E che si staglia nel percorso tutto diretto alle regionali del prossimo 10 febbraio. La fronda del Pd pronta all’autosospensione, in qualche modo, ha chiamato in causa Dino Pepe. L’assessore regionale affida la sua analisi ad un intervento nel quale tocca diversi temi.
“Risulta quanto meno paradossale”, scrive Pepe, “ che chi ha avuto un ruolo preminente nella gestione del Partito Democratico provinciale oggi faccia la morale a chi, su quella gestione, ha avuto da sempre un ruolo critico e di opposizione.
Di fronte ad una sconfitta elettorale di Peppino D’Alonzo nella corsa alle provinciali mi sarei aspettato una analisi più lucida da parte di coloro che solitamente sono più bravi di me a fare le “strategie politiche” ed invece vedo che la risposta ad una sconfitta viene ribaltata con accuse e prese di posizione che, mi dicono, chiamarsi tecnicamente “riposizionamenti in vista delle elezioni regionali”.
Mi fa male dover ribadire il mio impegno totale verso l’amico Peppino D’Alonzo perché chi mi conosce sa benissimo che non sarei mai in grado di fare azioni che possano ledere i principi ed i valori che caratterizzano il mio impegno politico e, ancor di più, che non sarei mai in grado di tradire gli amici che con me hanno fatto un percorso politico basato sul massimo e totale rispetto.
“In questa competizione provinciale”, prosegue Pepe, “ è mancata la capacità di coinvolgere, come invece accadde con l’elezione di Renzo Di Sabatino, il “mondo civico” che ha deciso di spostarsi verso il candidato Diego Di Bonaventura, e su questo che va fatta un’analisi politica più approfondita perché anche la partita regionale si giocherà su questa capacità di attrazione fuori dai confini strutturati del Partito Democratico.
Troppo spesso e, in modo ancora più evidente, per il partito democratico teramano le energie vengono tutte “sprecate” verso l’interno, verso la difesa dal “fuoco amico”, verso strategie notturne con l’effetto di dare l’idea ai cittadini di uno stato confusionale perenne e di una litigiosità continua.
Chi ha gestito male la casa comune del Partito Democratico Provinciale deve avere il coraggio della responsabilità perché questa casa comune deve necessariamente essere rimessa a posto con un atteggiamento ed un cambiamento radicale che prevede l’impegno di tutti e, di base, recuperando l’elemento della lealtà e della generosità.
Sarei stato presente anche io ieri alla conferenza stampa, cosi come ho fatto a quella tenutasi in occasione della presentazione delle linee programmatiche del candidato Peppino D’Alonzo, se solo fossi stato invitato.
Sono d’accordissimo sull’analisi che il PD teramano non funziona bene, lo dico da anni, e insieme a Luciano Monticelli e Manola Di Pasquale abbiamo combattuto all’ultimo congresso per rinnovare la classe dirigente, confidando sulle energie e competenze di un giovane democratico.
Sulla moralità e sulla lealtà dei nostri Sindaci non ho dubbi, tantomeno sulla loro correttezza politica ed istituzionale.
Il PD ha le sue regole, i suoi organismi di garanzia e il suo Statuto e laddove si dovessero riscontrare comportamenti irrispettosi ed irregolari, come è stato fatto in passato, si può procedere ad espulsioni o commissariamenti.
L’autosospensione da sé stessi, la vedo una procedura originale e creativa.
Il mio impegno continuerà ad essere sempre e comunque quello di lavorare per scelte condivise e per recuperare il senso di unità che moltiplica le forze ed indirizza le energie verso i risultati. La condivisione delle priorità che ha permesso a questa nostra provincia di scrivere pagine importanti come la salvaguardia dell’agricoltura e della zootecnia delle aree colpite dagli eventi calamitosi dello scorso anno a dimostrazione che anche i momenti più cupi possono essere superati se tutti viaggiamo nella stessa direzione.
Confido nel lavoro saggio e intelligente del neo segretario regionale Renzo Di Sabatino affinché possa raggiungere il risultato della candidatura di Legnini per scrivere tutti insieme una nuova pagina del centro sinistra abruzzese”.