UNIVERSITÀ Con una maratona di letture su RafioFrequenza, l’Università di Teramo celebra la ricorrenza del 25 aprile, festa della Liberazione d’Italia dal governo fascista e all’occupazione nazista e anniversario della Resistenza partigiana. Il programma è stato organizzato dalle Facoltà di Scienze politiche e Scienze della Comunicazione, con il coordinamento di due storici contemporanei dell’Università di Teramo, Pasquale Iuso e Andrea Sangiovanni. Domani, sabato 25 aprile, a partire dalle ore 15.00, sulla Radio dell’Università di Teramo FM 102/101.3 o sul sito www.rfrequenza.it si potranno seguire i docenti e i numerosi studenti che si alterneranno nella lettura di brani scelti tratti dai volumi: Autobiografia di Maria Teresa Regard, Diario del caporale abruzzese Andrea Andreone a cura di Marco Andreone, Un uomo ordinato, un dizionario del partigiano anonimo di Angelo Del Boca, La mia Resistenza. Storia di una giovinezza di Claudio Pavone, Libere sempre di Marisa Ombra. Durante il programma ci saranno inoltre interventi di Francesca Fausta Gallo, Piero Nicola Di Girolamo, Andrea Ciccarelli, Marco Andreone e Chiara Donati che parleranno del valore della Resistenza e della Liberazione dopo 75 anni, di come si sono trasformate nel dopoguerra le aspirazioni a una società libera e giusta ma anche della pratica della resistenza in tempo di pace, dello studio del diario come simbolico “passaggio di testimone” tra generazioni, per finire in musica con Bella ciao, la storia della canzone e il suo adattarsi al tempo in cui viene cantata.
ANPI TERAMO “Il genere umano sta vivendo un momento storico di una gravità inaudita – dice il presidente provinciale e senatore Antonio Franchi – Sta combattendo una dura battaglia contro un nemico invisibile, il coronavirus che semina morte in tutto il mondo. A Teramo e provincia durante il ventennio fascista lo spirito di rivolta non si era mai spento, mai sopito. Molti antifascisti avevano subito le angherie del regime, avevano conosciuto il confino, le persecuzioni e il carcere. Ancor prima della caduta del fascismo,tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943, gli studenti dell’istituto tecnico e del liceo classico formarono raggruppamenti antifascisti. Essi si chiamavano Glauco e Manfredo Mobili, Lucio Liberi , Nino Forti, Franca Lancia, Mario Ambrosini, Iwan Costantini, Gianni Nisii, Giorgio Valente, Giuliana Valente,che era poco più di una bambina. Questi giovani costituirono il nerbo della lotta partigiana che di lì a poco sarebbe iniziata. Dopo l’8 settembre 1943 gli antifascisti Ercole Vincenzo Orsini, Mario Capuani, il leggendario Armando Ammazzalorso, l’intrepido Felice Rodomonti, l’impavido felice Mariano Franchi, il capitano dei carabinieri Ettore Bianco, il capitano Giovanni Lorenzini, il tenente Gelasio Adamoli che diventerà sindaco di Genova e senatore della repubblica e tanti altri organizzarono la Resistenza che presto dilagò e divenne lotta di popolo. Scelsero una zona impervia , difficile da individuare dove accorsero migliaia di giovani. Era il 25 settembre 1943. Pensate! Bosco Martese rappresentò il primo scontro in campo aperto avvenuto in Italia con i nazisti invasori. La battaglia più cruenta e durò a lungo. I nazisti, i signori della guerra furono costretti a ripiegare dopo aver lasciato sul campo oltre 50 morti e tanti feriti. Sulle nostre montagne fu scritta una delle pagine più belle della Resistenza Italiana. Erano giovani di diverso credo religioso e di diverse nazionalità. Tutti animati da un solo sentimento: la riconquista della libertà. Noi teramani abbiamo pagato un prezzo altissimo per la riconquista della democrazia. Il 26 settembre i nazisti fucilarono i carabinieri di Valle Castellana, colpevoli di essersi schierati con i partigiani. All’alba del 27 settembre i nazifascisti circondarono la casa di Mario Capuani a Toricella Sicura. Lo arrestarono e lo condussero al bosco, nei luoghi della battaglia. Lo sottoposero a interrogatorio. Volevano da lui i nomi degli insorti. Capuani si comportò da eroe e da grande Italiano. Lo assassinarono con un colpo alla nuca. Il 13 dicembre cadeva a Montorio Ercole Vincenzo Orsini per mano di un commando fascista. Orsini era la mente politica della Resistenza. Tanti furono i teramani che caddero per la libertà: Francesco Martella, Renato Molinari, Alberto Pepe, gli eroi di Pietralta, Berardo D’Antonio, Romolo di Giovannantonio, i martiri di Cartecchio, i ragazzi della caserma Rossi , assassinati il giorno prima della Liberazione di Teramo. L’ultima nefandezza compiuta dai nazisti ormai in fuga. Certo, non è questa l’Italia per cui le forze migliori diedero la vita durante la Resistenza e la lotta di Liberazione. La situazione economica è grave e il coronavirus la renderà purtroppo drammatica. Abbiamo 5 milioni di poveri. Aumentano ogni giorno le disuguaglianze: il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza nazionale. Vasti settori del ceto medio sono scivolati ormai nella miseria. Tutti sanno che non c’è libertà senza giustizia sociale. A pagare il prezzo più alto sono i giovani, che spesso con una laurea sono costretti a coniugare la loro disperazione andando su e giù per i corsi delle loro cittadine senza intravvedere la possibilità di inserirsi in qualche modo nel processo produttivo. E io dico che una società che non assicura un avvenire ai i propri figli, è una società ingiusta. Una società maledetta che va cambiata nel suo profondo. Ecco la necessità e l’urgenza di impegnare tutte le forze democratiche, laiche e cattoliche, gli uomini di buona volontà e soprattutto le nuove generazioni in una battaglia per affermare un diverso ordine politico ed economico internazionale basato sulla difesa del clima, sulla crescita culturale, sul superamento delle disuguaglianze, sull’accoglienza, sulla democrazia, sulla Pace. Oggi la Resistenza vive nella Costituzione repubblicana che è il fondamento della nostra libertà e della nostra democrazia: la fonte delle leggi alla quale ciascun cittadino deve informare la sua condotta. La Costituzione non è dei governi, ma appartiene al popolo. La libertà è un bene assoluto, non si conquista una volta per tutte,come ammoniva il partigiano Sandro Pertini, ma va difesa ogni giorno contro le insidie che sono sempre in agguato”.