“Il sindaco di Montorio prova a mettermi il bavaglio!”. A denunciarlo è il consigliere di opposizione, Andrea Guizzetti.
“Non potendo partecipare al consiglio comunale, essendo ancora in malattia per i problemi di salute dovuti alla polmonite da covid 19, dopo richiesta del nostro gruppo consiliare, il sindaco ha impedito il suo svolgimento a distanza ed in videoconferenza come fanno molti altri comuni. Allora, ho chiesto al segretario comunale, che mi ha risposto affermativamente, se potevo produrre un documento sull’emergenza covid 19 a Montorio da far leggere alla mia collega consigliera Eleonora Magno. Il consiglio comunale è appena terminato. Il sindaco ha impedito che venisse letto! Non avrei mangiato nessuno, era solo per esprimere un punto di vista e per dare un contributo alla discussione. In tanti anni di politica non ho mai assistito ad un tale atteggiamento. Me ne farò una ragione, per fortuna nel nostro paese libero e democratico, ci sono tanti altri mezzi di comunicazione”.
Di seguito quello che sarebbe stato l’intervento di Guizzetti.
Stiamo vivendo una pagina triste della nostra storia e mi auguro, caro Sindaco, che tutti, e dico tutti, comprendano appieno, da ora in poi, la gravità della minaccia che il virus sta consumando anche sul nostro territorio, adottando iniziative volte ad arginare il più possibile la sua diffusione e le ricadute negative sulla salute della popolazione, come purtroppo avvenuto fino ad oggi.
La situazione è stata ed è decisamente critica, è sotto gli occhi di tutti, lo dicono i numeri dei contagiati fino ad oggi, circa 480 persone, quarto comune abruzzese dopo le città capoluogo come L’Aquila, Teramo e Pescara, ma con un numero molto inferiore in termini di popolazione. Molti nostri concittadini, troppi, sono stati ricoverati in ospedale in condizioni serie dopo aver contratto il virus covid 19, la maggior parte con polmonite bilaterale con insufficienza respiratoria, alcuni in terapia intensiva. Alcuni, purtroppo, non ce l’hanno fatta e ci hanno lasciato.
Questo è un virus molto pericoloso, che aggredisce in modo violento anziani e giovani, anche persone sane e senza patologie e, ve lo dico per esperienza personale, una volta ammalato ti trovi davanti all’incertezza e vi posso garantire che fa veramente paura. Spesso la politica non ha contezza di quanto sta accadendo dentro gli ospedali, ho visto il pronto soccorso come un campo di battaglia dove arrivano in continuazione malati di covid, i reparti sono pieni. La sera del mio ricovero, eravamo in tre di Montorio al pronto soccorso, in condizioni serie, avvolti dall’incertezza di un virus sconosciuto, poi trasferiti in diversi ospedali, nei reparti covid di Atri e Giulianova.
Il dato del nostro paese, balzato alle cronache locali, regionali ed anche nazionali, è troppo alto per un comune delle nostre dimensioni, pertanto occorre subito un’analisi di ciò che è successo, affinché si adottino iniziative più efficaci, onde evitare che ciò si ripeta e la diffusione del virus continui a correre in modo esponenziale. Non è più tollerabile questa situazione, il paese ha già dato troppo in termini di vite umane, di malati in condizione serie tutt’ora ricoverati e ai quali auguro con il cuore di guarire presto.
Il paese ha già dato troppo anche in termini di disagio per tutte le famiglie, centinaia, che hanno dovuto sperimentare la condizione di isolamento che tale malattia comporta.
Come è partita a Montorio una cosi esponenziale diffusione del virus? Purtroppo da uno dei luoghi deputati alle cure, dall’UCCP (Unità Complessa di Cure Primarie) che ha sede al Distretto Sanitario del Comune di Montorio che costituisce il primo elemento di un processo continuo di protezione sanitaria, protezione che in questo caso è mancata. Ritengo grave che si sia generato un focolaio, il primo, in quella sede, ancor più nella seconda ondata, quando ormai, in virtù dell’esperienza e dei protocolli generati dopo la prima ondata iniziata a marzo, si sarebbe dovuto evitare. E’ necessario un approfondimento per capire cosa sia successo in quella sede, il sindaco, da cui non abbiamo sentito una parola in merito, ha il dovere di chiedere alla direzione sanitaria della Asl di Teramo cosa sia successo, cosa non ha funzionato, deve farlo come primo cittadino e come responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio, ricordando ai colleghi consiglieri che il consiglio comunale condivide questa responsabilità. E’ evidente che ci sono delle responsabilità che vanno accertate, è evidente che c’è stato un modello organizzativo che in questa situazione non ha funzionato, ha avuto delle falle: il personale, dai medici agli infermieri fino agli addetti delle pulizie, è stato esposto al rischio di contagio, cosi come poi è avvenuto. Si legge dalla pagina Facebook del Comune il 12 ottobre che è in corso la sanificazione del poliambulatorio, successivamente alcuni media riportano: “a Montorio dall’altro ieri 350 cittadini sono in isolamento volontario in attesa di tampone dopo che sono entrati in contatto nel poliambulatorio del paese con due medici e un’infermiera risultati positivi al virus. «Si sono ammalati dei medici di base e dei loro collaboratori, facendo il proprio lavoro – spiega il sindaco Fabio Altitonante – a loro facciamo i nostri migliori auguri di pronta guarigione. Visto che hanno incontrato le persone più fragili della popolazione, in accordo con loro e con l’Asl di Teramo, che sta facendo uno sforzo straordinario, è stato necessario organizzare tamponi a tappeto.» Questa sua dichiarazione è un macigno a cui il sindaco deve trovare e dare una risposta ai cittadini, non può far finta di nulla mentre pare che in totale siano stati otto fra medici, infermieri e collaboratori ad essere positivi all’UCC: troppi. La necessità di tracciamento di 350 persone a seguito di quel focolaio, fra cui persone fragili, come lei stesso ha dichiarato, è un fatto molto grave. Ci sono state delle falle che hanno messo a rischio la salute di tutti gli operatori di quella struttura, medici e infermieri, che andavano e vanno tutelati, cosi come tutti i cittadini. Il risultato di quel focolaio poi purtroppo è alla cronaca.
Altra questione sindaco è stata ed è il tipo di comunicazione che avete adottato, e che spero cambi in modo più responsabile e trasparente. Una comunicazione che non ha dato una immagine vera di quello che stava succedendo, troppo rassicurante e permissiva. Dire continuamente che i contagiati sono quasi tutti asintomatici o paucisintomatici, omettendo che c’erano e ci sono persone ricoverate, alcune in terapia intensiva, ha dato l’impressione che da noi fortunatamente stavamo tutti bene e che il virus non creava più di tanto problemi, purtroppo cosi non è stato e cosi non è, con un numero di lutti mai visto. Scrivere sulla pagina Facebook del comune il 6 novembre nel bel mezzo della diffusione del covid nel nostro paese “Oggi non c’è un’emergenza sanitaria a Montorio, ma IL VIRUS C’È”, non ha rappresentato la verità, perché nel nostro paese, quarto in Abruzzo per numero di contagiati, c’era e c’è una emergenza sanitaria. Come anche la frase del 17 novembre “a Montorio stiamo andando bene”. A proposito, è incontrovertibile che la discesa della curva dei contagi partita intorno al 17 – 18 novembre coincide con il lasso di tempo della chiusura delle scuole dal 9 novembre. Ho notato sindaco un suo accanimento sulla scuola, a differenza invece di quanto avvenuto al poliambulatorio. La scuola con oltre 40 contagiati è stata un veicolo di diffusione del virus, riportato dentro le famiglie, i plessi andavano chiusi e adottata la didattica a distanza, e vanno comunque monitorate nei prossimi giorni, senza ideologia, senza rancori, solo ed esclusivamente per il bene dei cittadini. Occorre garantire lo screening per l’intera popolazione scolastica, personale tutto e alunni, assicurato mediante tamponi rapidi che periodicamente possano essere ripetuti. Il numero dei contagi dei minori nel nostro paese va costantemente tenuto sotto controllo mediante aggiornamento dei dati e relazione stretta con la Asl oltre che con i Dirigenti Scolastici che sono in prima linea a gestire la situazione. Se necessario vanno adottate scelte coraggiose come la chiusura temporanea delle scuole a tutela della salute e della vita dei cittadini, dei più fragili.
Riconosco che a seguito del focolaio all’UCCP vi siete subito attivati per i tamponi a tappeto, ma ai tamponi dovevano seguire iniziative volte a frenare la corsa del virus, cosa che poi non avete fatto, mi dica una iniziativa in tal senso…
Ha invece permesso iniziative di aggregazione, non ha chiuso le scuole nei tempi giusti e lo ha fatto solo quando forse si è reso conto che stava sbagliando, ha professato che andava tutto bene, non ha preso in considerazione neanche una delle nostre proposte evitando totalmente il confronto. Alla fine abbiamo visto dove siamo arrivati con i numeri, aggiungendo che il tracciamento ad un certo punto è saltato, ed era prevedibile. Io personalmente, positivo al covid (ma diverse altre persone nella stessa situazione possono testimoniare la stessa esperienza) non sono stato contattato da nessuno del comune o della ASL per sapere dei contatti avuti; sono stato io a chiamare le persone e comunicargli della mia positività consigliando di fare il tampone.
I compiti del sindaco sono comunque ampi, deve conoscere lo stato di salute della popolazione, deve prendere provvedimenti se le condizioni lo richiedono, se esistono pericoli incombenti e deve informare la popolazione dei rischi rilevanti cui è sottoposta. Non è più tollerabile questa situazione di incertezza; occorre da subito l’istituzione di una commissione sanità, una task force costituita anche da esperti, che proceda ad un monitoraggio costante, più attento e puntuale sull’andamento dell’epidemia nel paese, e che valuti tempestivamente le iniziative da intraprendere per contrastare la diffusione del virus, non è sufficiente solo fare tamponi. Chiediamo pertanto da subito, da oggi, che ci sia più collaborazione con la Asl, più trasparenza ed equilibrio nelle comunicazioni con i cittadini e con l’opposizione.
Servirà anche il massimo sforzo per sostenere famiglie e imprese consentendo loro di disporre di liquidità, e in questo anche il nostro Comune può e deve fare la propria parte intervenendo sulle politiche fiscali di sua diretta competenza e calmierando le tariffe per i servizi. Occorre un tavolo di confronto con le attività economiche cittadine e la creazione di un fondo di solidarietà comunale, vanno ripristinati, e con urgenza, i buoni spesa alle famiglie in difficoltà per il covid 19. Riteniamo urgenti e necessarie tali iniziative già in questa fase, in attesa di ulteriori strumenti o interventi che altri Enti, Governo e Regione, sapranno introdurre.
L’emergenza coronavirus sta mettendo a dura prova la nostra grande comunità.
Un ringraziamento forte va a tutti coloro che si adoperano per gestire nel miglior modo possibile questa situazione. Un ringraziamento ai volontari di tutte le associazioni, al personale sanitario e amministrativo impegnato negli ospedali e sul territorio, a tutti gli uffici comunali, alle forze dell’ordine, alle farmacie, a chi lavora nella distribuzione alimentare e a tutti coloro che continuano a lavorare per tutti noi. Il momento è complesso e serve affrontarlo con una determinata unità d’intenti e noi siamo pronti a dare il nostro contributo.