Pineto. “Dopo le strumentalizzazioni e le ipocrisie sulla guerra in Ucraina, addirittura qualche assessore filorusso già prima della nascita, ha il coraggio di postare una foto che ritrae Renzi e Putin, con il titolo, “L’Italia ha venduto armi alla Russia violando l’embargo”, io mi vergognerei, ma torniamo a Pineto”. Esordisce così, in una nota, il coordinatore di Italia Viva Pineto Cleto Pallini.
“Sono trascorsi quasi tre mesi dalla fatidica data di metà mandato di questa amministrazione. Il sindaco ha dichiarato in Consiglio Comunale e in pubbliche manifestazioni, non solo la volontà, ma la certezza che a metà mandato avrebbe inserito in giunta i consiglieri di maggioranza esclusi nei primi due anni e mezzo. Con i consiglieri di IV, il problema l’ha risolto cacciandoli dall’amministrazione. Con Ernesto Iezzi, pensa di aver risolto relegandolo in Provincia. Rimane Gabriele Martella, il caso più emblematico è proprio per il Borgo di Mutignano. Il Borgo ha bisogno di avere un rappresentante in Giunta, non tanto per la posizione geografica e per rispetto verso il vecchio Comune che è stato e per quello che ancora rappresenta; tant’è che all’interno dell’Ufficio del Vice Sindaco prima, ed ora in sala consigliare, esiste un vecchio gonfalone, che fu prima di Mutignano e successivamente ricamato con la scritta di Pineto, ma soprattutto perchè il Sindaco lo ha promesso e la sua promessa, anche in Consiglio Comunale, è più di un atto notarile”.
“Quindi”, prosegue Pallini, “premesso che è un atto ufficiale dichiarare alcuni passaggi programmatici e politici in Consiglio, quando avverranno queste surroghe? Anche perchè, il meta’ mandato è stato già ampiamente superato. I consiglieri e in particolare Gabriele Martella che aveva promesso fuoco e fiamme se ciò non fosse accaduto a metà mandato, che dicono?”.
E ancora: “Considerando che, se le aspirazioni legittime, del Sindaco sono quelle di candidarsi alle regionali, a norma di legge per i Sindaci dei comuni superiori ai 5.000 abitanti, il Sindaco dovrebbe dimettersi 6 mesi prima. Quindi se le elezioni a scadenza naturale si svolgeranno nel febbraio 2024 per le regionali, Verrocchio dovrà dimettersi ad agosto e nel caso si votasse a giugno 2024 per effetto dell’election day, dovrà dimettersi a dicembre 2023. Pertanto ammesso che lo facesse domani, chi entra non farà metà mandato come promesso, ma quasi un anno in meno”.
“Per questo”, conclude il coordinamento di Italia Viva, “noi chiediamo al Sindaco di convocare subito un Consiglio Comunale per essere resi edotti su come intenda procedere e se intende o meno dare conferma della parola data sulla surroga e farci altresì capire quali sono oggi le linee programmatiche, con l’ingresso dei 5 stelle, che certamente non hanno mai condiviso nulla del nostro programma elettorale. Tant’è che era una forza contrapposta alla nostra alle scorse elezioni”.
“Ricordo al Sindaco che Il Consiglio Comunale è la casa dei pinetesi, deve rispettare le indicazioni di voto e le prerogative dei consiglieri e non fare di testa sua. Pertanto, riteniamo che il Sindaco non possa scappare dalla discussione in Consiglio circa la questione delle deleghe da far girare tra gli altri consiglieri. Un’amministrazione: