Arrivano la reazioni dal mondo politico dopo l’elezione del nuovo Cda del Ruzzo, con le conferme della presidente Alessia Cognitti ed Alfredo Grotta, e l’elezione del consulente ambientale Alberto Fagotti.
“Oggi abbiamo nuovamente assistito ad una mera operazione di potere che nulla ha a che vedere con gli interessi dei cittadini – dicono Michele Fina, segretario regionale del PD e Pietro Di Stefano, commissario PD della provincia di Teramo – Si è impedito qualsiasi confronto democratico all’interno dell’assemblea del Ruzzo, privando di fatto di rappresentanza oltre un terzo del capitale sociale che nella realtà è tradotta in territori e cittadini. Nonostante l’impegno profuso nei giorni precedenti l’Assemblea da parte sia dei soci sindaci che del Partito Democratico, per una vera gestione unitaria dell’Ente, nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della Ruzzo Reti, si è comunque perpetrata una strategia volta esclusivamente a tutelare accordi politici che poco hanno a che vedere con la gestione dell’acqua. Alla chiusura su qualsiasi confronto ha fatto seguito il rifiuto in Assemblea di un rinvio chiesto da 11 sindaci finalizzato ad approfondire temi e problematiche attinenti, tra le altre cose, alla gestione del servizio idrico e dei costi che incidono direttamente sulle bollette recapitate alle famiglie. Il Partito Democratico sottolinea e ringrazia il senso di responsabilità dei sindaci costretti, perché privati di ogni partecipazione democratica e della possibilità di rappresentare le proprie Comunità all’interno dell’assemblea, ad abbandonare l’assise”.
Dal sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, dopo aver abbandonato l’assemblea, è arrivato il “basta alle partecipate al servizio della politica. Sedici quote della Ruzzo Reti, ovvero undici Comuni, hanno chiesto rinvio della votazione, questo è un atteggiamento che offende i nostri cittadini. Andremo avanti, ma ogni sindaco dovrà prendersi le proprie responsabilità. C’è un preoccupante piano industriale per costi e personale”.
CAPIGRUPPO TERAMO “All’odierna assemblea della Ruzzo Reti S.p.A., convocata per l’ennesima rielezione di un Consiglio di amministrazione giunto alle seconde dimissioni nel giro di un anno, oltre che per l’approvazione del piano industriale e del piano di fabbisogno del personale, dopo avere tentato di non far prendere la parola al sindaco D’Alberto e di fronte alla richiesta di rinvio per approfondire le tematiche connesse alla gestione del servizio idrico e dei costi che gravano sui cittadini, avanzata da 11 sindaci tra cui quello del comune di Teramo e che rappresentano circa il 40% del capitale sociale della Ruzzo S.p.A., è stata messa in scena l’ennesima dimostrazione di protervia muscolare da parte dell’attuale maggioranza politica che governa la suddetta Società consortile. Una protervia che, lungi dall’essere sorretta dalle motivazioni che dovrebbero sottendere all’unico interesse che tale tipo di Società dovrebbe avere, ossia la tutela del bene primario dell’acqua e degli interessi delle popolazioni rappresentate, ha costretto il nostro Sindaco insieme agli altri ad abbandonare un’Assemblea convocata esclusivamente per ratificare accordi politici già stabiliti e decisi fuori dalle sedi istituzionali e che assai poco hanno a che vedere con la gestione dell’Acqua, sconfessando così il teorema artificiosamente costruito dal centrodestra per sostenere un inesistente isolamento del comune di Teramo. Un ringraziamento dunque a tutti i Sindaci che hanno condiviso le posizioni sostenute dal Sindaco D’Alberto, incentrate sulla difesa degli interessi della gente comune e della democrazia, contro chi ritiene di potere gestire gli enti strumentali come se si trattasse di meri strumenti di lotta politica da brandire contro chi esprime dubbi e richiede approfondimenti”. A dirlo i capigruppo di maggioranza al Comune di Teramo Luca Pilotti – Partito Democratico; Dario Luciano Di Dario – Insieme Possiamo; Piergiorgio Passerini – Teramo Vive; Emiliano Carginari – +Europa.
Fratelli d’Italia (coordinamento Torano Nuovo). Apprendiamo con stupore l’abbandono da parte del Sindaco Ciammariconi della seduta per il rinnovo del cda del Ruzzo. Sempre più schierato con i dettami del Partito Democratico ha messo il nostro paese in una posizione di isolamento politico con un ente di straordinaria importanza. Lo stupore è ancora più grande se pensiamo al non lontano maggio 2019 quando la Ciammariconi “utilizzò”, due giorni prima della chiusura della campagna elettorale, proprio il Presidente Cognitti che venne a Torano Nuovo a sostenere la sua lista.
Cosa è cambiato da allora? Probabilmente l’indirizzo del Partito Democratico provinciale o comunale a cui oggi il Sindaco deve rispondere? È finito il rapporto idilliaco che negli ultimi mesi ha prodotto “miracolose” assunzioni (a tempo determinato)? Qual era la posta in gioco? Non può accampare nemmemo la scusa della mancanza di rappresentanza territoriale perché nel nuovo cda è stato eletto un vibratiano. La posizione del Sindaco è solo politica ed è espressione del Partito Democratico, partito che tiene in piedi la sua coalizione e a cui lei deve, ob torto collo, rispondere, posizione di frustrazione del suo mentore che inizia a perdere colpi a livello provinciale.
Italia Viva. Il neo costituito gruppo consiliare di Italia Viva esprime piena fiducia all’operato del Sindaco Gianguido D’Alberto, a cui ci lega un filo cementato dall’amicizia, dalla stima, dal valore umano e professionale che tante volte ci ha dimostrato; un filo che oggi siamo certi di poter ancor meglio rinsaldare, nella chiarezza di affini principi tanto politici che morali, nel perimetro naturale della nostra azione di governo, con l’unico fine del bene comune. Accanto all’identità di obiettivi, tanto nei grandi quanto nei piccoli temi, va condiviso il metodo; dal Ruzzo all’ospedale, tale metodo rafforzi la reciproca fiducia in un leale confronto, che proprio in ragione delle enormi sfide che ci attendono, sia scevro da preconcetti, ordini di scuderia e artate divisioni. La Ruzzo Reti rappresenta uno degli enti più importanti del territorio, su cui la nostra azione di vigilanza e controllo ha radici lontane e continuerà ad essere di sprone per il perseguimento di obiettivi rilevanti per la comunità teramana. Quindi, pur nell’antica ed autentica vicinanza che continueremo a dimostrare, esprimiamo il nostro vivo disappunto sulle modalità attraverso le quali si sia pervenuti alla gestazione ed al conseguente invio del comunicato dei capigruppo di maggioranza, seppur condivisibile nel merito, atteso che sarebbe stato auspicabile un maggiore coinvolgimento, considerato che tutti i capigruppo debbono avere pari dignità. Per stile e costumi, non siamo avvezzi ad iscriverci al novero di coloro che sostengono pedissequamente ed apoditticamente le scelte imposte da taluni, tanto più se la “bagarre istituzionale” è frutto di antitesi non a vantaggio della collettività, alla quale solo e soltanto dobbiamo rendere conto del nostro operato.
Con l’intatto spirito del Giugno 2018, non possiamo che confermare al Sindaco la nostra più ferma condivisione di valori e obiettivi, certi che il tempo trascorso abbia ancor più consolidato la coscienza del ruolo che siamo chiamati a svolgere nell’interesse di Teramo.