Teramo. All’indomani dell’Assemblea dei soci della Ruzzo Reti SpA, conclusasi con l’approvazione dei tre punti all’ordine del giorno (bilancio, piano industriale e pianta organica) da parte di 33 comuni tranne quello di Teramo; si fanno largo le reazioni del panorama politico.
“Sulla gestione dell’acqua pubblica, oltre i proclami, serve un’operazione trasparenza: l’approssimazione non è più sostenibile”, è il commento del consigliere regionale di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani. “Nonostante l’approvazione in Assemblea dei soci dei documenti proposti, al netto dei proclami trionfalistici del CdA, tante nubi si sono addensate sulla programmazione industriale della società acquedottistica. Sorvolando sull’efficacia di un piano industriale approvato quando è già trascorso più di 1/6 del suo periodo di teorica applicazione, non capisco come si possa far finta di nulla davanti a quanto espresso in merito dall’ERSI (Ente Regionale per il Servizio Idrico), l’organismo pubblico deputato al controllo delle società che si occupano del servizio idrico regionale oltre al fatto che, all’evidenza dei numeri del bilancio approvato, la situazione dei debiti e dei crediti, dei costi di personale e di altri costi di gestione non è migliorata rispetto al passato. Non è possibile continuare a garantire la sostenibilità aziendale lavorando sempre sull’aumento delle tariffe senza tenere veramente sotto controllo i costi perché se è vero che le tariffe sono definite dall’Autorità compente, come afferma il CdA, è altresì corretto dire che le stesse sono definite sulla base di un Piano Economico Finanziario predisposto dalla società che gestisce il servizio: quella delle tariffe, insomma, è una partita che si gioca prima di tutto lavorando sull’efficienza dell’azienda. Leggendo il parere dell’ERSI sul cosiddetto Piano Industriale, inoltre, c’è da preoccuparsi: si parla di “trend in continua crescita dei costi di personale”, di nuove assunzioni ma solo compatibilmente con la situazione economica della società, si evidenzia la necessità di riequilibrare i numeri degli operai rispetto agli amministrativi, di difficoltà enormi nella riscossione dei crediti con tempi lunghissimi e per importi complessivi che ormai superano quasi il fatturato annuo della società etc etc.”
Mariani pone anche l’accento sulla programmazione futura, in particolare sulla mole corposa di investimenti “E’ preoccupante anche la situazione relativa agli investimenti strategici, tra i quali diversi necessari per garantire una maggiore sicurezza delle nostre acque: per tutti questi obiettivi l’ente di controllo scrive testualmente “…si nota la carenza di indicatori di misurazione per poter monitorare nel triennio l’andamento dell’attuazione del Piano, la sua correzione e messa a punto”! Non vedo come questa situazione possa essere il preludio ad un nuovo corso aziendale. L’acqua è il bene più prezioso da tutelare e la sua gestione, nel passato evidentemente fallimentare alla luce della situazione odierna, deve essere improntata alla trasparenza e all’efficacia: l’approssimazione deve lasciare spazio alla chiarezza! Solo in questo modo si potrà coniugare la garanzia di un servizio efficiente con bollette eque. Non si può tollerare che un piano industriale, declamato all’insegna del “rilancio della società” e del “miglioramento del servizio”, sia definito dall’autorità di controllo “da migliorare in modo da renderlo più concreto e verificabile” conclude il Consigliere di Abruzzo in Comune mutuando le parole utilizzate dal direttore dell’ERSI.
“Ha davvero dell’incredibile la posizione isolata e isolazionista del Comune di Teramo sul Ruzzo. Ed è ancora più sconcertante che su questa posizione il Comune non sia stato in grado di far convergere neanche un Sindaco della Provincia, a dimostrazione della cieca strumentalità politica di tale impostazione”, ha dichiarato invece il Coordinamento Comunale di Futuro In. “33 Sindaci hanno approvato il bilancio, il piano industriale e la pianta organica, uno solo ha votato contro. La città di Teramo più che capoluogo, con l’amministrazione D’Alberto, è diventata un luogo qualsiasi, isolata, sciatta nella forma e nei contenuti, con un Sindaco che vota contro in modo pregiudiziale, solo perché, – è tempo di dirlo con chiarezza – non è riuscito ad occupare politicamente l’acquedotto del Ruzzo. Difatti per eleggere i membri del CDA del Ruzzo, non è sufficiente chiamarsi Teramo ed esserne il Sindaco, bisogna comportarsi da Comune capoluogo di Provincia e svolgere tale funzione, con capacità di dialogo, di interlocuzione e di leadership. Qualità che non sono proprie di D’Alberto né della sgangherata armata brancaleone che lo sostiene. Spiace davvero che la nostra Città debba essere amministrata da personaggi così infantili e sprovveduti, ma confidiamo sempre che gli altri 33 Sindaci della Provincia, con pazienza e responsabilità, possano sopportare queste intemperanze e magari in futuro ricondurre, con la forza della ragione, gli amministratori pro-tempore di Teramo, ad un maggiore senso delle istituzioni”
“Da parte della nostra maggioranza, di cui il Sindaco D’Alberto è leader ed espressione”, dice Andrea Core Capogruppo Insieme Possiamo, “nessun regolamento di conti né posizione preconcetta e precostituita, ma solo un’attenta lettura dei dati e della realtà, anche se ci rendiamo conto che di questi tempi forse non ci si è abituati troppo. Del resto noi, a differenza di altri, abbiamo costruito la nostra storia proprio sull’indipendenza da ogni tipo di padrino e padrone politico: l’unico vincolo che abbiamo è quello con gli elettori e i cittadini teramani, nella cura esclusiva del loro interesse. Le dinamiche partitiche le lasciamo ad altri, magari a loro stessi che ne hanno beneficiato in sede di elezione del C.d.A. Quel che invece continua a preoccuparci ancora il giorno dopo è l’assenza di chiarezza da parte di chi invece si è riempito la bocca in nome della “trasparenza”. E quindi, sempre volendo stare nel merito e non su attacchi personali, ci chiediamo com’è possibile che un Vicepresidente dichiari che nel calcolo della tariffa rientrano talmente tanti fattori che è impossibile stabilire da cosa esattamente dipendono gli aumenti? Non è forse suo compito, così come di tutto il Consiglio di amministrazione, avere piena contezza dei dati, delle scelte e delle conseguenze? In questo surreale rimpallo di responsabilità con l’Autorità nazionale A.R.E.R.A., il Vicepresidente Grotta può smentire categoricamente coloro che imputano il prossimo aumento in bolletta anche alle scelte di questa Governace, prima fra tutte quella relativa alla gestione del personale? Da quel che ci risulta, seppure qualcuno in modo appunto “grottesco” stia tentando di descrivere l’agenzia nazionale come un’eminenza grigia che operi esclusivamente contro i cittadini teramani e la Ruzzo S.p.A., l’aumento tariffario non è dettato dal libero arbitrio di qualche ente esterno, ma bensì sia stabilito da un’autorità nazionale proprio sulla base della situazione economico finanziaria della società stessa: e quindi l’aumento in bolletta è assolutamente inscindibile dalle scelte operate da questa Governance. Così come vorremmo avere chiarimenti sempre dal C.d.A., magari dallo stesso Vicepresidente, sulle annunciate nuove assunzioni e più in generale sulla pianta organica: com’è possibile che nella società che gestisce un bene primario e collettivo come l’acqua, che offre un servizio vitale come quello idrico integrato, siano presenti in pianta organica più quadri, funzionari e dipendenti amministrativi che operai e operatori tecnici specializzati? E come è possibile che le nuove assunzioni si concentrino nuovamente nell’ambito amministrativo e non su quello operativo? Che fine faranno tutti coloro che sono stati assunti tramite agenzie interinali? Come mai sono stati fatti dei mutamenti, con evidente aumento dei costi, prima dell’approvazione della pianta organica? L’impressione spiacevole che si è avuta ieri, all’uscita dall’Assemblea, è che, a telecamere accese, la Governance fosse più concentrata sul presunto isolamento del Comune di Teramo che sul dare risposte concrete agli interrogativi che il Sindaco aveva posto, magari smentendo ogni nostra preoccupazione. E invece, ancora una volta, il caos era il vero sovrano. Del resto non sono riusciti a chiarire nemmeno se si trattasse di un piano industriale o di linee guida: nemmeno la contezza di quanto realmente portato al voto. Fanno invece sorridere le dichiarazioni di Futuro In, probabilmente ancora con la bava alla bocca, incapace di digerire a distanza di un anno una dolorosa sconfitta. Non so se questa Amministrazione sia un’armata brancaleone e incapace, quel che è certo è la sonora bocciatura di una compagine politica che ha confuso potere e politica, interessi personali e bene comune. E quindi non ci sorprende che oggi, davanti all’incapacità di intercettare e dare risposte alle problematiche dei cittadini, si siano trincerati in accorducci e inciuci di bassa lega e di conseguenza nella difesa di una Governance che, a questo punto, è praticamente interamente a loro riconducibile. Ancora una volta, rinnoviamo l’invito al confronto, anche in Consiglio Comunale: sono in grado di smentire questa amministrazione nel merito delle criticità sollevate, oppure l’alta politica di cui loro parlano è riconducibile solo al voto senza tener conto del contenuto? Il rischio di scivolare nel “poltronismo” è estremamente facile, ma forse per loro sconveniente”.
“Come segretario del Partito Democratico e come Sindaco di Cortino“, scrive Gabriele Minosse, “sono costretto ad intervenire, spero per l’ultima volta sulla questione Ruzzo. Dico per l’ultima volta perché mi ripropongo di non accettare ulteriori scontri a seguito di polemiche stucchevoli, quali quelle da parte dell’Amministrazione del Comune di Teramo accompagnate dalle parole ancor più fuori luogo del consigliere regionale di Abruzzo in Comune, Sandro Mariani. A questi ultimi soprattutto, vorrei dire che i conti sono presto fatti: 33 sindaci, delle più svariate appartenenze politiche, di centro, di destra, di sinistra e civici, hanno dimostrato apprezzamento per l’immane lavoro svolto dal Consiglio di Amministrazione del Ruzzo e ne hanno condiviso i progetti della programmazione futura, mentre uno solo ha votato contro. Legittimamente, ma la finiscano di voler dare lezioni agli altri, perché davvero non possono permetterselo. Quando perdi 33 a 1 non è una sconfitta, è una disfatta su cui riflettere, bene ed a lungo. E non è figlia di un complotto della SPECTRE, ma di un manifesto isolamento in cui ci è autoconfinati. Aggiungo che trovo oggi inaccettabile che un consigliere del Capoluogo di provincia si permetta di offendere l’operato della quasi totalità dei Sindaci della Provincia, offendendo così l’intelligenza di tutti i cittadini, credendo di potersene accattivare le simpatie. Al consigliere Mariani, infine, vorrei consigliare di aver maggior rispetto per le scelte degli azionisti del Ruzzo, quei Sindaci del territorio da lui stesso rappresentato in Regione”.