Teramo, 30 anni di Rifondazione Comunista: incontro con il segretario nazionale Acerbo

Teramo. Nella serata di giovedì 23 dicembre 2021, la Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha organizzato, nel rispetto delle normative anti-covid, un incontro conviviale per celebrare collettivamente il trentennale della fondazione del Partito (1991-2021).

Per l’occasione i militanti di Rifondazione, con il Segretario provinciale Mirko De Berardinis, hanno accolto a Teramo il Segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, accompagnato dal Segretario regionale Marco Fars.

L’incontro è stato aperto dall’intervento del Segretario provinciale De Berardinis che ha ricordato “dapprima il centenario del Partito Comunista d’Italia, nato a Livorno nel 1921, e poi le tappe che portarono alla fondazione di Rifondazione Comunista nel 1991, dopo la liquidazione del PCI avvenuta per mano della maggioranza del gruppo dirigente nel XX congresso di Rimini. Sono stati inoltre rammentati alcuni importanti eventi che hanno segnato la storia del partito come il G8 di Genova del 2001, nell’anno del suo ventennale. Il Segretario regionale Fars ha invece ripercorso alcuni momenti della storia Abruzzese di Rifondazione, le vittorie e le sconfitte avvenute in questo trentennio e le/i compagne/i che hanno dato un grande contributo al partito con la loro militanza politica”.

Il Segretario nazionale Acerbo ha illustrato invece le ragioni che portarono alla nascita del partito 30 anni fa e quelle attuali, “per le quali c’è ancora più bisogno in Italia di una “Rifondazione Comunista”, insieme con le altre forze che compongono la “Sinistra Europea” negli altri Paesi. Rifondazione Comunista nacque in contrarietà con lo scioglimento del Partito Comunista Italiano per rinnovare e rifondare il comunismo del nuovo millennio. Questi 30 anni non hanno smentito le ragioni del progetto di Rifondazione Comunista, che si sviluppò come movimento e poi come partito, in quanto confluenza tra una parte della sinistra del PCI e formazioni politiche che venivano dalla storia della nuova sinistra e del lungo sessantotto italiano, come Democrazia Proletaria, e tante compagne e compagni che videro quel nuovo spazio unitario come occasione per ricostruire e ripensare una presenza comunista in Italia. Non fu casuale quindi anche la partecipazione diretta e la simpatia di settori popolari, intellettuali e militanti che provenivano da altri filoni della sinistra italiana, da quello socialista a quello di ispirazione cristiana, dai movimenti pacifisti, all’ecologismo. La rivendicazione di una storia non fu dunque nel segno del conservatorismo identitario o della rimozione della crisi dei comunismi novecenteschi, ma della continuità di una “tradizione di libertà” che insegnava, da Marx a Gramsci, a porre sotto la lente della critica anche le ragioni delle sconfitte e delle degenerazioni”.

E ancora: “Dal 12 al 15 dicembre del 1991, circa 1300 delegati/e riuniti/e presso il Palazzo dei Congressi all’Eur a Roma diedero vita al primo congresso del Movimento per la Rifondazione Comunista. Dopo l’approvazione dello statuto fu annunciata la nascita del Partito della Rifondazione Comunista con l’elezione a Segretario nazionale del compagno Sergio Garavini. Nel gruppo dirigente del nuovo partito furono elette/i diverse/i compagne/i tra cui Armando Cossutta, Lucio Libertini, Ersilia Salvato, Bianca Bracci Torsi, Giovanni Russo Spena. A trent’anni dalla nostra fondazione rivendichiamo il nostro comunismo democratico, libertario, verde, femminista. La continua ricerca della convergenza, dell’internità ai movimenti e dell’apertura alle culture critiche, l’aver tentato di coniugare la critica del capitalismo a quella femminista del patriarcato e di ricostruire un punto di vista di classe e internazionalista mettendoci in relazione con tante esperienze su scala europea e internazionale, dal Chiapas al Kurdistan, da Seattle e Porto Alegre alla Sinistra Europea. Rifondazione Comunista riuscì ad essere uno spazio unitario per le comuniste e i comunisti nel comune impegno di ricerca su come lottare nel presente e ricostruire una prospettiva. Oggi abbiamo un proliferare di sigle inversamente proporzionale alla capacità di incidere. Lo diciamo con umiltà e senza pretese egemoniche, ma semplicemente per aprire una riflessione sul necessario avvio di una ricomposizione e riaggregazione di forze a sinistra nel nostro Paese. É evidente che il bipolarismo ha segnato la nostra vicenda, perché le caratteristiche del sistema politico hanno determinato un campo assolutamente sfavorevole alle forze che lottano per un’alternativa di società. Da anni abbiamo scelto la strada dell’alternatività al centrosinistra, prendendo atto della sua conversione progressiva al neoliberismo. Una strada certo in salita, ma coerente, che non vogliamo abbandonare, perché si fonda non su giudizi ideologici astratti, ma su dati reali. Non intendiamo rinunciare né alla lotta, né alla rifondazione comunista e siamo convinti che servano entrambe per ricostruire la sinistra nel nostro Paese”.

“Ancora oggi troviamo di straordinaria attualità per la nostra prospettiva politica e culturale l’interrogativo del compagno Lucio Libertini racchiuso nel suo intervento al congresso fondativo di Rifondazione Comunista del 1991: “se la vicenda di questo secolo, con il tragico fallimento dei regimi dell’Est, segni la vittoria definitiva del capitalismo, che diviene un limite insuperabile della storia umana, seppellendo la questione del socialismo; o se invece la tragica degenerazione di un grande processo rivoluzionario, che comunque ha inciso sulla storia del mondo, e le nuove gigantesche contraddizioni del capitalismo, su scala planetaria, ripropongano in termini nuovi la questione del socialismo e dell’orizzonte ideale, assai più lontano, del comunismo”.
In questi trent’anni siamo andati in direzione ostinata e contraria opponendoci al neoliberismo, alla devastazione ambientale, alla guerra, a ogni forma di sfruttamento, discriminazione e razzismo. Buon compleanno Rifondazione!”.

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