Roseto. “Anche nel 2018 ai rosetani arriveranno bollette TARI salate”.
Così esordisce la Capogruppo di Liberi e Uguali, Rosaria Ciancaione, aggiungendo: “addirittura per le famiglie si registrano rispetto al 2017 ulteriori aumenti nell’ordine del 3-5 per cento che se sommate a quelli imposti nel 2017, portano, ad esempio, una famiglia di 4 persone con una casa di 80 mq. a pagare oltre 50 euro in più rispetto a quanto pagato nel 2016 e 10 euro in più rispetto al 2017. Altro che riduzione! In proposito durante il consiglio del 6 marzo ho chiesto il ritiro della delibera relativa al piano finanziario TARI perché le tariffe sono state determinate in difformità a quanto prevista dalla normativa caricando costi non dovuti a vario titolo”.
“La dichiarazione di voto contrario – aggiunge – è stata verbalizzata con specifica motivazione ma la maggioranza non ha neppure per un attimo pensato a ritirare la delibera, sicchè anche quest’anno famiglie e imprese pagheranno somme non dovute per TARI rispetto agli effettivi costi del servizio dei rifiuti e anche per le imprese rispetto al 2016 gli aumenti rimarranno consistenti, assestandosi mediamente sul 30%”.
Altra sorpresa riservata ai cittadini con questo bilancio 2018 è quella dell’aumento della tariffa annuale delle lampade votive, cioè delle lucine che stanno sulle tombe dei nostri cari, che varia dal 30 per cento sui loculi al 150 per cento sulle croci nude.
“A tutto questo – prosegue la Ciancaione – si aggiunga che le nostre scuole continueranno ad essere a rischio anche per il 2018 perché in bilancio non c’è alcuna somma stanziata per la redazione delle schede 1 e 2 di vulnerabilità sismica per otto scuole, nonostante la Sentenza della Corte Suprema di Cassazione depositata in data 8 gennaio 2018 che ha sancito che le scuole a rischio sismico anche molto basso vanno chiuse e gli amministratori che non lo fanno rischiano di essere accusati di omissione di atti di ufficio”.
Ciò che non si riesce a capire è la filosofia dell’azione politico- amministrativa portata avanti dall’amministrazione Di Girolamo. Come può oggi, mi chiedo, un’amministrazione comunale non tenere conto delle difficoltà di famiglie e imprese in una crisi recessiva così forte che ha determinato per oltre 4,7 milioni di italiani la povertà assoluta e che ha allargato a dismisura la forbice delle disuguaglianze da cui certo non si può uscire se si continua con una politica così miope.
“D’altronde il voto del 4 marzo – conclude la capogruppo – ha certificato una contestazione degli italiani forte verso un modo di fare politica che non tiene conto delle fasce più deboli della popolazione e che alimenta la contestazione e il disagio sociale. Una riflessione s’impone da parte di tutte le forze di sinistra e di centrosinistra presenti nello scenario nazionale. La politica di cui c’è bisogno deve essere quella che prende in carico i problemi delle fasce più deboli della popolazione e non certo quella che ignora i problemi della povera gente”.