Teramo. “La politica della Ruzzo Reti SpA è tutt’altro che irrispettosa nei confronti dei cittadini”, replica il consigliere comunale Oltre, Luca Corona, a quanto sostenuto ieri da Teramo Vive. “La società acquedottistica ha, infatti, più spesso (soprattutto nell’ultimo periodo) spiegato il motivo dell’aumento delle bollette e illustrato dettagliatamente ai Sindaci soci, già mesi fa, il piano industriale e la pianta organica votati favorevolmente proprio nell’Assemblea di luglio 2019”.
“L’Autorità nazionale ha imposto un aumento delle tariffe e le bollette dell’acqua sono aumentate di conseguenza. La Ruzzo Reti si è quindi adeguata a quanto prescritto dall’Arera ed è del tutto inutile continuare a polemizzare su una prescrizione che ha avuto effetti a livello nazionale: è evidente la strumentalizzazione. Ma non ci stupiamo perché conosciamo bene gli estensori della nota e i loro difetti. Quanto all’indebitamento e agli investimenti, dal 2014 al 2018 la Ruzzo Reti ha realizzato investimenti per euro 13,5 mln, finanziati da contributi in conto impianti per soli 1,8 mln di euro (e non 48 mln di euro, come invece affermato) e da risorse proprie per la parte rimanente. Poiché la tariffa del servizio idrico integrato non è in grado di finanziare gli investimenti fatti dal gestore, è inevitabile che gli stessi si traducano in un aumento dell’indebitamento a breve (7 mln di euro); del resto, è proprio per questo motivo, cioè per salvaguardare l’equilibrio finanziario, che la società è stata costretta a ridurre gli investimenti rispetto al periodo precedente (2009 – 2012). Inoltre, tra i debiti sono comprese voci che non rappresentano debiti veri e propri, in quanto a fronte degli stessi risultano iscritti dei crediti nell’attivo. Tali crediti e debiti si riferiscono alle opere che la Ruzzo Reti S.p.A. realizza in qualità di stazione appaltante (e di cui non ha la proprietà), finanziate da contributi regionali, e per le quali, contabilmente, viene iscritto un credito e un debito di pari importo, che saranno neutralizzati alla fine dei lavori. Tali “debiti” passano da un valore di 5,1 mln di euro del 2013 ad un valore di 11 mln di euro del 2018”.
“Teramo Vive ricostruisce poi l’andamento dei ricavi caratteristici e della voce “altri ricavi e proventi”, analizzandone i riflessi sui risultati economici dei vari esercizi. In primo luogo, la voce “altri ricavi e proventi” non coincide con le “partite tariffarie pregresse” come viene affermato, ma comprende altre voci, tra cui la quota dei contributi in conto impianti, l’aggiornamento del fondo rischi, le sopravvenienze attive di natura straordinaria (che nel 2013 erano iscritte in altra voce del conto economico). Inoltre, non si è tenuto conto del fatto che, nella determinazione dei risultati economici dei vari periodi, hanno inciso gli aumenti di alcune voci di costo. Tali aumenti si sono resi necessari sia per il miglioramento del servizio idrico (manutenzioni, trasporti e smaltimento di rifiuti speciali), sia per un maggior controllo della qualità delle acque (analisi e controlli di laboratorio per l’“emergenza Gran Sasso”). Per esempio, i costi per materie prime passano dai 5,4 mln di euro del 2013 ai 6,7 mln di euro del 2018; quelli per servizi passano dai 7 mln di euro del 2013 ai 9,8 mln di euro del 2018 e gli ammortamenti passano dai 9,2 mln di euro del 2013 ai 10 mln di euro del 2018”.
E ancora: “L’assessore Di Bonaventura e i consiglieri Passerini e Di Sabatino che gli fanno seguito, parlano di personale ancora come “tasto dolente” sostenendo che il costo del servizio degli interinali sarebbe cresciuto, nello stesso periodo (2014 – 2018), dai 7 mln ai 9,8 mln. Tale affermazione è del tutto priva di fondamento in quanto il costo del personale interinale passa da un valore di 0,5 mln di euro del 2013 ad un valore di 2,8 mln di euro del 2018; invece, il compenso spettante all’agenzia interinale è stato pari ad euro 77.996,50 nel 2013 ed a euro 29.061,46 nel 2018. Inoltre, non è vero che le spese del personale siano destinate a crescere ulteriormente dopo l’approvazione della nuova pianta organica votata lo scorso 18 gennaio, in quanto le assunzioni delle nuove unità andranno a sostituire gli interinali. Con questo ci aspettiamo che l’assessore Di Bonaventura si mostri finalmente all’altezza del ruolo che è chiamato a ricoprire e comprenda che le falsità sul Ruzzo fanno male ai Cittadini e non il bene della sua parte politica”.
Italia Viva Provincia di Teramo: “Basta ostilità politico-mediatiche sulla vicenda della società acquedottistica Ruzzo S.p.A.”, della quale siamo lieti di esprimere la Presidente, Alessia Cognitti, rieletta per la seconda volta dall’Assemblea dei soci, a dimostrazione dell’efficacia del proprio operato amministrativo. Il PD provinciale si è piccato per la sottolineatura della strategia piddina – condivisa con la Lega – di abbandonare l’Assemblea del Ruzzo, piuttosto che discutere nella sede istituzionale le problematiche e le proposte inerenti la società. Invero, tale sottolineatura si è resa necessaria a fronte delle accuse di accordi trasversali che avrebbero sorretto le nomine del CdA, accuse infondate nella misura in cui una società partecipata da 36 Comuni – i cui primi cittadini provengono dalle più varie estrazioni politiche – non può che trovare dei momenti di sintesi proprio sulle capacità dei soggetti chiamati a curare l’interesse generale, piuttosto che sulle appartenenze di schieramento o di partito. Il PD provinciale, attualmente a guida aquilana e pescarese, siamo certi che non interpreti né i sentimenti né gli interessi dei teramani, essendo sceso persino al livello delle accuse personali, con riferimenti alla mancanza di “serietà” e a presunti “amoreggiamenti ilari”, a dimostrazione dell’assenza di rispetto che il Partito Democratico ostenta non solo nei confronti della Presidente, ma soprattutto nei confronti dei 26 sindaci che hanno palesemente confermato la soddisfazione istituzionale per la gestione dell’azienda, con l’aggravante politica che parecchi di quei 26 sindaci sono diretta espressione di coalizioni di centrosinistra, delle quali fa parte a pieno titolo proprio il PD”.
“Respingiamo tali attacchi personali che si rivelano del tutto inconsistenti e qualificano solo chi li mette in atto, rivelando un lessico che richiama esperienze infelici del passato. Ma siccome il PD sostiene che “intende fare della chiarezza un tratto indelebile del suo essere”, è appena il caso di rimarcare l’unanimità dell’apprezzamento manifestato dai sindaci nei riguardi del lavoro svolto dalla Presidente Cognitti, circostanza che qualifica le rimostranze democratiche come una battaglia di retroguardia che non introduce alcuno spirito di collaborazione, bensì la malcelata ammissione di una sconfitta figlia soltanto di incapacità politica e relazionale. Quanto alla inesatta e penosa confessione secondo la quale il CdA del Ruzzo sarebbe “espressione di una sola parte dell’assemblea”, occorre rispedire al mittente una lettura così sofferente nella sua falsità, se solo si consideri che quanto stabilito dall’Assemblea dei soci riveste il carattere della correttezza sia sotto l’aspetto formale (approvazione del CdA all’unanimità dei 26 sindaci presenti) sia sotto l’aspetto sostanziale (radicale assenza di formali contestazioni relative alla pregressa gestione societaria). Suscita tristezza la condizione di un grande partito che si riduce alla maldicenza e alla diffamazione, sostenendo – come nella peggiore deriva complottista – che si siano “raggiunti accordi tra improbabili capi acquattati all’ombra e non nella trasparenza di normali rapporti politici”. È vero l’esatto contrario: la trasparenza degli accordi e degli intendimenti fra i soci è stata talmente limpida e unanime, da essere stata palesata da molti sindaci nei giorni precedenti all’Assemblea medesima. Pertanto, non possiamo non condividere il principio invocato dal PD, quello in base al quale “gli enti di gestione appartengono a tutti”, proprio perché sono al servizio dell’intera comunità teramana, al di là delle appartenenze politiche o di schieramento. Ed è nel dialogo e nell’interazione fra i soci che si devono trovare accordi e mediazioni nel superiore interesse pubblico, quello che il PD intende perseguire a parole, ma non nei fatti, considerati gli esiti delle sue interlocuzioni, valutate le sue accuse preconcette e le sue critiche pretestuose, nonché lette le sue plurime invocazioni a differenti metodologie decisionali che (non a caso) non vengono mai concretamente esplicitate”.