Costantini, in qualità di coordinatore della Lega, boccia senza appello le esternazioni della Rossi, che sulla stampa ha aspramente criticato l’appoggio a suo dire prestato dal Carroccio al candidato premiato dalle urne.
“La coordinatrice Rossi – sottolinea Costantini – è una signora simpatica e cortese. Con la stessa cortesia, la Lega la invita, per il futuro, a non esprimere giudizi affrettati e soprattutto a non occuparsi della politica messa in atto dagli altri schieramenti.
Ciò che davvero non ci riesce di capire, leggendo i giornali, è come Fratelli d’Italia, che, con grande disinvoltura e in solitudine, ha sposato la causa di Azione e del Pd, si permetta oggi di dare lezioni al resto della coalizione. La segretaria Rossi, che, a giochi fatti, definisce Massimo Vagnoni “una brava persona”, è la stessa che, sul tavolo regionale, ha scartato la sua candidatura, preferendole un accordo con schieramenti lontani dall’area del centrodestra, vale a dire il Partito Democratico, Azione ed altre sigle trasversali. La Lega, che non ha chiesto conto di questa scelta, non può ora non meravigliarsi del fatto che proprio la Rossi venga a dettare le regole a casa d’altri.
La Lega – precisa Costantini – ha scelto Massimo Vagnoni quale suo candidato e ha tenuto ferma, non contrattabile, questa posizione. Il sottoscritto, ragionevolmente, ha ritenuto di far convergere le preferenze degli iscritti al partito appunto su Vagnoni, e, nel rispetto degli amministratori “civici” e in virtù dei 6722 voti ponderati che nel 2022 lo hanno portato in consiglio provinciale, sulla figura, civica, di Camillo D’Angelo.
Nessun doppio gioco, dunque, nessun cambio in corsa, come forse piacerebbe alla segretaria Rossi. Le nostre scelte sono state messe in atto nel segno della trasparenza e della lealtà con le persone, e non sarà certo la coordinatrice di Fratelli d’Italia a doverle e poterle giudicare.”
Stesso discorso per Giulio Sottanelli, che ha definito “vomitevole” la presunta, nuova politica emersa con le ultime provinciali. “ Anche ad Azione – afferma Costantini – rinnoviamo il consiglio. Guardi tra i suoi e si faccia più di una domanda. Sentirlo benedire un progetto dove davvero convivevano tutto e il contrario di tutto, dove non c’è stato uno straccio di coerenza ideologica e morale, beh, questo sì, ci è parso nauseabondo. Allo stesso modo insopportabili le esternazioni di Paolo Gatti, frutto, probabilmente, della tipica frustrazione post- elettorale. Il voto espresso va rispettato, così come vanno rispettate le forze e la visione politica che, democraticamente, hanno imposto, su tutti, anche sulle successive chiacchiere morte, il nome e la storia di Camillo D’Angelo”.