Daniele Laurenzi, sindaco di Nereto, infatti, ha riconsegnato al presidente dell’Unione dei Comuni (Domenico Piccioni), le deleghe all’ambente, al ciclo integrato dei rifiuti e ai rapporti con la Poliservice. La decisione era stata anticipata ai soci della Poliservice e allo stesso Piccioni in sede di assemblea. Ora il sindaco di Nereto ha motivato la sue decisione con una lettera, anche piuttosto dura in alcuni passaggi nella quale chiarisce, nel dettaglio, la propria posizione.
Le motivazioni. Laurenzi parla di criticità formali a sostanziale nella seduta della giunta dell’Unione dei Comuni dello scorso 4 agosto con la quale è stato individuato il rappresentante dell’Unione dei Comuni in seno al Cda della Poliservice. e nello specifico l’emendamento presentato dal vice-presidente dell’Unone, Andrea Luzii, e sottoscritto dei sindaci presenti.
“Tale emendamento a parere del sottoscritto risulta inammissibile per la natura dello stesso”, scrive Laurenzi, “poiché obbliga il Presidente a votare una determinata lista, per di più modifica la proposta di delibera senza preventivamente richiedere un nuovo parere di regolarità ai sensi dell’art. 49 del TUEL e, infine, può essere considerato alla stregua di un “pizzino” di giurisprudenza creativa che di fatto non tutela l’Unione stessa, in modo che ne venga garantita la rappresentanza nel consiglio di amministrazione della Società Poliservice S.p.a, ma è un maldestro tentativo di tutelare le desiderate di posti (cosiddetto poltronificio) nel Cda Poliservice ad appannaggio esclusivo dei sindaci azionisti Cosev.
“Dopo oltre 16 anni”, prosegue il sindaco di Nereto, “abbiamo scoperto che l’Unione di Comuni Val Vibrata non ha il componente di diritto nel Cda della Poliservice né il diritto di veto e/o assenso su niente, giacché tali condizioni iniziali alla partecipazione al capitale sociale non hanno trovato poi conforto nelle modifiche statutarie della società, dunque l’Unione è un azionista di diritto pubblico al pari degli altri Comuni azionisti e può concorrere alla nomina dei componenti degli organi sociali attraverso patti para-sociali, con una proposta unitaria di nuovo Cda (così come si è sempre fatto ed era auspicabile continuare a fare trovando degli equilibri e l’unanimità del voto sul Cda come accaduto in Cosev servizi Spa) oppure presentando una lista, ma autonoma, ai sensi dell’art. 17 dello Statuto e magari lasciando spazio a qualche professionalità indicata dai Comuni rivieraschi che determinano con i loro piani finanziari Tari 2/3 del fatturato societario ma che sono sistematicamente estromessi dalla governance”.
Braccio di ferro per il nuovo Cda Poliservice. “Coerentemente”, si legge ancora nella lettera, “sarebbe stato auspicabile non coinvolgere l’Unione nella squallida diatriba in corso tra i Sindaci Cosev Servizi, dal momento in cui sono state presentate due liste di candidati alla carica di consigliere di amministrazione dacché, lo scrivente, dissente dalle posizioni dei colleghi Sindaci del Cosev che, in spregio alla normativa di riferimento vigente, vorrebbero esautorare dalla governance societaria il socio privato, paradossalmente l’unico ad averne diritto, oltretutto con un veto personale sul componente indicato dallo stesso azionista privato.
Il sottoscritto, quale delegato in materia, non è stato preventivamente interpellato dai colleghi Sindaci sull’emendamento: questo basta per evidenziare la totale mancanza di rispetto istituzionale tanto più di fiducia, oltre a ciò e relativamente al metodo di lavoro, questo dovrebbe contraddistinguersi per scelte collegiali unanimi e democratiche, senza imposizioni a colpi di maggioranza, specialmente quando vi è il palese tentativo di cambiare le regole del gioco in corso di partita, come si è fatto con la deliberazione giuntale de quo e perfino come si è tentato di fare durante le sedute di assemblea degli azionisti, dove sono andate in scena le ulteriori grottesche dinamiche connesse al rispetto delle quote di genere, disinvoltamente anche queste non rispettate nella presentazione della lista a firma dei colleghi Sindaci Cosev”.
La restituzione delle deleghe nella posizione di Laurenzi, dunque, rappresenta un atto dovuto per portare avanti una linea di pensiero chiara: ossia il rispetto delle norme e prima ancora delle persone.
“Occorre compiere una seria riflessione”, si legge ancora, “iniziando dallo spettacolo indecente che si sta rappresentando agli occhi degli utenti che pagano la Tari, occorrerebbe invece, da parte di tutti, lo stesso tipo di impegno al fine di migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti, soprattutto in questo momento vocato al turismo, cercando parimenti di migliorare le condizioni lavorative del personale dipendente “sul campo”, trovando soluzioni che sappiano superare le criticità attraverso un equilibrato e responsabile rinnovamento, affiancato dalla necessaria continuità di alcuni professionisti facenti parte dell’attuale Cda uscente che dobbiamo ringraziare complessivamente per il lavoro svolto in condizioni pandemiche oltremodo difficoltose”.
Ovviamente, la questione non è solo limitata alla vicenda Poliservice, Laurenzi parla della discarica di Faiccandenti a Sant’Omero e il mancato intervento di adeguamento della piattaforma, sempre di Sant’Omero, per la quale si rischia di perdere un finanziamento regionale di 350mila euro.
Il futuro. “Nel ringraziare per la fiducia fin qui accordata”, chiude Laurenzi, “auguro Presidente rieletto buon lavoro e mi rendo disponibile nel ricevere, eventualmente, deleghe più attinenti alle vocazioni territoriali del Comune di Nereto quali l’Istruzione, la Cultura, la Sanità, la Protezione Civile, essendo Nereto storicamente Polo di Servizi della Val Vibrata, questo magari anche per agevolare il lavoro e l’impegno di qualche altro collega Sindaco nel campo dell’ambiente e dei rifiuti, dal momento che lo scrivente, studiando giorno e notte tematiche ambientali ed di salute pubblica, ha già scongiurato sul proprio territorio l’apertura della famosa piattaforma di rifiuti liquidi non pericolosi, perciò ritiene di aver già lavorato abbastanza e non solo per Nereto bensì nell’interesse di tutti i cittadini della Val Vibrata”.