La proposta di legge sullo spostamento della sede del Soccorso alpino a l’Aquila, depositata in Consiglio regionale da Petrucci e Santangelo, desta preoccupazione al consigliere comunale di Teramo, Flavio Bartolini che spiega perchè.
“In primis perché si rischia nuovamente un significativo accentramento delle componenti istituzionali in un unico e solo spazio territoriale, come quello aquilano, a danno continuo del territorio teramano, che rimane “svuotato”. La rivendicata vocazione montuosa, che il versante teramano ha (per la verità) di uguale spirito, non legittima il continuo “dragaggio” di centri istituzionali e delle attività che vi gravitano attorno. In secondo luogo, se si parla di “vocazioni” per ammettere gli assorbimenti, non si capisce il perché della nascita della scuola di formazione dei Vigili del fuoco, di nuovo a l’Aquila, considerato che Teramo ha una cultura fiorente in tema. Sarebbe stato giusto destinare questa importante offerta formativa nel comune teramano come era stato già deciso alla chiusura della caserma degli Alpini “Grue”, considerato anche che già nell’aquilano vi opera la scuola nazionale ispettori e sovraintendenti della Guardia di finanza”.
“Per questi motivi”, prosegue Bartolini, “si ritiene ragionevole e anche solidaristico dimostrare, da parte dei rappresentanti regionali in Consiglio, come non si tenga conto solamente di uno, due, spazi territoriali in Abruzzo, determinando lo spostamento della scuola di Soccorso alpino da Pescara a Teramo, dato che questi due territori oltre a spartirsi i principali uffici della Regione Abruzzo, ed innumerevoli altri uffici istituzionali, oggi si spartiscono anche la rappresentanza nazionale della provincia di Teramo dopo l’ultima legge sui collegi elettorali”.
In ultimo una richiesta all’amministrazione teramana: “Chiediamo poi di attivarsi in tale prospettiva, mettendo in moto la macchina burocratica al fine di trovare una degna sistemazione per la Sede del Soccorso alpino in uno degli innumerevoli immobili demaniali del nostro comune. Sfitti e abbandonati da decenni, lasciati alla loro incuria, luoghi come il palazzo del Consorzio agrario in via Mazzini meritano una pianificazione seria e programmatica che riqualifichi non solo la bellezza architettonica di Teramo, ma soprattutto la relativa potenzialità patrimoniale per il Comune”.