci per il Comune di Teramo. O comunque due politici di schieramenti opposti che stanno lavorando per definire i prossimi candidati di centrodestra e centrosinistra.
“Io candidato sindaco? No, non sono io – ha detto ridendo Gatti – Stiamo facendo riflessioni per individuare un buon candidato sindaco frutto di una coalizione compatta. Una figura che possa restituire fiducia alla città ed affrontare i problemi che ci sono. Cosa penso degli attuali candidati? Sono troppi, nella mia esperienza ne basterebbero tre o quattro. Nella democrazia però si può candidare chiunque. Nelle ultime elezioni politiche gli italiani hanno detto che non vogliono più sentire partitini piccoli o listarelle…”
E sui rapporti con Brucchi: “C’erano grandi aspettative su quella amministrazione, è andata male proprio per un deficit di compattezza. Ad un certo punto non c’è stata più la maggioranza, noi ed altri lo abbiamo solo certificato. Adesso chiediamo scusa e costruiamo un progetto diverso, sperando che i cittadini perdonino gli ultimi tre anni in cui le cose non sono andate come avrebbero dovuto”.
“Se Gatti ha detto che non è candidato sindaco a Teramo lo dico anche io – la risposta scherzosa di Renzo Di Sabatino – Non ho mai detto sì ad una mia candidatura, ho ringraziato e ho detto verifichiamo che situazione c’è. Le candidature devono avere delle gambe per camminare, in questi giorni sto valutando tutte le opzioni possibili e questa sera c’è una riunione molto importante per il Partito Democratico, in cui riferirò l’esito di queste valutazioni. Lo stato del centrosinistra a Teramo? Molto confuso, le idee ed i progetti devono avere il sopravvento ma anche queste devono avere le gambe per camminare”.
E sulla sua candidatura: “Sarei pronto se intorno alla mia figura ci fosse un progetto con delle idee da condividere – conclude il presidente della Provincia – Non è tanto importante vincere, quanto poter governare. Il giorno dopo le elezioni bisognerà ad amministrare un comune che non è in una situazione ottimale. Vorrei che tutti cominciassero a riflettere sui profili dei futuri amministratori, stiamo parlando del futuro della città di Teramo le cui sorti saranno importanti per la città stessa ma anche per la provincia”.