Tre nuovi macchinari per la risonanza magnetica. Uno dell’ospedale di Atri e due in quello di Sant’Omero. A ricordare quello che è il percorso legato alla sanità teramana, in termini di investimento sul territorio, è il consigliere regionale Antonio Di Gianvittorio.
“La nostra linea guida è molto chiara e decisa”, dice di Gianvittorio, “Teramo ha bisogno di tutti e quattro gli ospedali.
C’è comunque la necessità di differenziarli e renderli attrattivi ciascuno per le eccellenze da cui sono contraddistinti, da questa scelta ben precisa di caratterizzazione, prescinde l’obbligo che abbiamo nei confronti di tutti i teramani, di renderli funzionali ed efficienti in materia di emergenza-urgenza, da qui la scelta di prevedere nuovi macchinari diagnostici da destinare ai presidi non di capoluogo, senza i quali sarebbe impossibile fornire un servizio di primo soccorso adeguato.
Stiamo inoltre lavorando continuamente, a testa bassa per provare a riaprire il punto nascita di Atri, fiore all’occhiello del nostro #territorio, da sempre contraddistintosi per competenze, professionalità e accoglienza, la cui chiusura ha portato lo spostamento delle nascite non a Teramo come si pensava, bensì all’ospedale di Pescara.
La programmazione che ci siamo imposti mira proprio ad abbattere quella mobilità passiva verso altre province a Sud e verso altre regioni a nord, la capillarità degli ospedali è fondamentale per il territorio, anche per evitare lo spopolamento di quelle aree interne che negli ultimi anni, anche a causa della lontananza di presidi ospedalieri, sempre di più stanno perdendo numeri in termini di abitanti, proprio per questo sarà mia prerogativa impegnarmi al massimo affinché l’ospedale di Atri torni ad ospitare gran parte delle nascite della Provincia”.