“Sono di fatto collaboratori scolastici”, continuano nella nota, “che da più di vent’anni puliscono le nostre scuole e sorvegliano i nostri bambini, e che finalmente dopo un susseguirsi di cooperative, il cui passato e presente non di certo può definirsi virtuoso, ora potrebbero trovare la loro giusta collocazione attraverso l’assunzione al Miur. Un processo frutto di tante battaglie sindacali, una conquista portata avanti dalla tenacia delle donne e degli uomini che nella consapevolezza del sacrosanto diritto al lavoro, vi hanno trovato anche la loro dignità ed identità. Questa tanto attesa internalizzazione, e teniamo a ribadire che non è una stabilizzazione, porta con sé discriminazioni profonde, in un territorio come quello della provincia di Teramo che non può permettersi altri drammi: ci sono stati degli esclusi nel-la fase di accesso alla procedura selettiva (3000 in tutta Italia, stimiamo 20 persone nella provincia di Teramo), ci saranno degli esclusi nella successiva fase di valutazione, ci sarà una drastica riduzione del reddito per 126 degli aventi diritto (241) poiché per loro l’assunzione sarà part-time, a 18 ore”.
E ancora: “Tutto questo è inaccettabile: creare precarizzazione e diseguaglianze in un passaggio da privato a pubblico, nell’ambito una manovra che possiamo definire epocale, è un paradosso, forse un dramma vero e proprio. Bisogna trovare soluzioni per tutte e per tutti! Cosa faranno le donne e gli uomini che, dopo più di vent’anni, non troveranno posto in questa procedura di internalizzazione? Come faranno le donne e gli uomini che vedranno diminuito drasticamente il loro stipendio? E ricordiamo: meno ore lavorate, meno contributi versati ai fini pensionistici. Meno sono i contributi, più aumenta il rischio povertà. Presente e futuro. Invitiamo i rappresentanti politici nazionali, regionali e locali ad essere presenti all’Assemblea perché è la politica che deve dare risposte alle soluzioni proposte dalle organizzazioni sindacali”.