Teramo. Il consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle Riccardo Mercante, chiede che la Regione Abruzzo e la ASL di Teramo intervengano al più presto per sanare la questione relativa al mancato rispetto della normativa che disciplina il puntuale fabbisogno delle Postazioni Territoriali del Sistema 118.
Con il Decreto del Commissario ad Acta (DCA) n.11/2013 del 20.02.2013 “Rete dell’Emergenza Urgenza della Regione Abruzzo e Reti IMA-STROKE-POLITRAUMA Percorso Neurochirurgico” – osserva Mercante – la Regione Abruzzo ha individuato il fabbisogno delle Postazioni Territoriali del Sistema 118 applicando senza correttivi la formula utilizzata nella metodologia Agenas descritta nel documento “La rete dell’emergenza-urgenza”.
“I parametri seguiti per tale indagine” puntualizza Mercante, “sono stati individuati con riferimento ai tempi di percorrenza per verificare il numero delle postazioni territoriali 118 e la garanzia del rispetto degli standard temporali di intervento sulla scena dell’evento previsti dalla Legge, 8 minuti in area urbana e 20 minuti in area extraurbana ed agli accessi al Pronto Soccorso i quali possono essere considerati indicatori indiretti dell’efficacia del sistema 118 territoriale e soprattutto della reale e effettiva copertura del territorio.
Tuttavia, contesta Riccardo Mercante, rivolgendo la questione all’attenzione della Regione Abruzzo, sebbene con il DCA 11/2013 alla ASL di Teramo siano stati previsti 6 Mezzi di Soccorso Avanzato e 5 Mezzi di Soccorso di Base – come da Allegato A Decreto del Commissario ad ACTA n.11 del 20 febbraio 2013 (passati addirittura a 7 Mezzi di Soccorso Avanzato oltre a 5 Mezzi di Soccorso di Base nella pagina 16 dell’Allegato) – attualmente la Asl di Teramo può fare affidamento unicamente su 4 Mezzi di Soccorso Avanzato.
Una situazione del genere è assolutamente inaccettabile – insiste il Consigliere del M5S- e compromette gravemente i Livelli Essenziali di Assistenza secondo i quali la Rete dell’Emergenza deve garantire sicurezza ed efficacia del sistema in tutto il territorio; il sacrificio che si richiede ai fruitori del servizio sanitario, infatti, cambia da zona a zona a danno sicuramente delle aree più disperse rispetto ai centri urbani.
Ma il diritto alla salute, chiede Mercante, è forse subordinabile alle aree di residenza dei cittadini?
Le Linee Guida emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 30 maggio 1992, ricorda il consigliere regionale, impongono l’intervento dei mezzi di soccorso al massimo entro 8 minuti dalla chiamata in area urbana ed entro 20 minuti dalla chiamata in area extraurbana al fine di assicurare al paziente, secondo necessità, le fasi di stabilizzazione delle funzioni vitali nonché l’inquadramento di diagnosi e di terapia di emergenza che può essere effettuato, per legge, solo se a bordo dell’ambulanza vi è un medico.
La mancata attivazione da parte della Regione Abruzzo delle postazioni medicalizzate, in totale spregio di quanto previsto dai LEA vigenti, dalle norme e dal Decreto del Commissario ad Acta 11/2013, si traduce quindi, per i cittadini della provincia di Teramo, in un mancato rispetto di un loro diritto primario.
Quindi invece di continuare a vendere ghiaccio agli eschimesi sballottando a seconda delle convenienze propagandistiche elettorali del momento i fondi statali destinati alla sanità già programmati per il territorio teramano, il presidente della giunta e il direttore generale dell’Asl Fagnano si attivino subito per adeguare il servizio del 118 della Provincia di Teramo alle normative vigenti a garanzia della vita di tutti suoi cittadini.