Roseto, Ciancaione: ‘giù le mani da CasaRosa e dal Dopo di Noi’

Roseto. Casarosa è una delle otto strutture del Dopo di noi esistenti in Abruzzo e Roseto è l’unica Città dei sei Comuni dell’Ambito Distrettuale sociale numero 22 ad avere la disponibilità di questa struttura dedicata ai disabili gravi, come si legge nel programma regionale attuativo della Legge 112 del 2016.

 

“Peccato che questa unicità – esordisce la capogruppo di Liberi e Uguali, Rosaria Ciancaione – non venga valorizzata dall’attuale Amministrazione Comunale, sicchè abbiamo depositato specifica interrogazione per capire cosa si stia facendo per ripristinare la funzionalità della struttura, così da restituirla al Dopo di noi e alle connesse attività di riabilitazione e socializzazione delle persone con disabilità grave”.

E’ passato un anno da quanto i locali sono stati sgomberati a causa di infiltrazioni d’acqua dal soffitto ma nulla, ad oggi, si è mosso, anzi, le cose sono peggiorate dopo un inverno passato senza che fosse eseguito alcun intervento.

“Ci chiediamo – interviene Ercole Andrietti del gruppo LeU – se l’amministrazione Di Girolamo stia almeno lavorando in sinergia con l’Unione dei Comuni Terre del Sole per essere pronta ad attingere dai fondi della cd. ‘Legge del dopo di noi’, onde finanziare i lavori di ristrutturazione di Casarosa”.

“Insomma – aggiunge Giovanni Di Bonaventura dello stesso gruppo – c’è la volontà di riattivare il servizio del ‘dopo di Noi’, ricompreso nel nuovo piano sociale, oppure si insiste sul 118, nonostante la consapevolezza del vincolo di destinazione della struttura per i servizi a favore dei disabili gravi?”

“Quella casa è dei disabili, non del 118 – interviene Paola Aloisi sempre dello stesso gruppo – anche perché costruita beneficiando di un finanziamento ministeriale di 274 mila euro con un vincolo ventennale, come rimarcato nel programma regionale di attuazione della legge sul ‘dopo di noi’”.

La giustificazione dell’amministrazione basata su presunti difetti strutturali non soddisfa Articolo 1 perché sarebbe evidente che in tal caso Casarosa non possa essere utilizzata per i disabili ma neppure per il personale del 118.

“Se così fosse – conclude la capogruppo – il Comune avrebbe il dovere di attivarsi per richiedere ai presunti responsabili di pagare il danno prima che intervenga la prescrizione decennale; per il 118, lo abbiamo già detto più volte, può ben valutarsi la coabitazione in sinergia con la Croce Rossa nella palazzina della zona sportiva oppure l’utilizzo di parte dei locali del Consultorio o ancora l’utilizzo della Casa Cantoniera Anas posta sempre nella zona sud”.

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