E’ l’Amministrazione Comunale di Mosciano, dopo le polemiche dei giorni scorsi, a fare chiarezzza affinché le famiglie che hanno scelto tale servizio possano comprendere correttamente la vincenda.
“Il Nido ‘Castello dei piccoli’ è stato affidato – chiariscono sindaco e assessore alle politiche sociali – a seguito di una regolare procedura di aggiudicazione diretta sulla piattaforma Me.Pa., cui ha fatto seguito un verbale di consegna d’urgenza nelle more delle verifiche di idoneità dell’aggiudicatario previste dalla normativa. Pertanto un iter regolare che si è concluso, in questo caso in ritardo, con una Determinazione dirigenziale di affidamento definitivo del medesimo servizio. Una ‘irregolarità formale’ perché di questo si tratta, come del resto definita dalla stessa Consigliera Cianella, attribuibile a ritardi nella produzione degli atti da parte dell’Unione dei Comuni delle terre del sole – quindi un errore materiale – che però non deve dare spazio a strumentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con la qualità ed efficienza del servizio e di tanto lavoro svolto dalla struttura dell’Unione. A questo proposito è essenziale ricordare che l’Ente di gestione, al quale ben sei comuni hanno delegato tutto l’ambito socio-sanitario, ha in pochi mesi di start- up sviluppato una mole di progetti extra piano sociale, già vigente, di grande importanza per tutte le categorie di utenti del bacino d’ambito. Parliamo di progetti specifici come Abruzzo include che permetterà di attivare 117 tirocini formativi – € 650.000 -, Abruzzo Care Family per decine di famiglie – € 387.000 -, Vita indipendente, € 100.000; progettualità che impiegano risorse economiche importanti derivanti da fondi regionali e comunali che l’Unione dei Comuni delle Terre del sole è riuscita ad intercettare ed attivare sui territori dei comuni . Insieme all’attivazione di altri fondi regionali per il PLNA, dedicati ai disabili e malati gravi e gravissimi non autosufficienti (€ 584.000) , e al Dopo di noi (€ 99.000), l’Unione dei Comuni, con il territorio complessivo che rappresenta, esprime un valore di bilancio nell’ambito sociale e socio-sanitario di circa sette milioni complessivi”.
“Riteniamo – aggiungono Galiffi e Ferrante – che alcune criticità occasionalmente evidenziate nei lavori dell’Unione non dipendano dalla stessa in quanto tale, cioè dalla forma di gestione scelta dalla maggioranza dei nostri Comuni, che continuiamo a ritenere la più rappresentativa e funzionale, ma dalla grande complessità e mole delle funzioni delegate e dalle scarse risorse umane e professionali a disposizione dell’Ente. Ognuno dei nostri comuni deve attivarsi al massimo per apportare il proprio contributo in termini di risorse e responsabilità, perché il modello di gestione di questo grande impegno sia realmente condiviso e funzionale. Fino ad agosto le risorse professionali sono state in larga misura soltanto sulla carta: per quanto vantate in altre sedi e da altri, risorse umane in realtà non presenti e operative. Fino al termine del mese di agosto erano impegnati negli Uffici dell’Unione soltanto la Segretaria, il Direttore con incarico part-time e un impiegato amministrativo, oltre alle Assistenti sociali e ai segretariati in realtà ubicati nei singoli Comuni”, concludono i due.